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Longobucco a rischio isolamento: frane sulla vecchia strada e rallentamenti nella realizzazione della nuova Sila-Mare

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LONGOBUCCO – Longobucco rischia di rimanere isolata dalla costa jonica e quindi dal resto del mondo a causa di una frana lungo la Statale 177 “Silana rossanese”. La voragine si è aperta lungo l’arteria durante la notte tra il 29 ed il 30 novembre scorsi, quando un violento nubifragio si abbatté su tutto il versante nord-est della Calabria. Da allora, a parte le recinzioni e i cartelli di pericolo non è stato fatto nulla. Le recenti precipitazioni dei giorni scorsi, però, hanno aggravato ancor di più le condizioni della strada che oggi è percorribile solo attraverso quello che resta di un lembo di corsia. Oltre quella striscia d’asfalto c’è il precipizio. Fino a quando potrà reggere?

Insomma, il rischio che all’improvviso il centro capoluogo della Sila Greca possa rimanere tagliato fuori da ogni collegamento con i servizi principali (con gli ospedali innanzitutto) è concreto e reale. Anche perché la frana si è aperta proprio in quel tratto che si trova in prossimità del centro abitato del Destro, poco prima dell’innesto con la Sila-Mare che si trova più a valle. Proprio quella “nuova strada”, in costruzione da 40 anni, che se venisse aperta anche nel tratto compreso tra Destro e il bivio con Caloveto, potrebbe consentire di bypassare e superare per sempre tantissimi disagi. E invece, il momento della consegna dei lavori di quel lotto strategico, atteso già entro il 31 dicembre scorso, stenta ad arrivare e l’intero entroterra longobucchese rimanere in bilico su una superficie molto precaria e in preda al dissesto.

Non è solo, infatti, la frana lungo la Statale 177 a preoccupare cittadini e le tante imprese agricole che ancora operano e resistono in quell’area. Ogni giorno da ogni parte del comprensorio comunale longobucchese, che si estende per 23mila ettari, arrivano decine di segnalazioni di condizioni limite, di situazioni a rischio, dettate dal costante dissesto idrogeologico. Su tutte, ricordiamo quella dei valloni Bartoli e Citino, nella frazione Ortiano e quella della strada Castellaccio che collega la stessa frazione alla statale 177.

Per non parlare, poi, del centro abitato di Longobucco: un intero paese che vive in bilico in mezzo a grandi frane. Tre in particolare: quella di Via Castello, quella della parete sinistra del Macrocioli e quella di Via Manna. Anche qui gli interventi sono fermi.

«Un territorio martoriato dagli incendi e dai tagli sproporzionati dei boschi cause principali del disfacimento del territorio». Questo il grido d’allarme che oggi torna a lanciare la camera del lavoro della Cgil di Longobucco, guidata da Tonino Baratta, annunciando l’apertura di una nuova campagna di protesta. «Bisogna arginare questo fenomeno – dice Baratta - e impiegare più manodopera per la salvaguardia del territorio».

Per questi motivi per il prossimo sabato 25 febbraio 2022 la Cgil di Longobucco ha organizzato una manifestazione volta proprio a rilanciare la questione del dissesto idrogeologico.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.