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Per raggiungere la Sibaritide (quando possibile) con Uber servono cifre astronomiche

3 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - «Lo sbarco di Uber nella nostra Regione è un’ulteriore possibilità per attrarre turismo e per sviluppare il nostro territorio». Lo ha detto ieri il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, salutando il nuovo servizio di trasporto automobilistico privato fondato nel 2009 negli Stati Uniti e che oggi si fa spazio in Calabria. Una regione che, nella visione del Governatore, non deve invidiare nulla alle altre regioni d’Italia e al resto d’Europa. Una Calabria competitiva, una Calabria che finalmente inizia a ad avere una prospettiva che va oltre il pregiudizio. E di questo i calabresi ne sono felici, soprattutto perché – almeno da oltre i confini – si inizia a guardare con un nuovo interesse e con una nuova prospettiva, questo pezzo di Italia da sempre colmo di tabù e preconcetti. Poi, però, oltre agli slogan, oltre alle buone e lodevoli intenzioni, dopo aver “guardato in grande”, bisogna fare i conti con la realtà, che è cruda e crudele.

Cos’è Uber? Alle latitudini della Calabria del nord-est rimane, purtroppo, pura propaganda. Non risolleverà le sorti del turismo, questo appare chiaro guardando quella che ad oggi la pianificazione del servizio e, soprattutto, i suoi prezzi (inaccessibili).

Insomma, uno spottone per promuovere turismo ma che poi alla fine turismo non ne attrae, anzi, probabilmente lo disincentiva. Il perché – dicevamo - lo si può leggere serenamente e a chiare lettere in quello che offre la realtà. Come buona abitudine abbiamo fatto la prova del nove al servizio di trasporto automobilistico privato più celebre al mondo, nato dal genio americano e applicato (malamente) alla realtà diminuita calabrese.

Uber, a conti fatti, nella Sibaritide-Pollino non esiste e, qualora si potesse prenotare, ha prezzi esorbitanti, da capogiro. E questo lo si constata scaricando l'App per device oppure accedendo dal desk al portale della compagnia di San Francisco.

 

Due limiti immensi

Al momento, ci sono due principali e grandissimi limiti che disinnescano la “bomba del cambiamento”. Il primo limite riguarda i prezzi. Una piattaforma nata con lo scopo di raggiungere capillarmente i territori abbattendo i costi di viaggio in Calabria si scopre con prezzi esorbitanti. Abbiamo fatto due simulazioni, prenotando un ipotetico viaggio dai due aeroporti regionali di Crotone e Lamezia Terme fino a Corigliano-Rossano. Vengono fuori due soluzioni: un Van a 6 posti o una Black car con tanto di chauffeur vestito di tutto punto. Prezzo? Per la prima soluzione ci vogliono 428,08 Euro per la seconda, invece, 284,22 Euro. Per intenderci, un turista X potrebbe arrivare a spendere complessivamente la stessa cifra di un Uber per trascorrere un week-end in Calabria (voli compresi).

Ma attenzione, la sorpresa – e qui entra in gioco il secondo limite di questo nuovo servizio – è il noleggio auto con conducente proposto dalla società americana non è capillare né, ad oggi, prenotabile per raggiungere le mete più interne. Se, infatti, spostassimo il geolocalizzatore da Corigliano-Rossano a – per esempio - a Longobucco, nel cuore della Sila Greca, ci accorgeremmo che lì Uber non da nessuna copertura oltre al fatto che non è nemmeno possibile pianificare un tragitto perché l'applicazione continua a restituire il laconico e triste messaggio “Uber non è disponibile in questa zona”.

Ora il problema, ovviamente, non è la buona volontà tanto meno l'idea del Governatore Occhiuto che, ribadiamo, in quanto a visione e programmazione ha dato una prospettiva a lungo termine alla Calabria. Il problema è la realtà. Qui – lo dicono esperti del settore – una piattaforma come Uber, almeno nelle aree periferiche della regione, non potrà mai funzionare finché avremo strade da terzo mondo, dove ad esempio per percorrere 80km si impiegano più di 2 ore. Un caso su tutti potrebbe essere il tratto tra Corigliano-Rossano e Crotone. Come si fa a chiedere ad un qualsiasi noleggiatore di applicare tariffe ragionevoli ed europee se quello stesso noleggiatore per fare il tragitto di andata e ritorno tra la Sibaritide e la città pitagorica impiega più di mezza giornata di lavoro? Sarebbe un esercizio a perdere, che non aiuterebbe nessuno.

Allora, probabilmente, sarebbe molto più importante impegnarsi e investire prima per l'ammodernamento della grandi infrastrutture, come sta facendo proprio il presidente Occhiuto per la nuova Statale 106 e per l'elettrificazione della linea ferroviaria jonica, e poi pensare a riempirle di servizi efficienti. Nel frattempo, però, si potrebbe potenziare l'esistente. Come, per esempio, il servizio ferroviario. Non esiste un treno navetta veloce che ad oggi colleghi in un'ora e mezza, via tirrenica, la stazione di Lamezia Terme a quella di Sibari, eliminando tante inutili fermate intermedie. Così come non esiste un sistema integrato treno/bus abbastanza competitivo che possa davvero rilanciare l'aeroporto di Crotone portando su quello scalo tutta l'utenza della Calabria del nord-est. Anche in questo serve visione.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.