Raccolta firme contro fusione, il Consiglio regionale di fatto rende inutile l’iniziativa
Un emendamento alla Finanziaria pone il limite di 15 anni per poter proporre un referendum
La legge finanziaria, approvata giovedì scorso 22 dicembre dal Consiglio regionale della Calabria, ha previsto un comma riguardante la legge istitutiva sulla fusione tra comuni. Un comma che in altri momenti poteva passare inosservato, ma che oggi, alla luce di quanto sta ponendo in essere il C.R.A. (Comitato per il ritorno all’autonomia) assume una portata molto importante. Infatti l’emendamento cui si faceva cenno prima, stabilisce che dalla nascita di un nuovo comune derivante dalla fusione tra due o più enti locali, debbano passare almeno 15 anni prima che si possa chiedere un referendum che possa rimettere in discussione la fusione. A ben vedere questa decisione assunta dall’assemblea di palazzo Campanella viene avvertita dai responsabili del C.R.A. come un fulmine a ciel sereno, un provvedimento assolutamente inatteso. Questo perché, come si ricorderà, il Comitato, guidato da Mario Gallina, è da circa un mese che ha organizzato dei banchetti per la raccolta delle firme. Fin qui, per quanto riferito dai promotori, le firme raccolte sono abbastanza, tanto da far esprimere in toni ottimistici gli antifusionisti riguardo il termine fissato dalla Regione per raccoglierne almeno 5000. La domanda che ora in molti si fanno è questa: alla luce della decisione del Consiglio regionale la raccolta di firme dovrà essere definitivamente interrotta, oppure proseguirà come se nulla fosse? Il presidente del comitato, Gallina, non appare per nulla turbato: «la legge approvata attraverso un emendamento infilato in coda ad una legge finanziaria secondo la quale occorrono 15 anni per abrogare una precedente legge regionale non sta né in cielo né in terra». Per Gallina «Si tratta di un provvedimento contro la nostra proposta di legge di ritorno all’autonomia dei due precedenti comuni che potranno dire la loro nel panorama dei comuni di media grandezza senza perdere la loro identità ed autonomia. Si è trattato – ha aggiunto – di una cosa da briganti per impedire alla nostra iniziativa di andare avanti». L’attivitá del C.R.A., questo è il senso delle affermazioni del suo presidente, andrà avanti secondo il programma già stabilito e che prevede diverse iniziative per raccogliere firme. Ma è chiaro che nei prossimi giorni la questione dovrà essere chiarita, soprattutto per non vanificare il lavoro che il CRA fin qui ha posto in essere. Anche in questa circostanza il fuoco delle polemiche, tra fusionisti e antifusionisti, ha ripreso vigore. Adesso toccherà alla Regione Calabria chiarire quello che dovrà essere il destino dell’iniziativa promossa dal Comitato.