I Giganti di Cozzo del Pesco in stato di abbandono: la denuncia dei ragazzi di Rossano Purpurea
In occasione del primo maggio, il gruppo di giovani ha deciso di fare un'escursione. Durante il cammino l'amara scoperta: il percorso versa in totale stato di degrado, pieno di ostacoli e rischioso per la sicurezza dei viandanti

CORIGLIANO-ROSSANO – Il primo maggio i ragazzi di Rossano Purpurea Giovani hanno deciso di fare un'escursione nelle nostre montagne. Un’occasione di festa in cui «celebrare la bellezza del territorio dedicandogli tempo, sguardo e rispetto».
La meta scelta dai ragazzi è stata la riserva naturale dei Giganti di Cozzo del Pesco, ma l’esperienza si è rivelata una vera sfida ad ostacoli, in cui il gruppo hasperimentato lo stato di degrado e abbandono di uno dei luoghi più importanti della città.
«La giornata – hanno raccontato - è iniziata con una tappa che ci ha riempito di gioia: l'Abbazia di Santa Maria del Patìre era viva, piena di gente in festa, famiglie, bambini, turisti e pellegrini. Un segno bellissimo di come il patrimonio culturale calabrese possa ancora unire e attrarre, se vissuto con cura e partecipazione. Ma salendo ancora, verso i Giganti di Cozzo del Pesco, l'atmosfera è cambiata. Quello che doveva essere un viaggio nella meraviglia si è trasformato in un confronto diretto con l'abbandono».
Una spiacevole scoperta che ha lasciato i ragazzi sgomenti: «Già dai primi metri del sentiero ci siamo trovati davanti a uno scenario che non avremmo voluto vedere: alberi caduti da tempo, tronchi spezzati lasciati a terra, rami che sbarravano il cammino. Abbiamo dovuto arrampicarci, deviare dal percorso ufficiale, in alcuni tratti mettendo a rischio la nostra sicurezza. Non cercavamo un sentiero comodo o artificiale, ma nemmeno un itinerario in cui il degrado è diventato la regola».
A venir fuori è soprattutto la rabbia e il rammarico perché coscienti delle enormi potenzialità del territorio: «Quello che abbiamo trovato è inaccettabile per un sito che dovrebbe essere fiore all'occhiello del turismo naturalistico calabrese. Vedere quei giganti distesi a terra, dimenticati, senza segni di cura o rispetto, ci ha fatto male. Ci siamo chiesti perché un luogo così straordinario sia poco conosciuto fuori dal nostro territorio. Perché i Giganti di Cozzo del Pesco non sono una meta raccontata, valorizzata, difesa? La risposta ci è sembrata evidente: mancano attenzione, cura, visione. Manca una gestione che sappia vedere in questo posto non solo degli alberi, ma una storia viva da custodire e condividere».
Poi la denuncia: «Per questo abbiamo deciso di non restare in silenzio, perché la conoscenza e la cura nascono anche dall'indignazione. Allegando questo breve reportage fotografico, lanciamo un appello diretto alle istituzioni, al Comune di Corigliano-Rossano, alla Regione Calabria e a chiunque abbia responsabilità nella tutela del nostro patrimonio naturale: non voltatevi dall'altra parte. Per noi di Rossano Purpurea Giovani, valorizzare non può significare solo raccontare il bello, ma deve significare anche avere il coraggio di denunciare ciò che non funziona. Perché la bellezza non sopravvive senza cura, e la natura – anche quella più maestosa – ha bisogno della vigilanza di una comunità attenta. Per questo chiediamo un cambio di passo. Che il silenzio istituzionale lasci spazio all'ascolto, alla pianificazione, all'azione. Perché i luoghi come questo non devono essere visitati solo dai pochi che li conoscono, ma vissuti da tutti. Protetti, raccontati, tramandati».
Il messaggio lanciato dai giovani è chiaro. I Giganti del Cozzo del Pesco «non hanno bisogno solo di promozione, ma di manutenzione, di accessibilità sicura, di rispetto. Di cura continua, come ogni luogo che porta con sé un'eredità preziosa. Abbiamo visto con i nostri occhi che la bellezza c'è. Ma abbiamo anche capito che da sola non basta. La bellezza ha bisogno di mani che la sostengano, di voci che la difendano, di scelte concrete. I giganti, anche da terra, parlano. Sta a noi decidere se restare in silenzio... o rispondere».