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Viaggio tra gli expat de L’Aja per capire come si vive “all’ombra” di un parco eolico offshore

3 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Come si vive e convive con un parco eolico offshore? Le pale eoliche in mare producono danni all’ambiente? Sono un deterrente per il turismo? Rappresentano un problema per l’economia ittica? Ma soprattutto quanto incidono sulla qualità della vita? Sono domande che abbiamo rivolto ad alcuni expat calabresi che da anni, ormai, risiedono all’estero, a L’Aja per l’esattezza, nei Paesi Bassi, dove proprio a largo delle coste è in funzione da qualche anno uno dei più grandi parchi eolici offshore d’Europa.

In questi giorni stiamo approfondendo il progetto, in fase di autorizzazione al Ministero dell’Ambiente e dell’Energia, per la realizzazione di un parco ibrido (eolico/fotovoltaico) a largo delle coste di Corigliano-Rossano e del basso Jonio cosentino. Un progetto colossale e unico nel suo genere, trattandosi del primo che si dovrebbe installare in mare aperto nel bacino del Golfo di Taranto (il primo in assoluto nel Mediterraneo se non dovessero andare in porto altri progetti previsti nell’Adriatico).

Un’idea che, però, ad oggi viene recepita dal territorio con molta diffidenza e distacco, forse anche con paura e una certa freddezza. Avevamo necessità di capire e, dunque, siamo andati lì dove i parchi eolici offshore sono ormai una nuova frontiera sperimentata da anni.

La percezione che abbiamo avuto tra gli expat de l’Aja è che un campo eolico in mare, di fatto, non procura alcun problema alla quotidianità di chi vive in quelle zone d'Europa. «Perché, c’è un parco fotovoltaico offshore a largo di questa città?» ci ha risposto sarcasticamente Francesco, originario di San Lucido, quando gli abbiamo com’era convivere con queste strutture roteanti sullo specchio d’acqua.

In realtà quello che l’Eco dello Jonio ha voluto provare a fare, raccogliendo le testimonianze degli emigrati,  è cercare di consolidare quel cammino di consapevolezza che spesso alle nostre latitudini manca e, in assenza, spesso si assumono decisioni dettate esclusivamente da pregiudizi. Senza alcuna esperienza diretta ed empirica.

Ad accompagnarci in questa “passeggiata” per le vie de L’Aja è Stefania Ferraina, originaria di Corigliano-Rossano e ormai stabilmente residente, insieme alla sua famiglia, nella città dei Paesi Bassi. Con lei intervistiamo alcuni expat della comunità calabrese e italiana.

Chiediamo innanzitutto qual è la qualità della vita e dell’ambiente in una grande città, altamente industrializzata ma che da oltre un decennio ormai ha avviato il processo di transizione energetica. «Sono sei anni che vivo a L’Aja - ci racconta Francesco - e non ho vissuto la differenza tra il vivere prima e dopo l’istallazione degli impianti ad energia rinnovabile. Quando sono arrivato nella città tali impianti erano già presenti. Detto ciò, la qualità dell’ambiente in cui vivo è discreta ma non credo che gli impianti ad energia rinnovabile abbiano influenzato in qualche modo la qualità dell’ambiente». Alla stessa domanda ci risponde Anna, lei è originaria di Latina. «Qui la qualità dell’aria è ottima. C’è molto verde e tutto è tenuto pulito e in ordine».

Quello che colpisce, parlando con gli expat, è la straordinaria convivenza che ormai c’è tra il tessuto urbano e gli impianti di energia rinnovabile. Pannelli solari, pale eoliche, mulinelli ad acqua sono una normalità che passa inosservata, anche perché non crea alcun danno o fastidio. E il solo chiedere, insinuando il dubbio che qualcuno di questi elementi possa provocare danni o problemi di qualsiasi tipo alla quotidianità o alle diverse attività dell’uomo, suscita ilarità. Abbiamo chiesto, ad esempio, volendo rapportare l’esperienza consolidata nei Paesi Bassi ad una futuribile realtà che potrebbe consolidarsi nel nostro territorio nel prossimo futuro se il parco eolico marino avesse creato dei problemi all’economia ittica e peschereccia o a quella turistica di quelle aree. «Den Haag (L’Aja) vive di pesca e turismo ed a quanto mi risulta, ad oggi non ci sono stati contraccolpi causati dalle pale eoliche in mare». A dircelo è Beatrice, un’altra delle italiane che vive da anni nei Paesi Bassi. Che aggiunge: «Anzi, come accennato prima, il turismo non è disturbato da questo e sopratutto gli olandesi hanno reso turistici dei villaggi proprio a seguito della costruzione di impianti eolici offshore. Qui si va al mare senza alcun tipo di disagio».

Camminando per L’Aja, in realtà, e vedendo impianti di energia rinnovabile un po’ ovunque (persino sulle pensiline del tram) è facile pensare che la corrente elettrica abbia un costo prossimo allo zero. Eppure non è così. Paradossalmente, infatti, sono proprio i costi dell’energia a creare disagio ai cittadini. Costi, però, che sarebbero lievitati all’indomani dello scoppio della crisi tra Russia-Ucraina. Ma anche in questo caso, parlando con gli expat, l’ilarità si è ribaltata, abituati come siamo noi in Italia a pagare bollette della luce esorbitanti. «Il costo medio della bolletta è piuttosto alto» ci dice sornione Salvatore. «Prima dello scoppio della guerra in Ucraina, il costo era di circa 23 centesimi a Kw. Siamo poi passati ad un costo di circa 84 centesimi ed adesso il costo è sceso a 44. Considerando che il nostro consumo medio annuale si aggira intorno ai 3500Kw, la bolletta è considerevole». Praticamente Salvatore a L’Aja, nei Paesi Bassi, quest’anno avrà un costo medio annuo di 1.540 euro di bolletta elettrica. La signora Maria di Corigliano-Rossano, invece, per lo stesso consumo spenderà, invece, all’incirca 2.500 euro!  

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.