Rossano città bizantina, al palazzo San Bernardino un convegno dedicato
L’evento è stato organizzato dal Rotary Club “Rossano Bisantium” e fa parte di una delle tante attività annuali culturali promosse dal club
CORIGLIANO-ROSSANO - Rossano è la città del “Codex Purpureo” ed è sede di insediamenti monastici, di chiese e abazie bizantine che unitamente alle tradizioni religiose ne fanno una realtà con elevato patrimonio culturale.
Nel corso delle sue attività annuali il Rotary Club “Rossano Bisantium” ha spesso dedicato incontri di “caminetto” a questo tipo di patrimonio e quest’anno ha aderito al progetto di itinerario culturale “Il paesaggio culturale bizantino delle Aree Interne del Mediterraneo” curato dal laboratorio ECHE Lab dell’Università Mediterranea di Reggio unitamente ad altre Università, Musei, Soprintendenze, Associazioni ed Enti locali.
Presso la sala grigia del Palazzo San Bernardino ha organizzato un convegno legato al tema del patrimonio culturale bizantino che ha avuto come relatori il prof. Franco Filareto, S.E. mons. vescovo emerito Luigi Renzo e la prof.ssa Samantha Tarantino.
Dopo i saluti alle autorità rotariane ed ai soci del Club, alle autorità civili e religiose presenti, il Presidente del R.C. dott. Francesco Capristo ha aperto i lavori affermando di sentirsi attivamente coinvolto nel progetto che nell’insieme rispecchia gli scopi del Rotary che chiama tutti all’impegno a favore del Service e dell’Amicizia e di sentirsi orgoglioso di contribuire a mettere in luce il patrimonio storico e culturale della città di Rossano, da tempo riconosciuta di primo piano nella storia dell’Italia Bizantina.
Nel suo intervento il prof. Franco Filareto ha ripercorso la storia di quando Rossano è diventata centro amministrativo tra le città più importanti del dominio bizantino tanto da ospitare i più alti dignitari della corte di Bisanzio. Al pari dei bizantini, i rossanesi si sono distinti per l’ospitalità e l’accoglienza ma poco portati all’azione, all’agire hanno privilegiato la contemplazione, convinti che il “pensare” prepara al dopo. Filareto riferisce altresì che il rossanese-bizantino ha sempre sentito forte il senso del bello come immagine del bene morale e della verità, una caratteristica che lo ha portato a diventare un popolo di riferimento nella cultura nazionale di cui oggi il “Codex” ne rappresenta la massima espressione.
Mons. Luigi Renzo ha riassunto le testimonianze religiose nel periodo bizantino che per Rossano è stato il più esaltante della sua storia. Già da tempo la città era sede vescovile a seguito della ristrutturazione politica e religiosa della provincia bizantina di Calabria avviata a suo tempo dall’imperatore Giustiziano II e poi completata da Leone III l’Isaurico, ristrutturazione avvenuta perché buona parte del territorio della provincia bizantina di Calabria era caduta in mano longobarda ed anche per la volontà di sottrarre al Papato l’amministrazione della diocesi di competenza bizantina.
Per quanto riguarda gli aspetti più strettamente religiosi, mons. Renzi ha riferito che la città di Rossano era posta sotto il patrocinio della Madonna Immacolata di Dio nella Cattedrale, che sarà poi venerata col titolo di “Achiropita”. In riferimento ai luoghi sacri di ordine bizantino, stante la sua riconosciuta importanza politico-militare-religiosa, la città si è arricchita di una molteplicità di edifici di culto, la cui preziosa testimonianza è pervenuta fino a noi certamente nelle chiese di S. Marco e della Panaghia. Ad esse, prosegue mons. Renzi, si sono aggiunti altri segni “bizantini minori”, quali l’attuale chiesetta della madonna del Pilerio e la colonna di S. Isidoro che presenta ancora graffiti bizantini. Grotte naturali e manufatte sono altresì la testimonianza del fenomeno del monachesimo che ha scritto una storia religiosa importante nella città di Rossano che ha subito il disastroso terremoto del 970 che provocò grossi avvallamenti di tre importanti quartieri, quello detto Grano, quello della Giudeca-Catiniti e quello di S. Nicola. Rossano ha scritto importanti pagine di storia religiosa e ancora oggi, ha concluso mons. Renzi, a distanza di oltre mille anni, i suoi monumenti bizantini (S. Marco, Panaghia, ecc. ) aggiunti all’affresco dell’Achiropita nella cattedrale e al Codex Purpureus, noto al mondo come il “Rossanensis” la fanno meta del turismo colto e di massa.
La prof.ssa Samantha Tarantino, ha parlato del monastero di Santa Maria del Patire, ne ha tratto un viaggio immaginario nella cultura archeologica bizantina del Mediterraneo. In premessa al suo intervento ha affermato che la chiesa del monastero del Patire rappresenta uno dei più famosi esempi d’architettura bizantina nell’Italia meridionale e che è un complesso monastico costituito, oltre che dalla chiesa con tre absidi dal chiostro a pianta quadrata, da due fabbricati, di una torre e da un corpo annesso a questa con funzione di celle. La professoressa Tarantino ha parlato anche degli apporti islamici ed ha fatto una descrizione minuziosa e preziosa: delle absidi e del gioco cromatico e volumetrico della superficie della chiesa e delle pareti, dei confronti interni, dei mosaici, dei pannelli opus sectile, dei mosaici rotae e dei mosaici opus sectile, degli stucchi e dei tessuti unitamente agli stili.
A conclusione dei lavori, il saluto della dott.ssa Giuseppina DeNovara che nella qualità di Assistente del Governatore del Distretto 2102, dopo avere portato i saluti della Governatrice d.ssa Maria Pia Porcino, si è complimentata con il Club Rossano Bisantium per l’organizzazione del convegno che ha trattato un tema culturale di altissimo livello, grazie anche alla qualità dei relatori.