«Se manifestare il proprio dissenso è un diritto, la diffamazione è un reato»
È quanto scrive l’amministrazione comunale nel commentare le «cicliche affermazioni attribuite alle opposizioni consiliari di Cariati»
CARIATI - «Per analizzare e commentare, anche da un punto di vista delle eventuali patologie sociali di cui si si soffre, talune cicliche affermazioni attribuite alle opposizioni consiliari di Cariati, basterebbe soffermarsi sull'uso con obiettivi chiaramente spregiativi di aggettivi, come ad esempio "Giunta di Forestieri", del tutto incomprensibili nelle nostre società nel 2022 e che fanno trasparire evidenti limiti culturali e xenofobici».
«Fatto questo inciso, per nulla ironico, rassicuriamo tutti gli esperti della disinformazione, della mistificazione e del delirio quotidiano miseramente ed inutilmente spacciato per attività politica di opposizione, che a Cariati così come nel resto del Paese, nel totale ed ossequioso rispetto della Costituzione della Repubblica, delle leggi e dei codici civile e penale dell'ordinamento giuridico nazionale, tutti, nessuno escluso, continueranno ad esprimere liberamente il proprio pensiero e le proprie opinioni, ancora meglio se dialetticamente diverse ed antitetiche a quelle anche solo identificate o identificabili in una maggioranza o in un'amministrazione comunale».
«Eravamo e restiamo grati a tutta la comunità, anzi tutto ai feroci oppositori di ogni respiro dell'attuale Sindaco, perché eravamo e restiamo convinti che il pluralismo sia fonte e declinazione irrinunciabile della democrazia e della qualità e libertà della partecipazione alla vita sociale e politica di una città, dei territori e del Paese. Non solo, eravamo e restiamo convinti sostenitori della necessità ineludibile di garantire, in tutte le forme previste ma anche oltre, soprattutto alle minoranze il diritto assoluto di contestare, dissentire e criticare anche aspramente qualsiasi cosa, tanto più atti, indirizzi, visioni e obiettivi direttamente o indirettamente ascrivili alle classi politiche dirigenti del momento».
«Questa è la democrazia, questa è la laicità di pensiero ed il pluralismo politico che ci distinguono e che perimetrano, anche a Cariati, l'azione della Politica, delle Istituzioni e di quanti pro tempore le rappresentano. Ma questo è, soprattutto, lo Stato di Diritto, lo stesso che tutela le libertà fondamentali del cittadino, distinguendo la libera manifestazione del proprio pensiero, in tutte le forme ed espressioni, da tutto ciò che invece viene qualificato come reato dai codici italiani (e non del Comune di Cariati!), qualora vengano lesi diritti altrui».
«L'ingiuria. La diffamazione. La disinformazione che procura grave allarme sociale e istiga all'odio ed anche, purtroppo, alla violenza. L'attribuzione falsa ed infondata di fatti e circostanze. La denigrazione sistematica di persone ed istituzioni, destinatari di turpiloquio e di continue allusioni ad interessi personali ed in generale a presunte ed indimostrate illegalità di ogni tipo rappresentano non soltanto e purtroppo la vera emergenza culturale e pedagogica del nostro Paese e della politica nazionale; non soltanto il contrario di tutti i principi supremi di libertà e democrazia invocati a vanvera dagli istigatori di odio ed infelicità sociale ma, in Italia e quindi anche a Cariati, costituiscono fattispecie concrete di reati che, così come accade in tutti i comuni italiani, senza nessuno scandalo, vengono perché devono essere denunciati e perseguiti in tutte le sedi competenti. Senza se e senza ma».
«Ciò chiarito, ci auguriamo anzi invitiamo quanti in queste ore hanno espresso gigantesche e tremende perplessità, terribili preoccupazioni, assurde offese ed ancora una volta inutile allarme e minacce di azioni giudiziarie in tutte le direzioni ad essere conseguenti, a partire dalla chiamata in causa della solita Corte dei Conti che, come è noto a tutti i cariatesi, ha già avuto modo di bocciare sonoramente molti di quelli che, ieri amministratori o reggenti politici occulti di amministrazioni comunali che hanno documentatamente dissestato il comune, oggi da oppositori e rappresentanti di se stessi, nonostante tutto, si convincono di poter fare della peggiore disinformazione la loro ultima ragione di sopravvivenza politica».
(Fonte comunicato stampa)