Trasporto pubblico bloccato per lo sciopero di 24 ore indetto dai dipendenti della Ias Scura
Dura presa di posizione dei lavoratori della Faisa Cisal Calabria nei confronti della società di trasporti che non ha ancora avviato le trattive con i sindacati, per il rinnovo dei contratti

CORIGLIANO-ROSSANO - I lavorati della Ias Scura stanno osservando 24 ore di sciopero per rivendicare ulteriormente il diritto alla contrattazione aziendale, che la Società datrice non ha inteso rinnovare se non a parole e rinviando continuamente la trattazione dell’argomento.
Il tempo delle filastrocche è finito. Bisogna assumere impegni certi e rendere esigibili i diritti dei lavoratori che, in difetto di una pronta risposta aziendale intesa a raggiungere un accordo, cesseranno ben presto di rendere le attività che contrattualmente non sono dovute.
Abbiamo sempre considerato lo sciopero uno strumento da evitare, salvo che non ci si trovi di fronte a datori di lavoro talmente sordi da non poter far altro che fermare il servizio.
La Ias Scura deve comprendere che il tempo a sua disposizione per disciplinare materie che il contratto nazionale demanda a quello aziendale non è illimitato, ma è anzi scaduto da un pezzo.
Ci attendiamo, quindi, di vedere ammainata la bandiera della contrapposizione e abbandonata l’idea del “campa cavallo…”, in favore di un confronto vero che porti alla rapida condivisione di un accordo sul salario accessorio aziendale.
Lo sciopero di oggi, il quale andamento conforta l’azione sindacale, vuol essere l’ennesimo segnale della determinazione dei lavoratori e della Faisa-Cisal che la Ias Scura non può ignorare trincerandosi dietro scuse banali e argomentazioni fuori dal tempo.
La forza lavoro è il primo e più importante tassello di qualsiasi realtà aziendale e trascurarne il valore, disinteressandosene, non aiuta principalmente la stessa Impresa, che deve invece assicurare un dialogo costante e fondato sulla lealtà ed il rispetto del lavoro di chi – tanto quanto l’Azienda – manda avanti l’attività.
Il Tpl, al di là di ciò che altri vorrebbero far credere, soffre assai meno di tantissimi altri settori gli effetti della crisi derivata da fattori come la pandemia e la guerra in Ucraina che, sebbene costituiscono reali, famigerate circostanze, non giustificano la mancata corrispondenza datoriale ai legittimi diritti dei lavoratori.
Restiamo sempre aperti al dialogo vero, rifuggendo prese di posizioni sterili e infruttuose e respingendo ogni tentativo rivolto a mistificare la realtà, da qualsiasi parte provengano.
(fonte comunicato stampa)