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Qui la criminalità non attacca. Corigliano-Rossano è un’altra cosa

2 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Era una piazza San Bartolomeo giovane, sorridente e colorata quella che stasera, a Rossano centro storico, si è animata per dire che a Corigliano-Rossano la criminalità non attacca. L’esatto contraltare al momento di buio e paura che la comunità sta vivendo da qualche settimana a causa di un'escalation di violenza che ha coinvolto l’intera area rossanese della terza città della Calabria.

In prima linea l’Amministrazione comunale e la Diocesi di Rossano-Cariati, i sindacati e le forze sociali, le associazioni e soprattutto tantissimi giovani. In mezzo a loro, a sancire forte la presenza dello Stato in una lotta per la legalità che deve diventare concreta e duratura, anche il Prefetto di Cosenza, Cinzia Guercio, che non ha voluto assolutamente mancare all’appuntamento odierno.

Prima di arrivare in piazza il massimo rappresentante del Governo nel territorio ha voluto effettuare, insieme al sindaco Flavio Stasi, un sopralluogo per la città: per osservare, conoscere e sapere. Lo sguardo del prefetto ha incrociato più volte lo sguardo dei cittadini per infondergli fiducia e sicurezza. E poi una precisazione: «La militarizzazione del territorio – ha detto il Prefetto Guercio che fra pochi giorni lascerà l’incarico per andare a ricoprire il ruolo di vice capo nazionale dei Vigili del Fuoco - non porterebbe a niente. Al contrario, ci deve essere da parte della cittadinanza un atto di orgoglio, isolando questa minoranza che mina dalle basi la convivenza civile. Questo – ha aggiunto – è il primo passo. Ovviamente altri interventi dovranno essere fatti dalle istituzioni, cercando di potenziare – per quanto possibile – la presenza delle forze dell’ordine. Ma ritengo che questo sia accessorio rispetto all’atteggiamento che dovremmo avere tutti noi istituzioni e cittadini nei confronti di questa malapianta: una gramigna che sta infettando il campo fertile».

Stasi: «Corigliano-Rossano è un'altra cosa»

«Corigliano-Rossano è un’altra cosa rispetto a quello che la vorrebbe far diventare la criminalità organizzata». Questo invece il commento del sindaco, guardando una pizza colorata e piena di giovani. «Stasera ci siamo tutti per dire che gli episodi di questi giorni sono stati realizzati da una banda di scalmanati che non fa parte di questa comunità, che non fanno parte della nostra cultura e di una città perbene, produttiva e che ha voglia di voltare pagina». «Stasera – ha aggiunto il primo cittadino - diamo un segnale importante. Non pensiamo di risolvere il problema della criminalità organizzata attraverso questo gesto ma pensiamo che questo abbia un significato molto importante».

Il vescovo Aloise: «Siamo qui per infondere speranza»

Tra i primi ad arrivare in piazza, accompagnato dai parroci e dai rappresentanti delle associazioni diocesane, è stato il vescovo di Rossano-Cariati, Mons. Maurizio Aloise. «Il messaggio che parte da questa piazza è un messaggio di speranza. È un chicco di senape che è il più piccolo seme che c’è sulla terra ma che una volta piantato fa un arbusto dove gli uccelli del cielo vanno a nidificare. Quindi, anche un piccolo seme che stasera viene messo nel campo buono che è la nostra comunità, sono sicuro che porterà buon frutto e diventerà un albero adulto, grande che porterà frutti speranza e di legalità». «Noi – ha detto ancora il presule – siamo qui per infondere fiducia e speranza».

I sindacati riaprono la ferita del Tribunale

A far sentire forte la voce della lotta alla criminalità c’erano anche i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, con associati e dirigenti. «Questa – ha detto Tonino Russo, segretario generale della Cisl Calabria – è la risposta di una comunità che è unita e coesa difronte a questi fenomeni e che chiede di voltare pagina. Ma è anche una comunità che vuole richiamare l’attenzione del governo. Queste forme criminali – ha sottolineato Russo – si possono sconfiggere solo con una forte presenza dello Stato e di forze dell’ordine. Questa è la terza città della Calabria dove sono ancora aperte le ferite della soppressione del tribunale. Serve correggere gli errori commessi in passato – ha concluso Russo – restituendo a quest’area una presenza forte e rassicurante dello Stato».

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.