Un orrore o una giustificabile eccezione?
In un periodo in cui si fa tanto parlare di nuova o allargata provincia, girando l'angolo di Via Nazionale, l'occhio viene attratto da un cartello della ricca odonomastica cittadina. E qui il tormento!
CORIGLIANO-ROSSANO – Nei giorni in cui in città è ritornato in auge il dibattito sull’istituzione di una nuova o allargata provincia, girando l'angolo di via Nazionale (area urbana Rossano) salta subito all'occhio - dei più attenti - uno dei cartelli della ricca odonomastica cittadina, che sta lì da un paio di decenni, con su scritto "Piazzale delle Provincie". E qui il tormento: un orrore o una giustificabile eccezione?
Ebbene "Provincie". Verrebbe da gridare all'orrore grammaticale o ad uno strafalcione, ma in realtà si tratta di una forma in disuso della parola provincia dovuta dall'etimologia del termine di origine latina (provinciae) ripresa poi nella lingua italiana. Tant’è che ai tempi dell’Assemblea Costituente della Repubblica Italiana nella redazione della prima versione della Costituzione Italiana la parola viene riportata come “provincie”, proprio per un motivo etimologico.
Tuttavia, già nel 1976, Aldo Gabrielli, uno dei più grandi linguisti italiani, pubblicava una serie di regole per dipanare una volta per tutte la questione dei plurali delle parole in -cia si è stabilita una regola: la i rimane se la c e la g sono precedute da vocale, cade se sono precedute da consonante. Quindi camicie e facce, ciliegie e spiagge… provincia, province.
Oggi esiste anche un altro criterio. Secondo il Dizionario Zingarelli del 2008 la forma plurale di “provincia” è “province” perché la forma “provincie” è caduta completamente in disuso. Questa “nuova” regola risolve la questione dei plurali di -cia e -gia in con un approccio tonico. Considerando cioè dove cade l’accento della parola. Se l’accento cade proprio su quella “i” allora il plurale conserverà quella “i”, diversamente, al plurale la “i” sarà omessa. Anche secondo questa regola più moderna “provincia” al plurale si conferma “province“, in accordo con lo Zingarelli del 2008.
Insomma, scrivere “provincie” è formalmente e convenzionalmente sbagliato. Ne fanno uso i puristi? Bontà loro, perché in giro di linguisti duri e puri se ne vedono davvero pochi. Che facciamo? Lo rinnoviamo quel cartello?