Bevacqua a Co-Ro: «Prima la perequazione, poi la discussione sull’autonomia differenziata»
Il gruppo del Pd ha fatto tappa nella terza Città della Calabria per il confronto con i territori. È stata unanime la presa di posizione contro il decreto legge Calderoli
CORIGLIANO-ROSSANO - Si è svolto ieri a Corigliano-Rossano, nei locali della ex delegazione municipale, l’incontro del gruppo regionale Pd sull’autonomia differenziata. Il dibattito, che ha registrato una buona partecipazione e si è caratterizzato per una serie di interventi, è stato introdotto dalla capogruppo in Consiglio comunale, Rosellina Madeo, e dal segretario di circolo di Corigliano-Rossano Franco Madeo.
Nel corso del suo intervento il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Mimmo Bevacqua, ha puntualmente ribadito le preoccupazioni già più volte espresse in merito al ddl Calderoli, sottolineando la necessità di costruire un fronte calabrese unitario che vada al di là delle divisioni tra destra e sinistra e consideri, finalmente, i rischi concreti di accentuazione delle diseguaglianze territoriali.
«Soprattutto – ha affermato Bevacqua – la proposta Calderoli non tiene in nessuna considerazione il divario già esistente tra Nord e Sud del Paese, pari circa 80 miliardi annui a tutto vantaggio delle regioni settentrionali, rispetto alla spesa pubblica statale pro capite. Con l’aggravante che la proposta avanzata dalla Lega, approvata anche dal presidente Occhiuto nella Conferenza unificata delle Regioni, si limita a prevedere una trattativa privata tra governo e regioni richiedenti l’autonomia, con il Parlamento a fare sostanzialmente da semplice spettatore, privato di ogni sua prerogativa e della concreta possibilità di incidere».
«Senza una preliminare realizzazione effettiva della perequazione infrastrutturale fra le diverse aree del Paese, con attenzione centrata in particolare su diritti sociali, sanità, istruzione e mobilità – ha concluso Bevacqua – qualsiasi ipotesi di autonomia differenziata è soltanto un attacco all’unità giuridica ed economica della Repubblica e all’uguaglianza sostanziale dei suoi cittadini».