DI MARTINA CARUSO Il pallone non rotola e non rimbalza più; tutto è sospeso, immobile, senza colori. Neppure il giorno che custodisce gelosamente i suoi riti, la domenica, rivive, ormai da tempo, l’adrenalina dell’evento sportivo. Tra lo smarrimento e l’incertezza, c’è una domanda alla quale la famiglia rossoblu attende una risposta:
«Quando il calcio potrà fare ritorno in campo?»
«Il rischio è quello di restare impantanati in un limbo senza via d’uscita» afferma il Presidente della Rossanese,
Fabio Abbruzzese ribadendo l’importante ruolo di “aggregatore sociale” che svolge il team per la comunità. «Se si riprenderà, la partita dovrà giocarsi a porte chiuse? Sarebbe un danno non solo economico, dato che la quota d’ingresso del pubblico maschile contribuiva alle spese di concessione dello stadio, ma sarebbe un danno morale per una città che vive in attesa dei 90 minuti. Ci auguriamo – continua - che la
Lega Nazionale Dilettanti non dimentichi e ripaghi i risultati che i ragazzi hanno raggiunto nella competizione e contribuisca, nel caso di sospensione definitiva, autofinanziando l’iscrizione al prossimo campionato, risollevando le società da questa crisi» conclude il numero uno dei bizantini. A mettere in guardia su possibili tracolli psicofisici dei calciatori è l’allenatore della
Luca Aloisi: «La ripresa comporterebbe affrontare un’intera preparazione atletica solo per sei partite, andando incontro ad un clima che si farà man mano sempre più caldo. Nonostante tutto, saremo pronti a qualsiasi cambiamento, perché il calcio è uno sport per chi lo ama – continua – e se ritornassimo in campo ciò che direi ai miei ragazzi sarebbe vivere ogni minuto della partita dando il massimo, perché anche un secondo di esso può fare la differenza». Il Covid 19 ha cambiato anche le abitudini degli atleti. Rimane lontanissimo, però, il pensiero di resa tra i calciatori rossoblu nonostante la quarantena e le sessioni d'allenamento in "smart working”: «E’ difficile allenarsi negli spazi ristretti delle proprie case, ma è importante continuare a farlo - dichiara il fantasista, nonché direttore sportivo
Giuseppe Sifonetti - proseguendo – con il gruppo ci sentiamo quotidianamente. Ci manca da morire la vita dello spogliatoio, la sveglia presto la domenica e l’adrenalina pre partita, insomma, rimane tangibile la voglia di portare a termine il progetto che stavamo portando avanti con passione e dedizione». «Se dovesse fermarsi il campionato, rimarrà il dubbio su come sarebbe potuta andare a finire, ma il nostro desiderio sarebbe quello di ripartire, nella prossima stagione, dall’
Eccellenza. Abbiamo tutte le carte per poter avverare questo desiderio e giocarcela. Ora, però, dobbiamo vincere una partita più importante e mettere la salute al primo posto» conclude la bandiera rossoblu. Non è solo un brutto sogno, ma una nostalgica realtà. Lo stanno aspettando loro, lo aspettano tutti, il momento in cui il pallone ricomincerà a rotolare sul prato verde dello Stefano Rizzo e sarà il coro assordante della Brigata Bizantina a segnare la rinascita del calcio rossanese e nessuno si farà trovare impreparato.