Israele, il foglio che decide la libertà (o il silenzio)
Firmarlo significa accettare l’espulsione immediata e riconoscere la legalità del fermo. Rifiutarlo, come ha fatto Vincenzo Fullone, vuol dire rivendicare un principio: la libertà di agire in nome dell’umanità, anche a costo della detenzione

CORIGLIANO-ROSSANO - Cosa significa rifiutare il “foglio per il rilascio immediato”? Lo avrebbe fatto ieri l'attivista ProPal di Crosia, Vincenzo Fullone, accettando di fatto il suo stato di "clandestinità" agli occhi di Israele e rivendicando a pieno la sua azione.
Ma cosa è il il “foglio per il rilascio immediato” (voluntary deportation form)? È un documento standard che le autorità israeliane sottopongono agli attivisti stranieri arrestati in operazioni come la Freedom Flotilla.
Firmarlo significa accettare di lasciare subito il Paese senza opposizione legale, ma anche riconoscere la validità del fermo e rinunciare a qualsiasi ricorso.
In pratica, chi firma: viene espulso rapidamente da Israele; si impegna a non rientrare per un periodo di 5-10 anni; e accetta di non intraprendere ulteriori azioni di protesta o solidarietà nel Paese.
Chi invece rifiuta di firmare, come avrebbe fatto Vincenzo Fullone, sceglie di: non legittimare il fermo (ritenuto illegale perché avvenuto in acque internazionali); affrontare un giudizio davanti a un tribunale per l’immigrazione; e rivendicare il diritto di agire nel quadro del diritto internazionale e della solidarietà umanitaria.
Il rifiuto, quindi, non è solo una decisione giuridica ma anche politica e morale, coerente con lo spirito della missione Thousand Madleens to Gaza.
In questi casi, la detenzione può prolungarsi per giorni o settimane, in attesa dell’esito giudiziario o dell’intervento diplomatico.