I cittadini del centro storico di Rossano sono rock e mettono in scena Il Risorto
Domenica scorsa la rappresentazione teatrale tratta dall'opera di Daniele Ricci ha animato l'area antistante la Cattedrale. Impegnati quasi centro persone tra attori e maestranze. Un'intera comunità che ha lanciato un grande messaggio sociale
CORIGLIANO-ROSSANO – Commovente, struggente, leggero. L’unità pastorale del Centro storico di Rossano, che racchiude e mette insieme tutte le comunità cattoliche che gravitano nel cuore della città d’arte bizantina, ha raccolto tutti i suoi fedeli, li ha messi insieme, a lavoro, con passione, per proporre alla cittadinanza il recital Il Risorto. Un percorso emozionante nella Passione e Resurrezione di Cristo in una rilettura fedele dell'opera rock firmata da Daniele Ricci.
La rappresentazione teatrale è andata in scena la scorsa domenica, all’interno del complesso artistico e monumentale del Sagrato e del Duomo dedicato all’Achiropita e ha visto la partecipazione di quasi un centinaio di maestranze e artisti, rigorosamente amatoriali, componenti delle quattro parrocchie del centro storico. Giovani, adulti, anziani, tutti insieme a lavoro, per quasi tre mesi, con l’interno di mettere su qualcosa unico - mai fatto prima - che restituisse animo, calore, colore e passione alla comunità.
L’opera, bellissima. Interpretata magistralmente da tutte le figure, radunate e messe insieme dall’Amministratore dell’Unità Pastorale, Don Pietro Madeo e coordinate dall'instancabile lavoro di Don Domenico Simari coadiuvato dai sacerdoti che reggono le restanti chiese. Di fatto, nel ripercorrere la storia struggente de Il Risorto, nessuno è rimasto escluso. Nessuno è rimasto indietro. Ognuno, chi avendo una parte scenica e altri nel duro lavoro del “dietro le quinte”, ha dato il suo contributo. E questo, probabilmente, è stato il messaggio sociale più bello che la grande comunità parrocchiale del centro storico ha dato domenica sera sotto gli occhi attenti e commossi del Padre arcivescovo, Maurizio Aloise, che ha assistito insieme ad oltre un migliaio di persone, arrivate da ogni angolo della città, alla declinazione dell’opera.
Tre ore di spettacolo, incalzate dalla musica intensa e coinvolgente e dai canti tratti fedelmente dal copione di Ricci. Un viaggio in un flash-back nel processo storico del Mistero della Passione, che è partito dalla “buona novella” del “perché cercate tra i morti colui che è Risorto ed è vivo?”. L’ultima cena, il trepido incalzare della suspence nell’orto degli ulivi, la cattura, il giudizio Pilato, la salita al calvario, la crocifissione, la deposizione e il ritorno al punto di inizio. Al Risorto, appunto. Tre ore, dicevamo, di immersione totale in uno spettacolo sempre ricco di colpi di scena, coinvolgente, davvero rock nell’accezione classica del termine.
Non poteva esserci momento migliore che la Pasqua per ritrovare armonia, sintonia e comunione in un centro storico che nell’ultimo decennio ha subito prepotentemente, come la maggior parte dei centri storici del Meridione, la piaga dello spopolamento e dell’abbandono. Quello andato in scena domenica sera è il sussulto della Comunità Resiliente, che resiste ai colpi della spoliazione e anche – se vogliamo – a quella lenta ma perdurante perdita di valori. Ecco, vedere tanti bambini, tanti giovani e giovani coppie, tante persone impegnarsi e cimentarsi in questo lavoro è sicuramente un bel segnale per il futuro. Ma è anche un punto di partenza su cui investire che lancia un messaggio di presenza bello forte. Che va solo coltivato.