A proposito delle
trivellazioni che interessano il
mare Jonio, è bene andare con la memoria al passato, al
1964, quando in località
Fossa dell’Alba di Cariati Marina presero fuoco le torri dei pozzi di metano lì ubicati. Per settimane le notti furono rischiarate dalla luce di quelle fiamme, visibili a decine di chilometri di distanza. Si gridò al miracolo, alla fine della miseria e dell’emigrazione, che nel comune di Cariati era nel periodo più florido e superava in percentuale, di gran lunga, quella di altre parti del Sud. Iniziarono dopo pochi anni, da parte del
Comune, contatti per le contropartite da chiedere alla
Montedison, società concessionaria. Dopo lunghe trattative, che erano partite con la richiesta di una piccola fabbrica in loco, per alleviare la disoccupazione si concordò per settecento milioni delle vecchie lire, da servire per la costruzione di un’opera pubblica, l’attuale centro culturale polivalente, conosciuto col nome di
Cinema-Teatro. La ricchezza non arrivò e neanche l’attività estrattiva, per quello che se ne sa, è ad oggi operante, dal momento che i pozzi sono disattivati. Ora, in località Fossa dell’Alba, a qualche metro dalla battigia, c’è un’area recintata, circondata da erbacce e cespugli, al centro della quale si individuano i pozzi abbandonati. Quell’attività era stata preceduta da una intensa esplorazione dei fondali marini e a questa seguiva la cooperazione di tante imbarcazioni a motore per lo stendimento di chilometri di cavi, trovando così un’alternativa all’emigrazione. Da allora, secondo alcuni e proprio a causa di quell’attività è iniziato il depauperamento della flora e della fauna ittica, proseguito poi in altri modi. Cinquanta anni fa la sensibilità e la coscienza ambientalista erano di là da venire, mentre oggi è diverso contribuendo, sicuramente, ad una migliore qualità della vita creando talvolta ostacoli allo sviluppo, quando diventano strumenti ideologici o bandierine da sventolare ad ogni piè sospinto. È sicuramente interessante che tutte le amministrazioni comunali dello Jonio interregionale, calabrese, lucano e pugliese parlino con una voce sola su questa problematica, ma è opportuno che si sensibilizzi maggiormente la coscienza delle popolazioni di quelle regioni, perché la salvaguardia ambientalista, in questo caso, coincide perfettamente con le motivazioni economiche dello sviluppo nel settore della pesca, dell’agricoltura e del turismo, che rimangono sempre insostituibili e vanno ancor di più potenziati e sviluppati. Senza dimenticare che la zona interessata alle trivellazioni è tra quelle sismicamente sensibili, che sicuramente aumentano la loro pericolosità quando e se i fondali marini vengono sconvolti dalla perforazione incontrollata di pozzi per attività estrattiva.