Farma trash, il medico Cantafio lascia il carcere
Il Tribunale del Riesame accoglie il ricorso dell’avvocato Francesco Nicoletti
CORIGLIANO-ROSSANO - Dinanzi al Tribunale di Catanzaro – Sezione Riesame – è stata discussa l’istanza presentata dall’avvcoato Francesco Nicoletti nell’interesse del medico Sergio Cantafio, ritenuto promotore, organizzatore e partecipe dell’associazione a delinquere, contestata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari ai sensi dell’art. 416, commi 1,2,3 e 5 del codice penale nonché di ulteriori 27 imputazioni per reati- fine, per il per aver in qualità di medico di base del Servizio sanitario nazionale promosso e coordinato l’attività del gruppo criminale e per aver reperito i mezzi necessari alla realizzazione del programma criminoso.
Il Giudice per le indagini preliminari nella ordinanza di custodia cautelare in carcere evidenziava la particolare spregiudicatezza e capacità criminale del Cantafio, la dedizione alle truffe nei confronti del Servizio sanitario nazionale da decenni, anche in territori non appartenenti a questa giurisdizione, la capacità di coordinare, anche senza la propria presenza fisica, tutte le attività più rilevanti dell’associazione e di pianificare i successivi reati, nonché le strategie per superare i controlli e gli imprevisti avvenuti nel corso del tempo, la costante attenzione per l’espansione dei traffici illeciti, anche attraverso il reclutamento di nuovi farmacisti, l’emersa sussistenza di legami con l’estero tali da permettere la spedizione di farmaci fittiziamente prescritti, nonché la commissione di ulteriori rilevantissime truffe anche al di fuori del perimetro dell’associazione.
Il professionista è coinvolto nell’operazione portata a termine lo scorso mese di novembre che ipotizza l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, compiuta mediante la redazione di false ricette mediche relative a costose specialità medicinali prescritte al solo scopo di percepire il relativo profitto grazie al totale rimborso delle spese da parte del Servizio Sanitario. Secondo la tesi accusatoria, il medico, con l’aiuto della moglie, avrebbe provveduto a redigere le prescrizioni di farmaci attribuendole a suoi pazienti ignari, recapitandole a titolari delle farmacie ritenuti compiacenti, i quali provvedevano a rifornirsi dei farmaci. Una volta ricevuti i prodotti, i farmacisti o i loro collaboratori avrebbero rimosso i bollini identificativi (cosiddette “fustelle”) dalle scatole dei medicinali e li avrebbero applicati sulle false prescrizioni al fine di ottenere poi il rimborso da parte del servizio sanitario nazionale.
Il Tribunale di Catanzaro – Sezione Riesame- in accoglimento delle richiesta avanzata dall’avvocato Francesco Nicoletti ha sostituito la massima misura del carcere con quella meno afflittiva degli arresti domiciliari per il medico Cantafio.