Da 8 mesi senza il neuropsichiatra infantile: sullo Jonio servizi sanitari al minimo storico
Ospedali al collasso, guardie mediche chiuse e oggi anche la silenziosa odissea delle famiglie dei bimbi disabili: «Per curare i nostri figli siamo ormai costretti a viaggi estenuanti fuori regione». Intanto dal management sanitario tutto tace
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CORIGLIANO-ROSSANO – È l’ennesima storia triste che si consuma nell’alveo di quel che resta della sanità nel territorio della Sibaritide-Pollino. Proprio qui il diritto alla salute è ai suoi minimi storici: agli ospedali chiusi o mal funzionanti, alle ambulanze senza medici a bordo e alle guardie mediche che vengono improvvisamente sospese all’interno dei territori periferici, si aggiungono anche le gravi disfunzioni e defezioni al complesso sistema di assistenza specializzata. Cosa resta da fare ai cittadini di quest’area? Prendere le valigie e partire per trovare cure in altre regioni.
Lo chiamano “turismo sanitario” ma non c’è termine più meschino e beffardo per definirlo. Perché spesso queste famiglie, già provate e segnate dal decorso delle malattie dei loro cari e della malasanità, non vivono in condizioni economiche floride. Nonostante tutto sono costrette ad andar via… altro che turismo! E tutto questo avviene nel totale disinteresse del management sanitario.
È il caso delle mamme dei bambini con patologie neurodegenerative e psichiatriche di Corigliano-Rossano e del territorio ionico, che da mesi ormai – in dignitoso silenzio – si sobbarcano settimanalmente centinaia di kilometri per portare i loro figli fuori regione per ricevere cure specialistiche. La Calabria, infatti, è l’unica delle poche regioni in Italia a non avere un Reparto ospedaliero di Neuropsichiatria infantile (ci sono solo unità operative ambulatoriali). Ma a peggiorare le cose, nel distretto ionico dell’Asp di Cosenza, è che da mesi manca persino la figura di riferimento medico. E questo rende, ovviamente, tutto più difficile.
Proprio le mamme nelle settimane scorse hanno scritto al commissario dell’Asp di Cosenza, Vincenzo La Regina, e al direttore del distretto Jonio, Antonello Graziano, per denunciare questo disagio. Purtroppo, però – come spesso accade – non hanno ricevuto alcuna risposta.
«Da mesi ormai – scrivono le mamme - viene meno la figura di un medico specializzato che si occupi di prevenzione, di cure, di diagnosi per i bambini con patologie neurologiche». È un vero e proprio nervo scoperto che fa male e produce disagi su disagi. «Ognuna di noi è obbligata a rivolgersi a centri fuori regione per garantire le cure necessarie ai propri figli, attivando quei viaggi che ogni genitore definisce come "viaggio della speranza" (altro che turismo sanitario!, ndr)».
A far più rabbia, però, è il menefreghismo dell’apparato manageriale e direzionale. Che non risponde, che sembra essere totalmente insensibile alle storie umane e familiari, ancor prima che sanitarie, di questi cittadini/contribuenti. Ma le mamme non demordono e continuano a denunciare che nel distretto sanitario Jonio si ritrovano «dopo 8 lunghi mesi ad essere ancora senza la figura di un neuropsichiatra infantile».
«Abbiamo atteso molti mesi – denunciano - con la speranza che chi di dovere provvedesse al reinserimento di una nuova figura, invece ancora nulla. Siamo sole, i nostri figli sono soli, perché la burocrazia abbandona i deboli e noi genitori oggi chiediamo, anzi vogliamo il ripristino immediato di un medico specializzato che si occupi di loro. Vogliamo risposte immediate e continueremo a lottare sempre per i diritti dei nostri bambini».