La Sibari-Roseto inizia a materializzarsi: «Siamo in perfetto orario!»
FOTO - Primi 7 km già percorribili. Marra (DL): «Entro 2025 si viaggerà su primi 18 km. Nel 2026 opera chiusa». Canalella: «Stiamo dimostrando serietà». E sulla Sibari-Co-Ro: «Ci auguriamo che territorio comprenda utilità opera»
CASSANO JONIO – Quella che si presenta davanti è una lunga lingua d’asfalto che dalle campagne di Doria si spinge dritta fino a sopra il tumultuoso torrente Raganello, alle pendici dell’Alto Jonio. Non sono molti chilometri, appena sette, ma rappresentano il cambiamento plastico di una narrazione che solo fino a qualche mese fa rendeva più credibili le visioni di maghi, draghi e giganti che non di una "normalissima" nuova strada. Ieri mattina, abbiamo avuto la possibilità di entrare nei cantieri del Terzo Megalotto della costruenda Statale 106 Sibari-Roseto. Per la prima volta da quel maggio 2020, siamo riusciti ad entrare non a piedi, non a bordo di un mezzo cingolato ma con la nostra auto. Pneumatici civili che incontrano un bitume steso per rivoluzionare il concetto di mobilità e connessioni nella Calabria del nord-est.
E se le chiacchiere stanno a zero è più che normale che, di riflesso, sono i fatti quelli che contano: la nuova strada prende forma, pur tra mille leggende nefaste e le cosiddette malelingue che a queste latitudini sono sempre pronte e inclini a raccontare solo quello che non va o, addirittura, ad inventarsi storie inesistenti. Come quella dei lavori per i viadotti ancora fermi, delle gallerie naturali bucate solo all’imbocco o della costruzione delle gallerie artificiali "bloccate" da ricorsi e controricorsi. Tutto falso. E lo abbiamo visto con i nostri occhi e annotato sui nostri taccuini: Da Sibari e fino a Roseto Capo Spulico è un pullulare di opere e cantieri, di manodopera e anche di un certo entusiasmo.
Ad accompagnarci in questa visita il responsabile della struttura territoriale di Anas Calabria, Francesco Caporaso; il responsabile delle nuove opere, Silvio Canalella; il Direttore dei Lavori, Biagio Marra; e l’Amministratore unico della Webuild Jonio, Contraente generale dell’Opera, Salvatore Lieto. Con loro abbiamo percorso tutti i nuovi sette chilometri di strada che sta nascendo a nord di Sibari: a partire dal viadotto Laghi, all’innesto con la Statale 534, e fino al viadotto Raganello.
Cronoprogramma ok: chiusura cantieri prevista entro 9 agosto 2026
«La data di ultimazione dei lavori dell’intera opera, prevista da contratto per il 9 agosto 2026, ad oggi è confermata dalle verifiche di avanzamento dei lavori. Per utilizzare un termine ferroviario, siamo in perfetto orario!». È quello che ci conferma subito l’ingegnere Marra. Che poi aggiunge: «Il fatto stesso che oggi si inizia a vedere un’opera fatta smontano le congetture di chi qualche tempo fa faceva leva sul parallelismo tra finanziamento speso e opera realizzata. Questo è tangibile, si vede chiaramente – sottolinea il Direttore dei lavori - che le attività costruttive dell'opera nella sua interezza seguono di pari passo quello che è l'impegno economico fin qui sostenuto». Già, perché nel conto non ci sono solo i primi sette chilometri già asfaltati ma anche la posa di tutte le gallerie artificiali, lo scavo di quelle naturali e l’innalzamento dei piloni dei viadotti, tra cui quelli del Pagliara e dell’Avena che rappresentano le opere d’arte della nuova arteria.
E se il cronoprogramma lavori prevede l’apertura di tutti e 38 km di strada entro il 9 agosto 2026, c’è un altro impegno da attendere nella tabella di marcia: l’apertura al traffico dei primi 18 km, compresi tra la SS534 e l’imbocco della galleria Trebisacce sud: «questo tratto sarà interamente percorribile entro fine 2025».
A lavoro per superare interferenze Consorzio di Bonifica
Tra Sibari e Roseto si continua a lavorare costantemente. Certo, non è tutto rose e fiori. Ci sono tutte le difficoltà che può produrre un mega cantiere da 1,3 miliardi di euro; che continuano a palesarsi e che vanno risolte, come il superamento delle interferenze del Consorzio di Bonifica. Una “grana” sulla quale sta lavorando Anas a stretto contatto con la Regione Calabria per cercare una soluzione – che a quanto pare è stata trovata – volta a realizzare gli interventi in campo all’ente consortile.
Un cantiere perennemente presidiato dallo Stato
«In tutto su questa opera lavorano 1500 persone – chiarisce Marra – di cui 900 tra operai e tecnici sono direttamente in cantiere». Una forza lavoro sorvegliata con discrezione dalle Forze dell’Ordine e dalla DIA che, a seguito del Protocollo d’Intesa siglato in Prefettura per tenere la criminalità organizzata fuori dai cantieri, di fatto, presidiano costantemente le attività di realizzazione della nuova strada. Tanto che il Terzo Megalotto è diventato modello per le procedure di gara e d’appalto per tutti gli altri cantieri pubblici che si stanno aprendo e che si apriranno nel prossimo futuro in Calabria e in Italia.
«Impegno del Governo è fortissimo sulla SS106»
«Questa opera rappresenta la prova provata nei confronti del territorio calabrese, in particolare di quello della Sibaritide, che il nostro impegno è stato e continua ad essere fortissimo, serio e concreto». Queste, invece, le parole di Silvio Canalella, responsabile delle nuove opere di Anas, che continua a catechizzare il lavoro estenuante fatto dalla struttura calabrese. «Quest’opera – ha detto - prosegue regolarmente e secondo cronogrammi ed oggi c’è la prima prova che quello di cui vi abbiamo parlato nei mesi scorsi corrisponde assolutamente alla verità». Quasi un monito, quello di Canalella affinché i territori tornino a fidarsi del sistema Paese. Così come è accaduto nel basso crotonese. «Finalmente – ricorda ancora - abbiamo mandato in gara tutti i Lotti della Catanzaro-Crotone. Questo a dimostrazione che l’attenzione del Governo e di Anas è massima verso la Statale 106, ma stiamo facendo anche di più perché anche laddove non abbiamo i finanziamenti immediatamente disponibili stiamo comunque portando avanti le progettazioni».
Sibari-Co-Ro, ricorsi potrebbero rallentare iter esecutivo
E poi il nodo cruciale della Sibari-Corigliano-Rossano, un’opera strategica per la terza città della Calabria che, però, sembra nessuno voglia. È di ieri la notifica del ricorso presentato dagli espropriati all’Ufficio del Presidente della Repubblica che potrebbe ritardare i tempi di realizzazione dell’opera. «Quello che possiamo dire – sottolinea il direttore delle nuove opere e responsabile unico della Sibari-Corigliano-Rossano - è che abbiamo seguito alla lettera quello che prevede la norma sugli espropri. Quindi siamo abbastanza tranquilli di avere operato nel solco delle norme. Per cui affronteremo e gestiremo questi ricorsi che ovviamente possono rallentare l'iter di pubblicazione dei bandi di gara».
«L’augurio – aggiunge Canalella - è che il territorio comprenda fino all'ultimo l'utilità di questa infrastruttura che è nata, così come anche la Crotone-Catanzaro e tutte le altre opere che hanno una progettazione recente, secondo il criterio della sostenibilità. Le nuove norme di progettazione stradale – spiega il dirigente Anas - sono tutte improntate sulla sostenibilità all'intervento. Sostenibilità significa che l'infrastruttura deve essere caricata del traffico e poi deve essere economicamente sostenibile. Il tracciato è stato ampiamente e profondamente studiato in tutte le sue sfaccettature, anche tenendo conto dell'attuale stato di incidentalità che attraversa la strada esistente. Se realizzassimo una strada che non scarica il traffico dell’attuale 106 non avremmo risolto il problema».
Nuova strada essenziale per aree urbane, porto e nuovo ospedale
Quindi, non potendo raddoppiare l’esistente per via dei tantissimi svincoli che si sono creati negli anni e per l’urbanizzazione che massiccia si è accalcata su di essa e considerato che una strada si progetta e realizza pensandola nel suo insieme e non solo nei particolari ne è venuto fuori un tracciato non troppo lontano dalla sede esistente ma soprattutto che possa connettere facilmente i due grandi centri urbani di Corigliano e Rossano, con le infrastrutture strategiche come il porto, le aree industriale e soprattutto l’ospedale. Del resto, senza una nuova strada veloce, il nuovo ospedale di Insiti sarà una cattedrale in pieno deserto!