«Abbiamo la tessera del sindacato in tasca»: dipendenti di un supermercato messi alla porta
Il fatto è avvenuto a Castrovillari. La CGIL denuncia condotte ritorsive di una nota catena della grande distribuzione, con lavoratori part-time puniti per essersi iscritti al sindacato e aver richiesto l'applicazione del contratto collettivo

CASTROVILLARI - Volano straccia davanti a un supermercato di Castrovillari tra azienda e alcuni dipendenti, rei - a sentire il segretario generale comprensoriale della Cgil, Andrea Ferrone - di avere la tessera del sindacato in tasca. Un gruppo di lavoratori, infatti, stamani ha dato vita a un presidio di protesta davanti all'ingresso del negozio dopo essere stati, a loro dire, vittima di ritorsioni per la loro richiesta di applicazione delle ore contrattuali.
La vicenda, che vede al fianco dei lavoratori la CGIL, avrebbe radici nelle modifiche repentine ai turni di lavoro subite dai dipendenti part-time subito dopo la loro adesione all'organizzazione sindacale. Secondo quanto riferito da Andrea Ferrone, l'azienda avrebbe risposto alle loro richieste – relative all'applicazione delle ore previste dal contratto collettivo – stravolgendo l'organizzazione oraria: da turni unici di quattro o cinque ore si è passati a turni spezzati, distribuiti tra mattina e pomeriggio, che, sebbene non aumentino necessariamente le ore totali, le rendono meno gestibili e potenzialmente più gravose.
La situazione è precipitata, però, con l'invio da parte dell'azienda di lettere di contestazione ai dipendenti, che sarebbero stati addirittura accusati di abbandono del posto di lavoro, con la consequenziale sospensione di cinque giorni. La CGIL contesta duramente questi provvedimenti, evidenziando come non rispettino l'articolo 7 dello Statuto dei Lavoratori, che impone una convocazione formale e la possibilità di difesa prima dell'adozione di qualsiasi misura disciplinare.
Nonostante le lettere di sospensione, i dipendenti si sono presentati regolarmente al lavoro per riprendere le proprie attività, ma si sono trovati l'ingresso sbarrato da un dirigente della società. A quel punto è scattata la protesta, con i lavoratori che hanno deciso di presidiare l'esterno del punto vendita, esponendo cartelli che denunciano una condotta «antisindacale e illegittima3.
Non solo, il sindacato ha annunciato azioni legali a tutela dei lavoratori, sottolineando la gravità della situazione. «È una fatto - dichiara il segretario comprensoriale della Cgil - che solleva interrogativi seri sulle condizioni e i diritti dei lavoratori». «Parliamo - agigunge - di dipendenti part-time che di fatto lavorano fino a otto o nove ore al giorno, ma vengono retribuiti solo parzialmente. Chi ha osato chiedere il rispetto delle regole è stato punito con un'aggressività inaccettabile».
Il sindacalista pone l'accento non solo sulla dignità del lavoro, ma anche sul ruolo del sindacato stesso e sulla libertà di associazione. «È un caso emblematico: si cerca di colpire chi decide di organizzarsi per far valere i propri diritti. Ma non ci faremo intimidire» ha concluso Ferrone.
Il presidio dei lavoratori continuerà a oltranza, con la CGIL che chiede il ripristino della situazione precedente, l'annullamento dei provvedimenti disciplinari e la cessazione immediata di quelli che definiscono comportamenti ritorsivi. La vertenza si preannuncia lunga e complessa, con implicazioni che potrebbero andare ben oltre il singolo punto vendita.