10 ore fa:Settimana nazionale Protezione Civile, anche al Majorana la prova simulata di evacuazione
15 ore fa:Crosia investe 60 mila euro per nuovi pozzi e tubature
11 ore fa:Flop bus sostitutivi: il basso Jonio resta al palo
12 ore fa:Inaugurata a Cariati una nuova sede Cisl
14 ore fa:Pista elisoccorso a Cassano, per Guerrieri (Italia Viva) «non si può più aspettare»
11 ore fa:Rossano città bizantina, al palazzo San Bernardino un convegno dedicato
12 ore fa:Altomonte pronta per la nuova edizione della Festa del Pane
15 ore fa:Ottantacinque tirocinanti potranno continuare a lavorare a Longobucco: proroga per altri 6 mesi
14 ore fa:Due musicisti di Laino Borgo premiati dal Conservatorio di Musica "Stanislao Giacomantonio" di Cosenza
13 ore fa:Ambulanze ferme, arrivano le precisazioni dell'Asp: «manca solo il collaudo»

La "via della seta" sibarita

1 minuti di lettura
Sulle orme della “via della seta”, in un braccio di terra di una manciata di chilometri, certo non gli ottomila di cui raccontava Marco Polo, c’è chi tra agrumeti e oliveti sibariti abbraccia forte la tradizione di un prodotto che ha all’incirca diecimila anni. Quei leggerissimi bozzoli, che se sulle dita se ne arrotola il filo si sente già il calore della seta, maturano anche qui, nella nostra Piana, al ritmo della crescita e delle mute  dei bachi allevati da Antonio Di Leo, direttore del Centro Sperimentale Dimostrativo – Arsac di Mirto. «Il nostro è l’unico centro accreditato nel sud Italia per l’allevamento del baco da seta – ci racconta Di Leo - a supporto delle aziende agricole e delle istituzioni interessate a questa attività. D’altro canto, nonostante ad oggi il prezzo del bozzolo di baco per gli utilizzi classici renda questa attività poco conveniente, sarebbe un peccato perdere una tradizione così antica, così affascinante». Ebbene sì, il fascino invincibile di quei fili di seta ricamati finemente sulle vesti degli antichi imperatori  rivive anche in questi nostri anni. E se chi in questa attività ci crede davvero si apre alle menti infinite dei bambini, le storie di quei bozzoli trasportati da Pechino a Costantinopoli nei cavi delle canne non rimarranno chiuse in qualche Enciclopedia. «I bambini che vengono in visita nella nostra azienda sono entusiasti e si appassionano sin da subito. Nei loro occhi leggiamo un interesse senza confini. Per questo la nostra azienda è strutturata in modo tale da far vedere loro tutte le fasi dell’allevamento, che inizia a fine aprile e dura 45 giorni, in concomitanza con la ripresa vegetativa del gelso che è ciò di cui i bachi si nutrono. Per questo il periodo migliore per visitare il centro è da metà maggio in poi». La Cina è sempre più vicina e la produzione della seta in Italia non frutta più come una volta. Tuttavia, per i bachi italiani non è detta l’ultima parola. «Ultimamente c’è una riscoperta del baco e dei suoi possibili utilizzi. Su richiesta, noi vendiamo i nostri bachi maturi anche ad aziende cosmetiche, come la Fimo che commercializza i nostri bozzoli di seta pura per il trattamento levigante del viso. I bozzoli che alleviamo vengono acquistati anche da un’azienda orafa che produce gioielli con l’oro e con la seta». Non c’è niente di meglio di un prodotto che ripensa sé stesso e rinasce per non morire. Tanto più se è una di quelle “piccole grandi eccellenze” che rendono la nostra terra di Calabria un po’ più speciale. m. f. 
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.