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Città e territorio nell’anarchia. Quel pugno a Corigliano-Rossano e a tutti noi

10 minuti di lettura

Consentitemi di fare alcune considerazioni preliminari che ritengo siano sotto gli occhi di tutti.

Ognuno di noi, ormai, è consapevole della estrema gravità del momento politico, sociale ed economico che da oltre tre anni stiamo vivendo.

 Non è più tempo di girarci dall’altra parte, come automi distrutti aspettando, spersi nel nulla, che questa follia passi, perché l’inerte attesa è un ulteriore danno e non c’è più spazio per la rassegnazione: non siamo vittime di un sortilegio né di un destino avverso.

Ora bisogna avere il coraggio di accettare che in politica, come in ogni altro settore della vita pubblica o privata, non esistono solo diritti ma anche doveri che devono essere correlati ai primi perché insieme ineriscono alla dignità dell’individuo.

L’applicazione di questa fondamentale regola, che investe le esigenze di integralità della persona umana, è certamente cosa onerosa giacché ci impone di tenere in ogni frangente un comportamento retto, leale ed onesto (brevemente: senso civico e  senso della legalità), se veramente vogliamo essere cittadini di uno Stato di Diritto.

La persona umana è una realtà specifica dell’uomo che lo costituisce capace di intendere, di volere e di amare il prossimo e lo rende, soprattutto, responsabile dei propri atti e, quindi, soggetto di diritti e doveri.

Questa caratterizzazione ci impone di saper discernere, nella scelta tra quelli che si candidano al governo della cosa pubblica, chi ha solo il fine di raggiungere il potere da sfruttare per uso personale, da chi, invece, ha come scopo il bene comune.

 Il primo, al contrario del secondo, è privo di qualità morali e culturali. “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtute e canoscenze” (Dante, Inferno XXVI 118-120).

I valori dell’uomo si desumono dalla sua indole naturale, dal carattere, dalle sue passate esperienze di vita vissuta, qualità che si riassumono nella stima di cui poi gode tra i consociati.

 Detto in soldoni, il flop di chi ci governa era del tutto prevedibile: l’elezione fu dovuta a pura suggestione, mancando al capobranco e alla sua pattuglia quella esemplarità di vita passata, quella consistenza di valori culturali, morali e quel patrimonio di successi personali nel campo della vita lavorativa: qualità che, nello specifico, difettano totalmente.

È una brutta avventura di cui paghiamo e pagheremo le conseguenze.

La città è sospesa, morta. Guardatela: è ferma, stagnante, putrida.

Chi dovrebbe non sa prendere una (dico una!) decisione perché non ha visione di governo, non ha un progetto né un futuro neanche ad immaginarlo: difettano competenze, qualità intrinseche, esperienze da esibire.

Il branco al governo è ancora più sgangherato e male attrezzato; è famelico: unico obiettivo, mal celato, è di fare affari e proseliti.

La combriccola intera cerca di reclutare clientela (quasi sempre illegalmente), ma è solo formare una corte dei miracoli che non vede altro che interessi di bottega o di piccolo Cabotaggio.

Del resto, se ci si fosse affidati anche alla sola saggezza dei Latini (“nomen omen”: il destino di ogni uomo è segnato nel suo cognome e i cognomi significativi sono più di uno) avremmo subito avuto il quadro della situazione: “ahi quanto a dir qual era è cosa dura” (Dante, Inferno, I-4).

  • Traendo utile insegnamento da questa brutta e ormai irreparabile gestione di governo che la Città sta vivendo, nelle imminenti elezioni regionali sento l’obbligo di segnalare a tutti la necessità di essere responsabili e seri oltre ogni misura, perché non è proprio immaginabile che dobbiamo ulteriormente sopportare tutto.

Corigliano-Rossano, terza città della Calabria, e il suo territorio, il più vasto e ferace della Regione, hanno il vantaggio di avere importanti infrastrutture, tutte allo stato improduttive che aspettano di essere messe a profitto nella eligenda Assemblea regionale.

Pertanto, deve esserci un nostro valido rappresentante che abbia qualità, competenze ed esperienze nel proprio bagaglio personale e politico.

Questo rappresentante, valutato oggettivamente, al di là di ideologie ormai superate, non può che essere Pasqualina Straface. Nell’assise regionale, Ella sarà capace di difendere i nostri interessi e di avviare a soluzione i difficili e gravi problemi non solo del nostro territorio ma dell’intero Alto Jonio.

Siamo ad un crocevia della nostra storia, per cui se non si imbocca la direzione giusta ci troveremo ancora una volta fuori pista.

La storia personale e politica di Pasqualina Straface è ben nota e leggibile: la sua moralità pubblica e privata ne sono testimonianza.

È giovane, piena di energie e di entusiasmo. Non è una veterana della riserva: è una soldatessa operativa sul campo di battaglia ove ha dimostrato e dimostra tutt’ora il suo intrepido valore.

Fu costretta a fermarsi per le ferite; fu colpita alle spalle da chi voleva eliminarla dalla scena politica per via legale, abusando delle leggi che erano l’unica arma dell’incauto accusatore.

L’agguato fu vile, giustificato da falsa legalità, ma è stato sventato e la vittoria della verità ha aggiunto merito al merito e onore all’onore.

Ha dato prova del suo equilibrio psichico e del suo valore perché ha un bagaglio morale, intellettuale e culturale fatto di consuetudine al retto vivere pubblico e privato e all’amore per la sua Terra.

Coerente al suo credo politico, è stata Consigliera comunale, Sindaco e Consigliera provinciale.Ha maturato anche diverse altre esperienze politiche che hanno sempre riconfermato la stima e l’affetto di cui gode in pubblico.

 

Con Pasqualina Straface ho parlato delle numerose sfide che ci attendono e lei è pronta a battersi e ad avviarle a soluzione.

La prima, la più urgente e anche  la più aspra è quella da lanciare alla malasanità che in Calabria ha il primato nazionale con alla testa l’Asp di Cosenza.

Senza scomodare il diritto, costituzionalmente garantito, dei cittadini alla salute, qui spudoratamente negato, bisogna far valere le nostre prerogative ossia che il Comune di Corigliano-Rossano, il più popoloso della Provincia, è capofila nella Conferenza dei Sindaci in materia sanitaria per cui deve essere sede autonoma di Azienda Sanitaria e non dipendere da Cosenza; ma il capobastone dell’Assemblea è di cartone ed ha aggiunto danno al danno.

I due grossi ospedali Spoke ubicati nei centri urbani di Rossano e Corigliano, depotenziati al massimo, erogano servizi inferiori a quelli di un semplice ambulatorio.

La colpa?

In primo luogo dei vertici regionali ed aziendali (sempre commissariati) costituiti per la totalità da soggetti incapaci, incompetenti e corrotti perché di nomina clientelare e politica.

Per conseguenza, e in secondo luogo, i ruoli di Direttore Sanitario, di Primario e/o Direttore di reparto da sempre sono ricoperti da personaggi privi di ogni professionalità, di titoli e con scarsissimo senso umanitario: in sostanza sono galoppini senza qualità e autorevolezza che addirittura ricevono ordini da chi manovra le agenzie elettorali dei politici di turno.

Il risultato è l’anarchia totale, lo spreco delle risorse, l’utilizzo del personale in modo inappropriato e spesso imboscato nei ruoli o negli uffici dove sono inutili.

I controlli contabili, giurisdizionali, quelli degli Ordini Professionali, quelli amministrativi e quelli ispettivi sulle competenze professionali e sulla quantita’ e qualità di lavoro svolto sono inesistenti o scarsamente accurati, farseschi e  pilotati dalle innumerevoli lobbies (mafiose, politiche e opportunistiche) che dall’esterno manovrano i pupi della Sanità.

Ne deriva la disastrosa condizione in cui si trova la nostra Sanità: è più facile morire nelle estenuanti attese dinnanzi ai Pronto Soccorso o nei reparti di degenza o nei viaggi di trasferimento (costosi e letali) che essere curati anche per patologie frequenti e non gravi. Chi provoca ciò è un vero criminale, un incapace, un corrotto, un traditore del giuramento di Ippocrate e come tale va perseguito penalmente, demansionato dalla abusiva carica oltreché licenziato dal posto di lavoro e radiato dalla professione.

Non vi è altra misura o soluzione poiché è questo il vero sperpero di denaro pubblico.

Soluzioni?

Sì, logiche e semplici per gli onesti e quelli di buon senso!

SUBITO E ADESSO:

  1. riassettare e restaurare gli ospedali esistenti che devono diventare Ospedali Riuniti mod. Hub in una Azienda Ospedaliera Territoriale di primo livello e autonomo (nell’attesa della costruzione dell’ospedale unico di là da venire fra qualche decennio: sull’ argomento é bene stendere un velo pietoso
  2. azzerare tutte le cariche dei vertici aziendali, specialmente quelle commisariate;
  3. reclutare personale medico e paramedico in base alle vere ed effettive capacità professionali mediante concorsi seri o attraverso mobilità selettiva interna;
  4. attrezzare gli ospedali con macchinari e tecnologia di ultima generazione in base a gare di appalto improntate sul modello di Regioni e di Aziende più virtuose d’Italia, adottando anche misure di controllo sul personale e sulle spese con rigorosi criteri in modo da agevolare la sanità pubblica a discapito delle società private che sono la causa dei commissariamenti nella Regione Calabria attraverso affari politici e privati.

Altra sfida da affrontare riguarda la valorizzazione del territorio atteso che sia Corigliano-Rossano sia la Sibaritide nonché l’Altopiano Silano della nostra Provincia costituiscono geograficamente un territorio di rara bellezza, di grandi risorse naturali e di antiche civiltà e culture: tesori vergognosamente calpestati e ignorati dalla politica.

Non è dunque  incongruo auspicare che le imminenti elezioni regionali, che si svolgono in un momento particolare per la concomitanza di remote problematiche, con  recenti e gravi eventi del tutto imprevedibili (come la morte prematura del Presidente regionale Jole Santelli, pandemia e  recessione economica), possano riaccendere la speranza che ci si avvii verso una dovuta e meritata fase di sviluppo in virtù di cospicui aiuti finanziari accordati dall’Unione Europea, che ci porti al superamento di quella “Questione Meridionale” che proprio in Calabria ha trovato la più ardua difficoltà con risultati sconfortanti.

In quest’ottica è necessario costruire un ferreo patto di cooperazione che deve vedere coinvolti l’Università della Calabria, gli intellettuali, i grandi enti economici (leggi Enel), gli imprenditori, i lavoratori e i cittadini tutti, i quali devono costituire non solo una polifonia di voci ma una vera e propria compartecipazione attiva alla vita pubblica.

In questa rinascita che non deve essere solo una speranza ma un forte impegno il ruolo della Università della Calabria è fondamentale e decisivo nella riuscita dei più importanti progetti che possono essere realizzati in questa vasta e ricca zona dell’Alto Jonio, strategica per la sua centralità nel Mediterraneo e la confinazione con le altre Regioni a maggiore sviluppo economico.

Non a caso i Greci vi fondarono le fiorenti colonie della Magna Grecia.

Lo Stato, qualche decennio addietro, chiamò proprio questo territorio a svolgere un ruolo propulsivo nella vita della Calabria attraverso iniziative infrastrutturali notevoli, di particolare caratteristica innovativa sia sul piano scientifico che nelle attività produttive.

L’UNICAL deve portare, quindi, su questo territorio la ricerca scientifica affinchè possa offrire più facile e concreta applicazione in una realtà economica, urbana e scolastica che possiede un complesso unico di risorse materiali e umane in grado di offrire non solo un forte avanzamento ad un insieme di attività produttive, sia tradizionali che fortemente innovative, ma anche le opportunità a centinaia di giovani di avere facile accesso a discipline scientifiche e tecnologiche che certamente arricchiscono il prestigio della massima istituzione scolastica e culturale.

Qui, oltretutto, si rileva dai dati ISTAT una crescita demografica in controtendenza con i dati nazionali.

Qui, una scelta imprenditoriale coraggiosa portò l’ENEL a costruire una grande centrale termoelettrica in contrada Cutura-S. Irene di Rossano: trattasi di un insediamento di circa 690.000 metri-quadri che ha portato nei recenti anni passati lavoro e benessere a tutto il circondario.

La centrale ormai è ferma da anni per la miopia di frange ambientaliste, sindacali e politiche.

Si parla tanto di uno studio di fattibilità pe il riutilizzo della infrastruttura ed il Politecnico di Milano, con il coinvolgimento dell’UNICAL, ha avviato uno studio di fattibilità di sei progetti (FUTUR-E).

Ma oggi c’è un qualcosa di più concreto e realizzabile nell’immediato dovuto ai fondi del P.N.R.R.

Rispetto alle sei missioni del P.N.R.R., l’Enel ha focalizzato la propria attenzione individuando progetti per il rilancio dell’economia e della competitività del paese: in particolare nella missione “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica” e nella missione “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” l’Enel potrebbe – anzi dovrebbe- avere interesse perché condivide la responsabilità scientifica dell’UNICAL, con la divisione E-Distribuzione, in un importante progetto per sviluppare sistemi integrati per l’innovazione, la competitività e la sostenibilità ambientale. Questo progetto, inoltre, è compatibile con lo sviluppo di una “agricoltura sostenibile di impresa” nella filiera di una nuova agricoltura ambientale.

Qui, in questa zona, lo Stato ha individuato, sono ormai trent’anni, l’utilità strategica di un porto per i traffici marini nel Mediterraneo: il porto di Schiavonea.

 Anche qui il ruolo dell’UNICAL è vitale per lo sviluppo del commercio, del turismo, di attività produttive ma anche di quello scientifico e culturale. Infatti, nel contesto geopolitico del porto si potrebbe allocare una scuola universitaria per le Scienze Nautiche esistendovi già una scuola nautica di secondo grado.

L’occasione attirerebbe anche studenti dai paesi dell’area Mediterranea.

Qui, poi, è la più fiorente agricoltura della Calabria e delle regioni confinanti a nord.

Qui è stato costruito un laboratorio scientifico per tutte le varietà dell’olio di oliva, l’Eliopolio, mai entrato in funzione,  ove potrebbe trovare sede una facoltà di Agraria istituita dall’UNICAL che non fornisce questa disciplina.

Qui, ancora, sono i siti archeologici più importanti dell’antichità: Sibari, Castiglione di Paludi, Thurio, Rossano e qui sarebbe ideale e importante per nuove scoperte, allocare gli studi universitari archeologici.

Ho accennato a grandi progetti, ma il governo regionale deve avviare una moderna viabilità sia stradale che ferroviaria oltre che una politica non assistenzialistica per l’occupazione.

C’è tanto da fare anche per la tutela del patrimonio boschivo, tra i più imponenti d’Europa, che ogni anno viene messo a rischio da gravi incendi per mancanza di prevenzione e di legislazione regionale (carente è la Legge Regionale n. 51 del 2017 che male si armonizza con la Legge quadro del 21.11.2000 n. 313.

Ritengo Pasqualina Straface capace di impegnarsi in queste sfide: non le manca competenza, esperienza e buona volontà.

  • Chiudo questa mia, forse, lunga riflessione ma c’è tanto da fare. Sperando che comprenderete sia l’angoscia che provo per la situazione attuale e sia il mio grande amore per questa Terra martoriata più che dalla natura, dalla incapacità e malvagità di pochi che tengono in pugno il destino di tanti calabresi, popolo operoso e fiero.

Infine, voglio cogliere l’occasione per diffondere una vocina che si fa strada clandestinamente e silenziosamente: si sussurra che alcuni consiglieri comunali di maggioranza, per evitare di essere sepolti sotto le macerie prodotte da questa amministrazione ed anche per non esserne corresponsabili e per garantirsi la possibilità di una ricandidatura (che si auspica  a breve per un nuovo governo della Città), stiano cercando consensi per un’azione di sfiducia a questi mal governanti.

In verità, non credo in tanto buonsenso, forse solo in alcuni, perché   la imbecillaggine dei più, sinora, ha predominato avendo per  alleate la vanità e l’arroganza.

Ho finito (per il momento)!

Non mi resta che confidare nella mia illusione di avervi scosso e convinti a non mollare e a non farvi sopraffare dalla rassegnazione: c’è speranza e basta con i pugni nello stomaco!

Auguri di vero cuore, Pasqualina Straface.

Giuseppe Zumpano

(foto copertina Blog di Corigliano)

 

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.