Rotte crocieristiche, Co-Ro sempre più isolata: Crotone pensa a munirsi anche di un deposito di Gas liquido. E qui?
Mentre si consuma la polemica sulle paternità e l’utilità della nuova banchina crocieristica nessuno si preoccupa di creare una destinazione e una piattaforma di servizi per il turismo dal mare. Continuiamo a rimanere privi di visione
CORIGLIANO-ROSSANO – Banchina crocieristica nel porto di Corigliano-Rossano, mentre nella Sibaritide e in città si continua a consumare la polemica sulla inutilità della nuova infrastruttura che dovrebbe sorgere nella grande darsena ionica – concetto ovvio senza una programmazione e una visione – e addirittura c’è chi continua a blaterare per rivendicare paternità per una cosa che ancora non esiste, in altre parti della Calabria sono più concreti e vanno al sodo. Crotone. La città pitagorica con il suo territorio non solo ha dimostrato di essere più concreta rispetto a Corigliano-Rossano e alla Sibaritide riguardo alla realizzazione della nuova Statale 106 (il progetto della Kr-Cz pur essendo partito con un handicap rispetto a quello della Sibari-Co-Ro oggi è diventato programma bandiera e semmai dovesse essere realizzata una nuova strada quel tratto sarà prioritario) ma oggi sono pronti anche a soffiarci una nicchia di mercato che fino a qualche mese fa era tutta ad appannaggio della Calabria del nord-est: il mercato crocieristico.
A Crotone invece che perdersi in chiacchiere e in rivendicazioni inutili, che negli ultimi 40 anni invece hanno distrutto le prospettive e le aspettative dell’area della Piana di Sibari e sono state il vero cancro di questo comprensorio, pensano a creare una visione. Il porto di Crotone non è appetibile strutturalmente per le compagnie crocieristiche a causa dei fondali troppo bassi della darsena (problema che, invece, non esiste a Corigliano-Rossano) che non consentono l’attracco di grandi navi. Allora, per incentivare l’ambiente crocieristico, che negli ultimi mesi ha portato grande profitto nel mercato turistico della zona crotonese, con l’arrivo di navi più piccole ma che solitamente sono anche le più ricche (destinate ad una popolazione crocieristica più elitaria), si sta pensando di rispolverare un progetto rimasto nel cassetto dal 2017: la realizzazione di un deposito di Gas naturale liquido in small scale che contribuirebbe ad alimentare ulteriormente i fabbisogni del territorio, senza per questo interferire con gli obiettivi strategici perseguiti dalle opere di portata maggiore (il rigassificatore di Gioia Tauro, ad esempio) ma che sarebbe una panacea anche per tutte le compagnie crocieristiche.
Infatti, l’elemento cardine, il compromesso per compiere la transizione completa tra l’utilizzo degli idrocarburi pesanti (petrolio e combustibile da esso derivante) e le energie alternative e pulite, da qui e per il prossimo ventennio, è rappresentato proprio dalla risorsa naturale del gas. E anche le navi, non solo quelle da crociera, navigheranno tutte con questo combustibile.
Cosa c’è di meglio, quindi, nell’offrire ad un armatore la possibilità di fare rifornimento alla sua imbarcazione in un contesto dove c’è anche tanta offerta culturale e turistica?
A Crotone lo hanno capito, alle latitudini della Sibaritide – invece – si continua a discutere del nulla o addirittura della realizzazione della terza darsena che è sì un progetto importante ma totalmente inefficace se si considera che il porto di Corigliano-Rossano ad oggi non offre alcun tipo di servizio mercantile, né all’interno tantomeno nelle sue prossimità. È tutto un divenire di parole e concetti fumosi. Mancano mission, visione, programmazione e concretezza del futuro. Si parla soltanto. Spesso non sapendo nemmeno quello che si dice.
Una cosa è certa e lo sa bene chi opera nei diversi settori produttivi: non esiste alcun tipo di sviluppo (industriale, turistico, agricolo, etc.) senza un compromesso ambientale. Abbiamo detto no all’industria pesante proposta da Enel e ancor prima al rigassificatore da realizzare proprio nell’ambito del porto, perché nelle nostre prerogative, nelle nostre vocazioni c’erano l’agricoltura, la pesca e il turismo. A distanza di 13 anni, ormai, dal rifiuto -condivisibile – alla riconversione a carbone della centrale di Cutura e a oltre 20 dal no all’impianto di rigassificazione, non ci resta nulla.
L’agrumicoltura e l’olivicoltura, punti focali dell’economia verde per Corigliano-Rossano, sono ripiegate su loro stesse; il settore pesca è in caduta libera, dacché la marineria di Schiavonea era la prima nel Mediterraneo oggi arranca perché priva di qualsiasi sostegno (se non a parole); il turismo, invece… un capitolo impietoso e increscioso soprattutto per la terza città della Calabria.
Ma continuiamo a filosofeggiare mentre tutti i treni passano e noi girati dall’altra parte ad aspettare un inesistente Galaxy Express 999… il treno delle stelle!