Sanità di prossimità, Graziano: «Guardiamo ai pazienti non solo ai numeri»
Dal Trentennale di Federsanità a Roma, il direttore Asp Cosenza rilancia un modello umano e territoriale di salute: «Dobbiamo avvicinarci alle aree più lontane dagli agglomerati urbani, dove vivono cittadini fragili che spesso non dispongono dei servizi necessari»

COSENZA - A margine del Trentennale di Federsanità svoltosi a Roma, il direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza e vicepresidente nazionale della federazione, Antonio Graziano, ha parlato di un modello di sanità che mette al centro le persone e i territori.
«Questa confederazione - afferma - unisce aziende sanitarie, ospedali, istituti di ricerca e cura (irccs) e comuni per una piena integrazione tra sanità e sociale. È un tema presente fin dall'origine di Federsanità, trent'anni fa».
Il direttore ha sottolineato la forza di un evento che ha riunito amministratori, dirigenti e professionisti della salute. «È un confronto che coinvolge più attori e favorisce una visione condivisa del sistema sanitario. Si è discusso di reti di prossimità, digitalizzazione, innovazione e agilità organizzativa: temi decisivi per costruire una sanità capace di rispondere ai bisogni attuali».
Per Graziano, il futuro della salute pubblica passa dai territori. «Dobbiamo avvicinarci alle aree più lontane dagli agglomerati urbani, dove vivono cittadini fragili che spesso non dispongono dei servizi necessari. Penso all'articolo 32 della Costituzione, che riconosce la salute come diritto inalienabile».
Il manager aziendale ha evidenziato il valore del lavoro congiunto tra strutture sanitarie e amministrazioni locali: «La sanità di prossimità funziona quando si collabora. I sindaci conoscono i bisogni delle persone e dei luoghi. Chi, come noi, guida un'azienda territoriale che dialoga con oltre 150 comuni, sa che dall'ascolto delle comunità nasce una conoscenza reale e condivisa di ciò che serve. Questo ci rende più forti».
Nel suo intervento, Graziano ha ricordato come Federsanità, già trent'anni fa, avesse colto il valore dell'integrazione tra sociale e sanitario. «Oggi molti bisogni sociali, se non vengono ascoltati, si trasformano in bisogni sanitari. Se vogliamo evitarlo, dobbiamo prenderci cura delle persone in modo completo e multidimensionale». Un concetto che riassume la filosofia del "prendersi cura" oltre la semplice cura.
«La presa in carico non riguarda solo gli aspetti clinici ma anche quelli psicologici e sociali. Significa guardare al paziente come a una persona nella sua interezza, considerandone i bisogni, la famiglia, la qualità della vita. È la chiave per una sanità moderna, centrata sull'uomo e non sulla malattia».
L'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, ha ricordato l'Ufficio stampa, sta già operando in questa direzione. Tra le azioni in corso: potenziamento dell'assistenza domiciliare e delle Case della comunità; sostegno alle reti dei medici di base e dei pediatri di libera scelta; sviluppo della telemedicina; collaborazione stabile con i comuni per individuare e rispondere ai bisogni locali. Un percorso che punta a rendere la sanità più accessibile, vicina e sostenibile, mettendo al centro il cittadino e la comunità.
Graziano ha concluso con un messaggio di responsabilità collettiva: «Una sanità efficace non si misura solo con i numeri, ma con la capacità di ascoltare. Mettere il paziente al centro, valorizzare le comunità e lavorare insieme è il modo migliore per dare concretezza al diritto alla salute e costruire una società più giusta».