Sibari-Co-Ro, le strade sono due: osare il possibile o “accontentarsi” della messa in sicurezza dell’esistente
Viviamo un paradosso nel quale Governo e Regione vogliono risolvere definitivamente la questione mobilità nella Sibaritide mentre il territorio rimane a guardare inerme in attesa di chissà cosa. I documenti non mentono
CORIGLIANO-ROSSANO – Ogni utile e sana notizia può avere un valore se suffragata da dati e documenti. E questo vale per ogni cittadino che vuole partecipare ad una discussione costruttiva e deve valere ancor più per le Istituzioni, di ogni ordine e grado.
Continuiamo a parlare della Sibari-Corigliano-Rossano, di quella strada futuribile che si spera possa presto diventare realtà. In realtà è un augurio soprattutto per i giovani di questa terra che non meritano più di perdere la vita su una strada che è una trappola mortale.
Qualcuno, a giusta causa, dice che l’esito di questa discussione e le decisioni che ne scaturiranno, segneranno le sorti dello sviluppo di Corigliano-Rossano e della Calabria del nord est per il prossimo secolo. È giustissimo, non è un’esagerazione. Perché ora la possibilità fondata di avere una nuova strada veloce, sicura e moderna è più viva che mai. Nonostante le liturgie della politica locale e nazionale continuino a parlare con un linguaggio sibillino. Il momento è adesso.
Peccato che la politica e le istituzioni locali, proprio in questo momento, proprio nell’attimo in cui c’era da premere il piede sull’acceleratore, incalzando il Governo, il Commissario per la Statale 106, Anas e tutti gli attori dell’opera abbia deciso di tirare un po’ i remi in barca, aspettando “tempi migliori”.
Sì, ma quali sono i tempi migliori se non quelli attuali?
Invitiamo alla pratica della lettura dei documenti amministrativi. Le carte ufficiali, quelle che quasi tutti coloro che negli ultimi tempi si stanno cimentando in discussioni infinite, evidentemente disconoscono.
La verità documentale è che sulla Sibari-Co-Ro ci sono 151 milioni di euro, previsti dal Contratto di Programma e subito esigibili dalla struttura commissariale.
Bastano a realizzare una strada a 4 corsie? No.
Allora perché questa cifra è stata messa in bilancio? C’è un piccolo dettaglio che in pochi conoscono e, nonostante sia tutto scritto dettagliatamente nelle carte, non viene quasi mai declinato nella sua vera forma. Per incompetenza, per insolenza, per la voglia di non decidere.
Quei soldi servivano, in principio, a mettere in sicurezza l’attuale tracciato (project review) compreso tra Sibari e il torrente Coserie. Un’opera abominevole che non avrebbe fatto altro che rendere ancora più disagevole la mobilità su questa strada (l’unica per i grandi collegamenti nella Sibaritide). Immaginate quante altre rotonde avrebbero costellato questi 25 km e quanti altri rallentamenti ci sarebbero stati per mettere in sicurezza i 111 svincoli che ci sono tra il bivio di Lattughelle e Lampa Bucita. Allucinante!
Nel frattempo, però, è sopraggiunta la fusione (benedetta!), una città di 80mila abitanti ed il coraggio – è il caso di dirlo – della politica. L’allora presidente Santelli, infatti, raccogliendo le istanze del territorio chiese al Ministero delle Infrastrutture di stralciare il progetto di messa in sicurezza in categoria C1 (l’attuale strada a due corsie) e di vararne uno nuovo, di categoria B a 4 corsie.
Diversamente da quanto accadeva fino a qualche anno fa, quando le istanze della e per la Sibaritide scivolavano insieme all’acqua dello sciacquone nei water romani, questa volta l’esito di una richiesta forte, autorevole ed efficace ha avuto il giusto riscontro.
In poco tempo, la nuova progettazione dell'opera (attenzione, nella fase definitiva e non preliminare) è stata autorizzata dal Mit nell'ambito delle somme previste dal Contratto di Programma. Questo ha consentito di cambiare il tipo di intervento: da nuove rotonde e cunette si è passati a una nuova strada a 4 corsie, con un tracciato in variante previsto all’interno del cosiddetto corridoio ferroviario.
E quei 151milioni di euro che fine hanno fatto? Si tengono in cascina e, una volta completato, l’iter di progettazione, nel rispetto della sostenibilità economica e ambientale, sarà proposto – sempre nel Contratto di Programma – al Cipess che a sua volta lo rimpinguerà delle risorse necessarie. Però prima serve un progetto!
Ecco perché tergiversare, attendere con il pensiero di ritornare indietro, in questo momento significherebbe perdere opera e denaro. In un procedimento che tra l’altro – per quanto ne possano dire alcuni detrattori attraverso le loro pagine social – è più avviato rispetto a tutti gli altri interventi previsti lungo la statale 106 tra Sibari e Catanzaro. E questo non è politichese tantomeno populismo: sono i dati di fatto. Scritti nelle carte.