Nuovo sit-in di protesta dei dipendenti dell'impianto rifiuti di Bucita: zero certezze sul futuro lavorativo
Intanto la Cgil-Fp ha chiesto un incontro al Prefetto per trovare una soluzione alla vertenza. Pare che gli stipendi arretrati siano stati saldati stamani ma nell'impianto a regime ridotto da mesi c'è poca produzione
CORIGLIANO-ROSSANO - Tornano a protestare i dipendenti dell'impianto di Bucita. C'è profonda incertezza sul loro futuro occupazionale e per questo stamattina un gruppo di loro si è "accomodato" in sit-in davanti ai cancelli della struttura consortile, nata per il trattamento e la cernita dei rifiuti. Con loro anche il comparto funzione pubblica dell Cgil che ha chiesto un incontro urgente al Prefetto di Cosenza, al fine di trovare una rapida soluzione alla vertenza.
La protesta è nata essenzialmente perché nei prossimi giorni, con molta probabilità, l'azienda che gestisce l'impianto e che ad oggi opera con un regime di prorogatio, sarà costretta a fare un taglio netto sui dipendenti. E questo perché, all'interno della struttura di selezionamento rifiuti di Corigliano-Rossano, l'unica in provincia di Cosenza sotto l'egida pubblica (l'impianto è di 38 comuni consorziati dell'area ionica), è da tempo che non si lavora più a pieno regime. L'Ato Cosenza e prima ancora l'Aro della Sibaritide, infatti, nei mesi scorsi hanno deciso di attuare procedure straordinarie di smaltimento degli scarti in altri impianti privati della provincia, perché evidentemente ritenuti più convenienti rispetto al conferimento su Bucita.
Da qui la lenta riduzione degli ingressi nell'impianto consortile. Non solo, la Ekrò (gestore dell'impianto), recrimina ai comuni una serie di fatture ancora insolute per un importo pari a qualche milione di euro. Tutto questo, tra un calo delle prestazioni della struttura e fatture non incassate, ha generato il caos. E a pagarne le estreme conseguenze è l'anello più debole della catena: i lavoratori.
Oggi, a quanto pare, gli stipendi arretrati sarebbero stati pagati. Ma non basta perché - come dicevamo - per molti di loro non c'è certezza sul futuro occupazione e nemmeno la prospettiva di un ipotetico stato di cassa integrazione. Praticamente non c'è nulla e questo preoccupa non poco padri di famiglia che hanno la necessità di sbarcare il lunario soprattutto in un momento di crisi epocale.
Intanto la Cgil ha chiesto un incontro al Prefetto di Cosenza
«Una situazione non più sostenibile - è il commento laconico di Vincenzo Casciaro, Segretario Generale Fp-Cgil comprensoriale – per la quale bisogna adottare soluzioni urgenti e definitive». Facendosi carico delle difficoltà cui sono costretti i lavoratori, il sindacato ha così proclamato lo stato di agitazione e ha richiesto un urgente incontro al Prefetto, al fine di sedersi al tavolo insieme a Ekrò, Ato e Comuni conferenti, in modo da affrontare una volta per tutte i problemi che si trascinano da mesi, ed evitare così il loro perpetuarsi.
«Con l’avvio delle procedure di raffreddamento e conciliazione dei conflitti - dice ancora Casciaro - in caso, di esito negativo, i lavoratori dell’impianto pubblico di Bucita sono pronti a indire lo sciopero, con il conseguente fermo di tutte le attività dell’impianto. Ma ci auguriamo che l’incontro in Prefettura possa essere risolutivo, affinché si dia continuità alle attività dell’impianto di Bucita, con ciò mettendo in sicurezza la continuità lavorativa dei Dipendenti e anche per consentire all’intero territorio conferente di tornare a programmare le attività di pulizia, senza dover adottare soluzioni d’emergenza».