Rapani: «Basta sciacallaggio sul tribunale, si richiede unità»
ll Senatore Rapani risponde alle accuse e suggerisce a chi polemizza di unirsi all’operazione verità sulla chiusura dell’ex Tribunale di Rossano
CORIGLIANO-ROSSANO - Nella recente diatriba politica riguardante la riapertura dell'ex Tribunale di Rossano, oggi parte integrante del comune di Corigliano-Rossano, il Senatore Ernesto Rapani ha espresso la sua ferma posizione, replicando con vigore alle accuse mosse da alcuni esponenti politici.Il parlamentare ha sottolineato come, a suo avviso, sia sorprendente l'atteggiamento di chi sembra voler scaricare su di lui l'intera colpa per la mancata riapertura del presidio giudiziario. «Rimango sorpreso dalla presa di posizione di alcuni esponenti politici sulla vicenda della chiusura del Tribunale di Rossano attribuendo alla mia persona ogni responsabilità circa la mancata riapertura», ha dichiarato il Senatore. In particolare, Rapani ricorda come ben cinque parlamentari del Movimento 5 Stelle presenti in precedenti legislature ed espressione di questo territorio - caso unico nella storia della città di Corigliano Rossano - utilizzarono la questione del Tribunale come strumento di propaganda elettorale, senza però ottenere risultati concreti una volta eletti. «Si tace quindi sulle responsabilità dei grillini per il sol fatto che oggi il M5S a Corigliano Rossano sostiene il candidato del centrosinistra, e si punta l’indice contro chi ha aperto un’operazione verità sulla vicenda».
Rapani si dichiara lontano dall'alimentare conflitti, auspicando l'unità tra tutte le forze politiche, ma esige rispetto e almeno un minimo di onestà intellettuale. «Per quanto mi riguarda, non entro nel merito della riapertura o chiusura dell’ex Tribunale poiché vi è un’istruttoria in corso», spiega il Senatore, «ma sono stato l’unico parlamentare che ha presentato un’interrogazione al Ministro della Giustizia, ponendo una questione su cui tutti hanno vilmente taciuto e verso cui gli esponenti che ora mi accusano non spendono una sola parola, come se la questione morale non esistesse. Un presidio, quello di Castrovillari, costruito per 120.000 abitanti ne ha successivamente ospitati 252.000 e a fronte di ciò un’alta carica dello Stato affermava che i locali di Castrovillari fossero persino “sovrabbondanti”, mentre oggi si pensa a un imponente investimento per l’ampliamento. Dove sono le forze politiche che denunciano questa contraddizione incontestabile? Come mai nessuno si espone?».
Rapani ribadisce la sua posizione: «Ho sempre sostenuto e continuo a sostenere che la Calabria non avesse bisogno di soppressioni, ma di potenziare la presenza dello Stato e che nessun presidio dovesse essere soppresso. La chiusura dei Tribunali è stata una decisione scellerata che ha minato la fiducia nelle istituzioni e compromesso gravemente la qualità della giustizia. È amaro constatare - osserva Rapani - che ogni volta che si solleva questo tema, emergono divisioni politiche strumentali. C’è chi ha mentito in questa vicenda – chiosa - e mi sono fatto carico di denunciare l’accaduto attraverso un documento parlamentare ispettivo». Per Rapani, che ribadisce il proprio impegno alla ricerca della verità, chi usa questa questione per meri scopi propagandistici non merita alcuna attenzione: «Tralascio ogni accusa a chi su questo tema intende fare propaganda elettorale. Mi troverà al suo fianco chi, invece, si batte per la verità affinché si restituisca dignità e fiducia alle istituzioni su questa vicenda altamente compromesse». Il messaggio del Senatore è chiaro e deciso: «Basta menzogne e manipolazioni politiche. La Sibaritide merita giustizia, trasparenza e una presenza statale rafforzata. È ora che la politica smetta di giocare con i diritti dei cittadini e si impegni seriamente per risolvere le problematiche reali del territorio».