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Un museo civico a Co-Ro: il progetto c'è. L'intenzione?

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CORIGLIANO - ROSSANO - Un museo civico e una galleria comunale di arte contemporanea per favorire il fermento culturale, rianimare il centro storico dell’area urbana di Rossano e dare vita a tutta una serie di eventi e iniziative capaci di dare risalto al nostro territorio e diventare un punto di riferimento sul piano culturale. La proposta arriva dall’ Associazione Internazionale Centro Arte Club, presieduta da Ercolino Ferraina, che già lo scorso anno ne aveva parlato col sindaco e che, per dare seguito al progetto, ha scritto una Pec indirizzata al primo cittadino ma anche al Consiglio Comunale e alla Giunta tutta che, però, è rimasta lettera morta.

Questa mail certificata, inviata il primo giorno di primavera di quest’anno, non ha ricevuto infatti alcuna risposta. E se già è triste di per sé il fatto che un’associazione così quotata e attiva nel nostro territorio non abbia avuto nessun riscontro, è ancora più triste un atteggiamento di questo genere dal momento che, soltanto un anno prima, l’Amministrazione - almeno a parole - si era detta interessata al progetto.

L’idea è quella di un museo comunale, con sede scelta dall’Amministrazione stessa tra i tanti palazzi di proprietà dell’Ente, in cui poter esporre delle opere d’arte. Sulla mail si legge «il museo civico, grazie alla competenza e alle conoscenze acquisite dall’Associazione in 30 anni di esperienza ed attività territoriale ed extraterritoriale, potrà dotarsi di una donazione di circa 300 opere, il cui valore si aggira, secondo stime di settore, intorno alle 250 mila euro, di proprietà di un artista noto a livello internazionale. Il museo che s’intende proporre alla vostra attenzione - prosegue la pec - sarebbe un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della popolazione territoriale ed extra-territoriale. Aperto al pubblico, esso offrirebbe, acquisite e conservate, le testimonianze materiali ed immateriali, che, esposte a fini di studio, educazione ed apprezzamento, promuoverebbero la conoscenza al pubblico e alla comunità scientifica del territorio».

Insomma, visto il successo del Museo del Codex, di quello dell’Amarelli dedicato alla storia e alla produzione della liquirizia e il polo archeologico di Sibari, un museo civico nel centro storico potrebbe lavorare in sinergia con queste realtà già esistenti e far rifiorire il borgo.

Coinvolta nel progetto anche l’artista Patrizia Crupi, presidente dell’associazione CeSas. «L’intenzione è quella di fare leva sulla cultura per far rivivere un borgo che anno dopo anno si sta spegnendo e per offrire ai nostri giovani spunti ed interessi che possano aiutarli a scoprire nuovi orizzonti e consolidare le proprie passioni. Accanto al progetto del museo - entra più nel dettaglio la Crupi - c’è quello di una galleria di arte contemporanea comunale, la cui sede potrebbe essere individuata ad esempio nell’ex pescheria, che, di volta in volta, potrebbe ospitare esposizioni di diverso tema ma che ambisce a diventare un punto di incontro e di scambio dell’arte in generale. Accanto alla pittura si potrebbero immaginare occasioni dedicate alla poesia, al teatro, alle letture condivise. E c’è anche l’ipotesi di dare vita a una scuola d’arte e laboratori per chi volesse studiare con dei posti totalmente gratuiti - sebbene le quote di iscrizione sarebbero comunque modiche e misurate, ndr - per chi avesse talento ma non potesse permettersi l’iscrizione».

Insomma, l’arte per l’arte ma non solo. La galleria infatti, ospitando mostre a rotazione sostenibili grazie ad una piccola quota versata dai pittori stessi che decidono di esporre, non solo consentirebbe di far conoscere molti artisti locali e di talento più noti fuori casa che nella Sibaritide, ma creerebbe un indotto vero e proprio fatto da pittori che mettono in mostra i propri quadri, i visitatori e gli acquirenti. E poi ci sarebbe sempre qualcosa di nuovo da vedere e di cui fare esperienza. Un laboratorio artistico poi spingerebbe i frequentati a salire sul centro storico, riattivando un piacevole movimento e creando nuovo fermento.

L’Associazione Internazionale Centro Arte Club e la CeSas sarebbero disposte a mettere conoscenze e forze a disposizione. A ben guardare, le spese di questo progetto artistico, considerando che le sedi dovrebbero essere scelte dal Comune, non dovrebbero essere così esose e dunque gli introiti sarebbero in ogni caso maggiori delle uscite. Un disegno che metterebbe al centro l’arte in tutte le sue declinazioni e doterebbe Corigliano Rossano di un polo di interesse in più su cui contare. Poi si potrebbero attivare gemellaggi con altri Comuni che valorizzano la cultura attraverso musei civici e gallerie - degno di nota Acri, che con i suoi 20mila abitanti è stato lungimirante e ha saputo dotarsi del suo MACA, il museo di arte contemporanea -  e, sicuramente, un polo museale porterebbe nel borgo un flusso di presenze in più durante tutto l’anno. E non soltanto in quei limitati momenti durante le festività in cui assistiamo ad un’altissima densità di presenze che però non lascia nulla sul territorio.

Ma allora: perché no? Perché quella pec, inviata a seguito di colloqui verbali che sembravano dimostrare interesse per un progetto che nulla ha da togliere alla comunità ma che può soltanto arricchire, è rimasta lettera morta?

Valentina Beli
Autore: Valentina Beli

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare” diceva con ironia Luigi Barzini. E in effetti aveva ragione. Per chi fa questo mestiere il giornalismo non è un lavoro: è un’esigenza, una passione. Giornalista professionista dal 2011, ho avuto l’opportunità di scrivere per diversi quotidiani e di misurarmi con uno strumento affascinante come la radio. Ora si è presentata l’occasione di raccontare le cronache e le storie di un territorio che da qualche anno mi ha accolta facendomi sentire come a casa. Ed io sono entusiasta di poterlo fare