Cesare Battisti inizia lo sciopero della fame: «carcere duro non previsto dalla sentenza»
L’ex terrorista rinchiuso nel penitenziario di Ciminata a Corigliano-Rossano denuncia le sue condizioni di detenzione: «Non posso incontrare neppure il cappellano»
COSENZA Cesare Battisti, l’ex terrorista che si trova in carcere nel penitenziario di Corigliano-Rossano ha nuovamente iniziato la sciopero della fame. La protesta è stata inscenata dal 2 giugno scorso e comunicata dallo stesso Battista in una lettera aperta in cui denuncia di essere l’«unico detenuto qui non legato al “terrorismo islamico”, ciò ha significato un isolamento totale di oltre 27 mesi, dei quali gli ultimi 8 senza mai esporsi alla luce solare diretta». Il riferimento è alla circostanza che l’ex terrorista si ritrova ristretto nella sezione speciale del penitenziario dove si trovano detenuti che si sono macchiati di reati terroristici, in massima parte integralisti islamici. Tanto che Battista segnala che «in questo reparto nulla è predisposto per i detenuti che non condividono i costumi e la tradizione musulmana».
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