Il caos degli Oss, pronti a rifornire gli ospedali di professionalità ma inspiegabilmente fermi
Sono vincitori di concorso che potrebbero essere subito impiegati per dare “ristoro” alla rete ospedaliera. Tutte le istanze di assunzione avanzate da oltre un anno, ormai, stanno cadendo nel vuoto e quella graduatoria ora sta per scadere
CORIGLIANO-ROSSANO – Alle volte (ma solo alle volte, sic!) sembra che i problemi della sanità calabrese non vogliano essere risolti. Nonostante la carenza continua e costante di personale, a tutti i livelli, si continua ad avere difficoltà a reperirlo. Si pensi agli infermieri e si pensi, ancor di più, al personale medico che, per alcuni casi specifici come gli anestesisti, sembrano essere diventati una rarità (ne abbiamo parlato qui).
Poi, però, ci sono casi e situazioni paradossali come quello che interessa ormai da tre anni un nutrito drappello di operatori socio-sanitari, pronti ad essere assunti e a riempire gli ospedali calabresi di professionalità e supporto all’apparato medico e paramedico e che, invece, rimangono intrappolati in una graduatoria. Parliamo degli Oss vincitori di concorso nell’Asp di Vibo Valentia, la gran parte dei quali sono residenti nelle diverse aree della regione.
Non vengono assunti nonostante ne abbiano diritto e competenze acquisite e nonostante continuino a prestare servizio nei diversi nosocomi calabresi da precari.
Una situazione paradossale, dicevamo, e «inverosimile» come dicono gli stessi rappresentanti degli “idonei” inseriti nella famigerata graduatoria dell’Asp di Vibo Valentia. Che ritornano a lanciare un appello, «fondamentalmente» in una storia occupazione del tutto particolare che con il tempo «si è trasformata in un incubo».
«Un anno prima che si insediasse la Giunta Occhiuto – raccontano - abbiamo scritto in Regione con una volontà ferma ben precisa di lavorare per la nostra Calabria. Fu anche sottoscritta dall’allora capogruppo consiliare di “Io Resto in Calabria” Marcello Anastasi un'istanza di scorrimento della graduatoria degli Oss di Vibo che venne pure inviata all’ex commissario della sanità Longo».
Il fatto è che, a breve, quella graduatoria attiva e che potrebbe dare ristoro occupazione (non precario) scadrà. «Il disappunto – aggiungono - matura in tutti noi lavoratori sanitari che ancora oggi siamo in bilico, diversi di noi siamo fuori Regione con nuclei familiari che vivono distanti». Eppure ci sarebbero i fondi del Pnnr, e quelli ancora messi a disposizione dal Decreto Calabria bis: soldi che, ironia della sorte, servono per impiegare e stabilizzare personale sanitario.
Perché non si fa? A chi è utile questa ondata di precariato costante? Perché non si vogliono risolvere i problemi? Senza dubbio quello degli operatori socio-sanitari è marginale nella voragine di carenze mediche e infermieristiche ma sarebbe una prima ed importante risposta.
Ancor più se l’Azienda sanitaria di Cosenza lamenta un fabbisogno di 130 operatori socio sanitari. «Ci auguriamo – dicono ancora gli Oss - che chi di competenza faccia il suo dovere come sia giusto e legittimo dato che ormai a “teatri” ne abbiamo assistiti tanti. Qualcuno persino afferma – denunciano – che una nostra eventuale assunzione nell’Asp di Cosenza a tempo indeterminato sarebbe motivo di rifiuto. Non c’è nulla di più folle. Noi siamo pronti a prendere servizio in tutta la Regione, l’importante è che ci sia data la possibilità». E, questo, è quello che sperano in tanti, ma evidentemente non tutti, tra quelli che accorrono quotidianamente al capezzale di una sanità calabrese ancora morente.