«Le contrade, oggi abbandonate, saranno punti cardinali della nuova città»
È quanto ha ribadito il candidato Sindaco Pasqualina Straface continuando ad incontrare in queste settimane, in questi giorni ed in queste ore le migliaia di residenti di tutte le ben 41 contrade della più grande città della Calabria
CORIGLIANO-ROSSANO - «Una grande Città policentrica come quella nata dalla fusione di Corigliano e di Rossano doveva, deve e dovrà avere una sola grande ambizione e priorità: ricucire tutti i vuoti e le fratture interne al proprio territorio, portando e rafforzando i servizi fondamentali e con essi gli stessi diritti di cittadinanza, anzi tutto in quelle aree meno collegate dagli attuali centri urbani. Noi ribalteremo all'interno ed all'esterno la percezione stessa della nostra terra, investendo come bussola costante del nostro governo su tutte le numerose, popolose ed importanti contrade e frazioni cittadine, ciascuna con una fortissima identità, facendole diventare fucine di un nuovo sentimento unitario di appartenenza e i punti cardinali della più grande città della Calabria».
È quanto ha ribadito il candidato Sindaco Pasqualina Straface continuando ad incontrare in queste settimane, in questi giorni ed in queste ore le migliaia di residenti di tutte le ben 41 contrade della più grande città della Calabria.
«Abbandono, degrado, isolamento, assenza di servizi e di diritti fondamentali: dalla viabilità impraticabile all'assenza di piazze degne di questo nome, dall'assenza perfino di marciapiedi a quella di spazi indispensabili per famiglie e bambini, dalla carenza idrica alla scarsa illuminazione, dall'assenza di sicurezza alla mancata garanzia del diritto allo studio con edilizia scolastica inadeguata e pericolosa. Altro che città normale! Solo totale disinteresse da parte del sindaco e dell'amministrazione comunale uscente per tutti gli ultimi cinque anni. È stato, questo, il sentimento unanime di insoddisfazione condiviso, motivato e ribadito dalla gente protagonista di queste popolose ed importanti aree cittadine che – ha scandito la Straface, ascoltando e registrando l'amarezza, la delusione e la sfiducia di quanti si sono descritti ingannati e lasciati ai margini – di fatto sono state disunite, demotivate e peggiorate perfino rispetto al periodo antecedente la fusione».
«Ecco perché – ha chiosato – noi partiremo da qui con una parola d'ordine: basta contrade abbandonate, basta frazioni isolate, priorità sviluppo ordinato ed omogeneo della Città».
«Nella nostra visione di governo, Corigliano-Rossano ripartirà parallelamente dai suoi centri storici – così ha esordito il candidato a sindaco, nella gremita Piazza Vittorio Veneto, nel Centro Storico di Corigliano. E qui, ricordando le parole di San Francesco da Paola, Solo per amore e mai per forza, ha fortemente esortato tutti a non sentirsi costretti da chi oggi si crede ancora per poco padrone della città, da chi si sente liberatore della città dalle forze del male e da chi si ritiene un Unto dal Signore, salvo poi esser smascherato ogni giorno, così come stiamo denunciando, come l'attore ed il garante di un sistema capillare, asfittico e sotto la luce del sole di 'mmasciate tra amici, amici degli amici, consulenti, soci, congiunti e parenti di numerosi candidati nelle liste che lo sostengono».
«Confrontandoci sistematicamente con tutti gli operatori ed attori turistici della nostra Città, progetteremo e costruiremo una nuova narrazione per tutto il nostro patrimonio identitario e distintivo, a partire da una nuova comunicazione strategica per la nostra Città d'Arte con i suoi tre centri storici: Corigliano, Rossano e Schiavonea. Investiremo nel marketing territoriale e promuoveremo Corigliano-Rossano in Calabria, in Italia e nel mondo, con tre obiettivi raggiungibili: destagionalizzare la nostra complessiva offerta di turismi diversi; internazionalizzare l'immagine della nostra destinazione; produrre ricchezza, benessere e occasioni di lavoro per la nostra comunità e soprattutto per i nostri giovani. E realizzeremo tutto ciò – ha concluso la Straface – partendo dal rendere i nostri tre centri storici, al contrario di come sono stati maltrattati dalla giunta uscente, finalmente accessibili, fruibili e vivibili, 365 giorni l'anno a residenti e turisti, promuovendo servizi, residenzialità, albergo diffuso e commercio».