Ex Lpu e Lsu calabresi sul piede di guerra, scenderanno in piazza per rivendicare i loro diritti
Due le iniziative previste, una a Catanzaro, per il rispristino del fondo Lpu/Lsu della Calabria e per l'aumento delle ore; l'altra a Roma, per il riconoscimento dei contributi previdenziali

CATANZARO - Tornano a combattere gli ex LPU/LSU (lavoratori socialmente utili e di pubblica
utilità) dipendenti comunali in più di 360 comuni della Calabria. Due le iniziative previste, una a Catanzaro, per il rispristino del fondo LPU/LSU della Calabria e per l'aumento delle ore, l'altra a Roma, per il riconoscimento dei contributi previdenziali.
Pubblichiamo di seguito la nota stampa Giulio Pignataro Delegato Coordinatore e porta voce Ex LSU/LPU Calabria Romolo Cozza Delegato Coordinamento Regionale EX LSU/LPU della Calabria.
«Oramai sono diventati il 90% della forza lavoro ma che saranno i prossimi poveri, pensionati, della Pubblica Amministrazione. Per dodici anni hanno lavorato senza contributi previdenziali negli Enti locali, un vero e
proprio lavoro nero, legalizzato dallo Stato e ancora di più, la maggioranza, risulta, dopo anni, con orario part-time. Le pensioni, dopo trent'anni di attività, saranno di 700 euro. Il tutto, nel silenzio più assoluto dei sindacati e della politica».
«Gli stipendi - aggiungono - nella gran parte dei casi, sotto le 1000 euro a chi è fortunato, e si perchè nei comuni Calabresi, ci sono dipendenti comunali anche a 14/16 ore settimanali, cioè sotto le 700 euro al
mese, ma con funzioni e servizi anche superiori di qualifica».
Il grido d'allarme, arriva da un coordinamento di lavoratori, porta voce del Coordinamento EX LSU/LPU Giulio Pignataro, Romolo Cozza, che insieme a Oreste Valente, Giovanni Muto, Gino Pettinato e Giovanni Conforti stanno lavorando per le due iniziative delle vertenze dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato di tutta la Calabria, infatti a breve, organizzeranno a Roma, davanti a Palazzo Chigi, un flash mob a sostegno dei contributi previdenziali.
«Per dodici anni, - continua la nota - i Comuni hanno risparmiato centinaia di migliaia di euro, risanando bilanci ed ottenendo in cambio professionalità e tanti servizi, a gratis. Dal 2008, le stabilizzazioni, ma la maggioranza con contratti part-time, riconoscendo i contributi una buona parte potrebbe andare in
pensione. L'Inps, tace, mentre la Regione con un colpo di spugna e nessuna contestazione ne dei sindacati né dell'opposizione, di recente, ha tolto fondi agli LSU/LPU della Calabria per l'aumento delle ore, per destinarli ai lavoratori Arpal, altri precari Calabresi. Una guerra tra poveri».
«C'è attesa per un disegno di legge n. 539 presentato in data 03/02/2023, (disposizioni in materia di riconoscimento del diritto alla pensione ai lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità) da incardinare in commissione lavoro, ma il sottosegretario al lavoro, Claudio Durigon che ne è a conoscenza, non ha dato
nessuna risposta. Ora, ben vengano le iniziative del consigliere regionale del PD, Alecci che ha presentato una mozione dal titolo "mancati contributi previdenziali per gli "ex LSU/LPU" della Calabria, da inviare alla conferenza Stato/Regioni e l'interrogazione parlamentare dell'on. Gentile di Forza Italia per l'approvazione del disegno di legge n. 539» concludono.