Elezioni regionali: avanti tutta, con nuove strategie
Nostro malgrado, “siamo tirati per la giacchetta” a tornare sulle primarie. Digerite ormai nel centro destra, indigeste sul fronte opposto. Sembra uno scherzo del destino, ma nel centro sinistra, da queste parti, si va al contrario sempre e comunque. Cadono baluardi dei governi storici, forse per uomini poco proponibili, ovvero per saturazione della gente, stanca dei Seminario, dei Bria, dei Verre, cioè di quegli uomini, perfetti galantuomini, ottimi ex amministratori, riconducibili ad apparati e, come tali, etichettabili subito, con quella politica che viene respinta con un moto di nausea, quasi che l’elettore abbia un’anoressia che impedisce di mandare giù ciò che gli viene imposto. Ecco le primarie, libere, sacrosante, senza vincoli né comitati pro o contro. Uomini anche di apparato che si mettono in gioco, dicendo ai cittadini “sceglietemi” e correrò per il comune piuttosto che per la Regione e via dicendo.
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