In molti ci avrebbero scommesso, non fosse altro che per la sua esperienza e per la verve del politico vero. Su
Mario Oliverio, presidente uscente della Provincia di Cosenza, si è riversato il consenso di una regione, la Calabria, che in effetti con la sua ampia partecipazione alle primarie del centrosinistra ha fatto strabuzzare gli occhi all’Italia intera. Non era facile cancellare nell’immaginario collettivo l’
idea di una Calabria passiva, che lascia correre e che preferisce assistere in ultima fila piuttosto che salire sul palco ed essere protagonista. Il dato evidentissimo di queste consultazioni, invece, si pone in netta contrapposizione con l’andamento nazionale delle primarie e il paragone con il governo centrale quasi vien da sé: una regione che si fa apprezzare per una buona politica, che vede nell’unione l’arma giusta per arrivare a
Palazzo Campanella, non può che uscirne vincitrice. Al bando dinosauri e rottamatori e benvenuta la consapevolezza di lasciare la Calabria nelle buone mani di una figura che infonde sicurezza: avrà pensato proprio questo il giovane
Callipo, mentre accettava la sconfitta e cedeva il passo all’ “esperienza che avanza”. A guardare bene, le indubbie capacità amministrative di Mario Oliverio devono aver convinto più di uno scettico, anche fra le fila di un centrodestra oggi più che mai fratturato. Anche dai piani alti,
Renzi e l’amministrazione del Pd, abbassato il cappello, hanno salutato con favore quella scelta popolare non del tutto condivisa, senza far mancare una telefonata d’augurio e la promessa di rivedersi a Roma. Cosa rimane di questa giornata, per certi versi storica? Abbracci, sorrisi e strette di mano figli di quella solida roccaforte che tanta parte ha avuto nella vittoria del Presidente della Provincia. La conferma, insomma, che a Cosenza le vere amicizie politiche contano e Oliverio sa di poter fare affidamento su
Enza Bruno Bossio, Nicola Adamo e gli altri alleati di sempre. Mario Oliverio, dopo quarantaquattro anni di assenza di un cosentino dalle scene regionali (l’ultimo è stato
Antonio Guarasci, eletto presidente della regione Calabria nel 1970, ndr) potrebbe rappresentare la provincia e tentare di fare ammenda per i mille scippi subiti da questo territorio. Lui all’Eco lo aveva detto: «Mi impegnerò nella risoluzione dei problemi sin dal giorno seguente alle elezioni». Noi alle sue promesse ci crediamo, per quella sete di rappresentanza che per troppo tempo a questa Piana è mancata. Si spera che l’impegno venga assunto anche da tutti gli altri pezzi da novanta della politica. Un uomo solo al comando non basta: una regione complicata e dalle mille sfaccettature ha bisogno delle teste pensanti di tutti.
m. f. s. t.