Servizi e visione comuni, la Basilicata continua a guardare con “interesse” alla Sibaritide
Oltre la provocazione. Nuovo aeroporto, continui interscambi sociali e una piattaforma agroalimentare che potrebbe cambiare il destino del bacino jonico. Ecco cosa pensano il Governatore Bardi e la politica lucana della Calabria del nord-est

CORIGLIANO-ROSSANO – Se la Sibaritide e, più in generale, la Calabria del nord-est continuano a vivere, nel bene e nel male, a distanze siderali rispetto al resto della regione, è giusto che chi vive e opera in questo territorio, ad un certo punto, inizi a guardare oltre il proprio orizzonte. Del rest,o il concetto di dispersione tipico della diaspora significa proprio questo: quando la tua terra diventa, anche nella sola percezione, così arida da non consentire che nemmeno più un germoglio cresca, l’unica soluzione è quella di andare a trovare una nuova terra fertile e fruttifera. La Sibaritide oggi ha bisogno di questo, ha bisogno di andare a seminare altrove; ha necessità di trovare – evidentemente - un nuovo senso al suo avvenire in reazione a quelli che sono stati 70 anni di continuo e imperturbato sfruttamento. E questo lo ha intuito molto bene la politica d’oltre Pollino.
Qualche giorno fa dalle pagine del nostro web journal abbiamo lanciato uno spot provocatorio: Sybaris, la Calabria non ti merita. Allora, è meglio volgere lo sguardo e la bussola dello sviluppo verso altri orizzonti, magari e perché no, verso la vicina, prossima e confinante Basilicata. Ebbene, quella che era solo una provocazione si è ritrovata ad essere, invece, uno stimolo affinché in più parti della popolazione si risvegliasse quel sentimento “secessionista” che da anni campeggia a queste latitudini.
La storia, grottesca, dell’alta velocità ferroviaria (una nuova opera pubblica che ancora una volta favorirà la dorsale occidentale calabrese a danno della jonica e soprattutto del versante cosentino) non è stato altro che il pretesto per aprire una nuova discussione sulla necessità di oltrepassare il confine. Anche perché tante altre opere pubbliche che oggi si stanno realizzando in questo territorio (dal nuovo ospedale di Insiti, al terzo megalotto della SS106 per finire a quella che sarà la bretella autostradale di Corigliano-Rossano), in realtà, non sono altro che il minimo sindacale che bisognava riconoscere già da tempo ad un territorio che, pur tra mille defezioni, scippi e castighi, continua a produrre più di un terzo dell’economia calabrese.
Nella Sibaritide si è ormai consapevoli del fatto che in oltre mezzo secolo la vera ciccia (servizi, università, industria), quella che in base alla celebre Legge Colombo doveva essere equamente distribuita nel Meridione, la fetta destinata al nord della Calabria è finita tutta e per intero nell’area di azione di Cosenza.
La (non) autorevolezza dei nostri politici? È stato il male assoluto. Dal momento che continuano a rimanere asserviti e legati al capoluogo bruzio. Occorre un reset. Uno shock. Allora, ben venga un referendum che stacchi la Sibaritide dalla Calabria e la leghi alla Basilicata. In tanti, qui, lo vogliono. E in Lucania, invece? Sono abbastanza consapevoli anche lì che questa parte della Calabria potrebbe essere un corroborante forte per aumentare prestigio, autorevolezza e peso specifico di una regione piccola ma fortemente in crescita e in evoluzione.
E questo lo sanno bene il governatore Vito Bardi e la classe politica di governo lucana. Che in questi giorni abbiamo sentito raccolgiendo una loro reazione rispetto a questa nuova e inaspettata spinta che arriva dalla Piana di Sibari.
La visione vincente della Basilicata di delocalizzare servizi
Certamente c’è una visione che la Regione Basilicata in questi anni ha dato e continua a dare per ampliare non solo il suo bacino d’utenza ma anche il suo raggio d’azione. Un programma mirato scientificamente a sostenere la migrazione contermine (da Calabria, Campania, Puglia) più che ad allargare confini. Lo fa capire bene il Presidente Bardi quando gli chiediamo che ne pensa di una futuribile annessione della Calabria del nord-est alla Basilicata: «Negli anni scorsi – ha detto Vito Bardi all’Eco dello Jonio - si è tanto parlato della grande Lucania, volgendo lo sguardo verso una parte della provincia di Salerno, affine geograficamente e culturalmente alla Basilicata. La nostra giunta regionale vuole combattere lo spopolamento dando benefici ai cittadini lucani e a tutti coloro che vogliano diventare residenti in Basilicata. Penso al bonus gas, al bando non metanizzati, al bando prima casa e all’abbattimento della bolletta dell’acqua». E riguardo alla Sibaritide sottolinea: «Penso che le soluzioni non si trovino ridisegnando i confini ma offrendo più servizi, più infrastrutture e più opportunità a cittadini e imprese». Cose che mancano, come il pane, proprio al territorio dello Jonio cosentino dove non le infrastrutture pubbliche sono carenti, dove la mobilità è ai minimi termini, il diritto alla Giustizia arranca insieme ai presidi di sicurezza, e dove il diritto alla salute continua a rimanere di gran lunga al di sotto dei livelli minimi di assistenza.
La strategia sulla sanità
Ed è proprio sulla sanità che la Basilicata, soprattutto nell’ultimo decennio, è stata bravissima a venire incontro alle esigenze delle popolazioni del nord Calabria, rimaste clamorosamente senza sanità territoriale, potenziando gli ospedali di periferia. L’esempio sono gli ospedali di Lagonegro e Policoro che sono diventati il naturale approdo per tutte quelle popolazioni calabresi rimaste orfane degli ospedali di Praia a Mare e Trebisacce. La Basilicata è stata brava ad occupare gli spazi lasciati vuoti dalle istituzioni calabresi.
«Sappiamo bene – aggiunge il governatore della Basilicata - che vi è un collegamento tra la Sibaritide e il Metapontino, dovute anche alle difficoltà infrastrutturali delle nostre regioni. Il nostro obiettivo è poter erogare sempre più prestazioni presso le nostre strutture sanitare pubbliche e private, ovviamente al servizio di tutti». E ovviamente anche e soprattutto a servizio dei calabresi. «La Basilicata, in questi anni ha lavorato affinché i servizi venissero ben delocalizzati sul territorio. Ne sono un esempio gli ospedali di Policoro o il centro Crob per la cura delle patologie tumorali di Rionero in Vulture: due eccellenze sanitarie della nostra regione poste ai confini del nostro territorio proprio per attirare nuova utenza». A dirlo è Tommaso Coviello, capogruppo di Fratelli d’Italia in Basilicata che guarda con attenzione – e da tempo – alle dinamiche sofferenti sia del Vallo di Diano, nel salernitano, che della Sibaritide: «Due territori - aggiunge – che “spingono” verso la nostra regione perché carenti di servizi e che averli con noi significherebbe non solo aumentare il nostro valore demografico ma anche il nostro potenziale economico».
Insomma, Bardi e la politica lucana guardano attentamente alle esigenze dei calabresi, pensando anche di potenziare altri servizi volti ovviamente ad attrarre quel bacino d’utenza di quasi 200mila persone (un terzo dell’intera Basilicata) che nella nostra Regione rimane relegato nel limbo. Su tutti, ai trasporti e alla mobilità.
Potenziare la pista Mattei per fare scacco matto al Sant’Anna
A cosa serve investire scientificamente sulla pista Mattei, l’aeroporto del metapontino, se non a colmare il vuoto (anche questo clamoroso) lasciato dall’aeroporto di Crotone? Chi può pensare che un cittadino della Sibaritide raggiunga lo scalo Pitagorico solo per andare a Roma? «La pista Mattei di Pisticci – sottolinea Bardi - è una scelta strategica di questa amministrazione, confermata dal piano strategico e anche dal lavoro che sta facendo il consorzio industriale di Matera. Sicuramente, per poter avere una sua sostenibilità, un aeroporto in Basilicata deve guardare anche all’utenza fuori regione». E sicuramente quell’utenza non è quella pugliese, che ha aeroporti connessi con tutta Europa.
Sibaritide-Metapontino: la piattaforma agroalimentare più importante d’Europa
A riguardo, a spiegare ancora meglio cosa sarà l’aeroporto del metapontino, è Rocco Fuina. Il consigliere regionale Lucano del gruppo Lega parla di investimenti mirati: «Abbiamo messo in campo 1,5 milioni di euro – dice – che serviranno ad adeguare al volo, anche notturno, la pista. Sarà abilitata la torre di controllo e attivate le luci di pista». Ma si vuole fare concorrenza all’aeroporto di Bari? «Assolutamente no». L’idea è quella di essere complementari all’aeroporto del capoluogo pugliese «ampliando i servizi». «Il Metapontino insieme alla Sibaritide – sottolinea Fuina - insieme possono creare un distretto agroalimentare di importanza strategica in Italia e in Europa, da una parte con le fragole e dall’altra con le clementine. Mettere a servizio di questa produzione - precisa – un aeroporto per l’export credo sia una visione più che lungimirante per il vasto territorio che da Capo Trionto arriva fino alle porte di Taranto». Insomma, uno scalo commerciale ma che dovrebbe diventare polivalente anche con l’introduzione di voli di linea settimanali («possibilmente – aggiunge il consigliere leghista - verso i centri del nord Italia che incentiverebbero l’utenza del nord Calabria») e di voli turistici che anche in questo caso non gioverebbero soltanto a Matera ma anche e soprattutto all’economia diportistica lungo tutto il bacino dell’alto Jonio.
Insomma, se l’idea di annessione della Sibaritide alla Basilicata potrebbe rimanere ancora per lungo una suggestione (anche provocatoria) è certo che la “piccola” lucania è da tempo a lavoro per attrarre tutta l’utenza della Sibaritide… a tutto svantaggio dell’altra Calabria. Del resto, chi è causa del suo mal…