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Prezzo del carburante alle stelle e mezzi pubblici inesistenti: benvenuti in Calabria

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CORIGLIANO-ROSSANO - Il prezzo dei carburanti per autotrazione continua a rimanere su livelli mai toccati in precedenza, nonostante il prezzo dei produttori non sia aumentato.
Abbiamo imparato a conoscere parole nuove come le accise, ma quante e cosa sono esattamente? Oggi se ne contano ben 19 di accise sui carburanti in Italia, ma in realtà questo conteggio non ha più molto senso perché nel 1995, quindi più di venticinque anni fa, le varie accise sono state inglobate in un'unica imposta indifferenziata che finanzia il bilancio statale nel suo complesso. 

Per quanto riguarda il gasolio partono dal finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936, per il finanziamento della crisi di Suez del 1956,  per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963, per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966,  per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968, per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976, per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980 e terminano con quella per far fronte all’alluvione che ha colpito Liguria e Toscana nel 2011 e quella per il decreto “Salva Italia” del 2011.

Per quanto riguarda invece la benzina si parte sempre dall’accise che riguarda la guerra in Etiopia del 1935 e 1936 alla quale se ne sommano tante altre per finire a quella per la ricostruzione dopo il terremoto in Emilia del 2012.

Le accise sulla benzina rappresentano il 38% del costo totale e l'Iva il 18% (in totale rappresentano il 56%, in media con la percentuale indicata sopra). Le accise sul diesel pesano per il 35% e l'Iva il 18% (53% il totale finale).

Senza le accise e l'Iva la benzina costerebbe: 0,868 euro. Discorso simile per il gasolio, per il quale a fronte di un prezzo al litro pari a 1,845 euro si pagano 0,617 euro di accise e 0,332 euro di Iva. Se queste venissero tolte le accise e l'Iva l'automobilista pagherebbe: 0,896 euro.

Il rincaro sui carburanti si ripercuote sui consumatori finali. Gli autotrasportatori adeguano i loro prezzi così come hanno fatto gli operatori del trasporto pubblico che alzano il prezzo dei biglietti, ma c’è una porzione di popolazione italiana che soffre più di altre ed è quella porzione di cittadini che abita in regioni dove il trasporto pubblico lascia a desiderare.
Nel mentre nel resto del Paese i rincari si avvertono e toccano le tasche dei cittadini, in Calabria, ma anche in Sicilia ed in Basilicata si avvertono in maniera considerevole; se in Piemonte o in Lombardia il cittadino può optare per il trasporto pubblico invece dell’utilizzo della propria autovettura, questa cosa da noi non è possibile.

Proviamo ad immaginare chi lavora lontano dalla propria abitazione, con il trasporto pubblico sarebbe praticamente impossibile recarsi a lavorare, a meno che non ci si decida di fare come quella bidella napoletana col lavoro a Milano che praticamente era diventata residente su di un treno. In pratica si è costretti a utilizzare la propria auto con tutto quello che ne consegue.

In estrema sintesi: le accise gravano su tutti i cittadini, ma per calabresi, lucani e siciliano diventano insopportabili; eppure qualcuno pensa di fare il ponte sullo stretto.
 

Gino Campana
Autore: Gino Campana

Ex sindacalista, giornalista, saggista e patrocinatore culturale. Nel 2006 viene eletto segretario generale regionale del Sindacato UIL che rappresenta i lavoratori Elettrici, della chimica, i gasisti, acquedottisti e tessili ed ha fatto parte dell’esecutivo nazionale. È stato presidente dell’ARCA territoriale, l’Associazione Culturale e sportiva dei lavoratori elettrici, vice presidente di quella regionale e membro dell’esecutivo nazionale. La sua carriera giornalistica inizia sin da ragazzo, dal giornalino parrocchiale: successivamente ha scritto per la Provincia Cosentina e per il periodico locale La Voce. Ha curato, inoltre, servizi di approfondimento e di carattere sociale per l’emittente locale Tele A 57 e ad oggi fa parte del Circolo della Stampa Pollino Sibaritide