Centrale del Mercure, il Governo impugna la "norma Laghi" e riaccende il dibattito politico in Calabria
Il divieto di installazione di impianti a biomasse nei parchi calabresi causa tensioni politiche all'interno del Centro Destra regionale che va in conflitto con il Governo centrale
ROMA - La vicenda della Centrale del Mercure di Laino Borgo si fa sempre più complessa, soprattutto dopo l’ultimo Consiglio regionale dello scorso dicembre. All'interno della legge omnibus, è stato approvato un emendamento alla Legge 36/2024 che vieta esplicitamente la creazione di centrali a biomasse all'interno dei parchi nazionali e regionali della Calabria, la cosiddetta "norma Laghi". Sebbene la norma sia passata in sordina, con ampia maggioranza, le sue ripercussioni hanno immediatamente sollevato un vespaio di polemiche.
Nei giorni successivi all’approvazione, diversi membri della maggioranza, tra cui i consiglieri Gentile, Graziano e De Nisi, hanno manifestato forti perplessità, chiedendo un'immediata revisione dell’emendamento. Una richiesta che, però, non ha trovato ascolto nei corridoi del potere regionale. E così, mentre i rappresentanti locali dell’opinione pubblica e le forze sociali si mobilitavano contro il divieto, il governo centrale ha deciso di intervenire, impugnando la “norma Laghi” davanti alla Corte costituzionale.
Questa mossa del governo non solo avvalora le preoccupazioni espresse dai tre consiglieri regionali, ma dà voce anche ai cittadini del Mercure e alle amministrazioni locali. Le comunità del territorio, in questi giorni, hanno alzato barricate, protestando contro quello che percepiscono come un grave danno al futuro energetico e occupazionale della zona. L’incertezza regna sovrana, e il futuro della Centrale del Mercure è ora nell’occhio del ciclone, esponendosi a un conflitto aperto tra il governo regionale e quello centrale.
Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, sostenitore della "norma Laghi", si trova in una posizione delicata. In un recente Consiglio regionale, ha persino minacciato dimissioni se fosse stata inclusa all’ordine del giorno una proposta di legge del Pd che mirava ad abrogare il testo controverso proposto dallo stesso Occhiuto. Nonostante sia riuscito a evitare la crisi immediata, la tensione continua a montare.
Ora, però, l’impugnazione da parte del Governo, potrebbe cambiare tutto, perché un conto è fare il braccio forte con il Consiglio regionale un altro, invece, è farlo con l'esecutivo nazionale. Insomma, viene a cadere, ancora una volta (dopo il caso degli NCC che ancora tiene banco), la solidità della "filiera istituzionale", quella macchina da guerra che di recente è diventato il cavallo di battaglia proprio del centro destra.
Resta solo da vedere come si evolverà questa situazione, ma è chiaro che la battaglia per la Centrale del Mercure è solo all'inizio, con denso di conseguenze politiche e sociali.