Lo strapotere dei burocrati, un allarme che non suona
“Si è diffusa nel Paese, nella vita delle istituzioni e delle pubbliche amministrazioni una rete di corruttele grandi e piccole che segnalano uno stato di crescente degrado della vita pubblica. Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale”. Era il 3 luglio del 1992 quando, a Montecitorio, Craxi, ciclico capro espiatorio nazionale, denunciava, dal di dentro, un sistema del quale si era oggettivamente co-protagonisti. A distanza di 23 anni, quanto sta emergendo ad Ischia resta forse la punta di un iceberg che non conosce eccezioni, condite magari in salsa locale. E con un campanello d’allarme che ancora non suona: quello sullo strapotere, di fatto incontrollato ed ingestibile, dei vertici degli apparati burocratici, centrali e periferici. Un potere assoluto, incancrenito dall’ingessatura di uffici e capi ufficio. E che produce omertà. Nei cittadini. Negli imprenditori. E nella politica.