Fosso Frascone è un corso d'acqua a metà tra un ruscello ed un torrente, abbastanza profondo e con una continua portata d'acqua alimentata persino da un piccolo affluente; il suo corso divide lo storico borgo marinaro di Fossa da contrada Fabbrica e le sue sponde sono attraversate da un ponte sulle cui traverse passa l'unica via d'accesso all'area marina. Siamo nella periferia sud-est del grande comune di Corigliano-Rossano. Tralasciando i disagi strutturali e infrastrutturali che da sempre attanagliano l'area, che non si placano e che, anzi, sembrano aggravarsi di giorno in giorno, la condizione di Fosso Frascone è probabilmente quella più allarmante, che tiene con il fiato sospeso i residenti del borgo di Fossa che in estate quadruplicano per via delle presenze turistiche. Già perché ad oggi la folta vegetazione che è cresciuta all'interno del corso d'acqua fa praticamente da tappo alla foce a mare. E considerato che questa zona, così come il resto del territorio regionale da qualche anno è diventata l'epicentro di fenomeni piovosi intensi, è facile immaginare che una pioggia torrenziale possa davvero creare più di un problema, atteso che all'interno del canale confluiscono gli scoli di un complesso sistema idraulico che raccoglie le acque di tutte le contrade che stanno a monte, comprese quelle della sovrastate Statale 106. Quello della manutenzione del Frascone, in realtà, è un'altra di quelle questione che trova radici lontane nel tempo, dato che, essendo situato in zona periferica, lontano dalla città, non ha mai goduto del privilegio della "priorità". Ed è stato così anche quest'anno. Infatti, causa anche i ritardi dettati dall'emergenza coronavirus, gli uomini e i mezzi del Consorzio di bonifica (l'ente che si occupa della pulizia dei torrenti e dei fossi) sono giunti sul posto oltre il tempo massimo stabilito non potendo, di fatto, eseguire alcuna opera manutentiva. Le normative nazionali e regionali, infatti, prevedono che le attività di movimentazione e pulizia dei fossi di scolo a mare possono essere eseguite entro e non il 20 giugno di ogni anno, proprio per evitare che possano finire detriti nelle acque marine nel canonico periodo di balneazione. Ed è per questo che oggi il fosso Frascone si trova in condizioni allarmanti. Perché nel folto canneto che è cresciuto nell'alveo del corso d'acqua, così fitto e alto da non percepire più la linea d'acqua, si cela di tutto: da rifiuti ingombranti che potrebbero creare una diga, insieme alle canne, in caso di forti piogge con il rischio concreto di esondazione; per finire a rettili, insetti e roditori che, soprattutto nel periodo estivo, non sono sicuramente i "compagni di viaggio" migliori per chi sceglie di trascorrere le ferie estive in una zona marina che, nonostante tutto, rimane tra le più belle e incontaminate dell'intero Jonio calabrese.