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Quel mercimonio che avviene all'interno del cimitero cittadino. L'Amministrazione ne è al corrente?

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C’è un giro di persone e soldi - ovviamente sospetto – nella gestione della manutenzione del cimitero cittadino di Rossano. Ogni cosa, che sia una pietra, un mattone, una lapide o un defunto da tumulare, al di là del cancello del camposanto, non si muove se prima non passa dalle “mani esperte” di alcune ditte edili che si occupano di tutto. Si penserà e dirà: “Saranno ditte autorizzate!” Autorizzate, magari, dal Comune che è il gestore dell’area cimiteriale e che sovrintende su tutto quanto accade al suo interno. Pare, però, che queste ditte stiano lì da sempre, qualcuna addirittura in trapasso da generazioni, ma senza alcun tipo di autorizzazione. Chi dovrebbe controllare? Non certo i familiari dei defunti che tra le mura del cimitero, con in testa tanti altri pensieri e ricordi, sicuramente l’ultima cosa che vanno a chiedere nel momento del dolore, è se la ditta che dovrà svolgere i lavori sul proprio tumulo e nella propria cappella è autorizzata dal Comune! Ancor più se una delle doti che contraddistingue i titolari delle ditte in oggetto è la gentilezza e l’affabilità. Solitamente funziona così: dopo le esequie il feretro viene portato nella camera mortuaria situata all’interno del cimitero dove sosta per una notte ed il giorno a seguire, di buon mattino, i familiari vi fanno ritorno per accompagnare il proprio caro nell’ultimo viaggio verso la dimora eterna. È proprio qui che avviene l’adescamento. Le ditte, che in un tacito armistizio si sono spartite già giorni e aree del cimitero (chi il centro storico, chi la zona nuova), si avvicinano ai familiari e con fare cortese ti elencano le cose che ci sono da fare per tumulare il “caro defunto”: e prima lo scavo della buca o l’eventuale esumazione di altri morti; e poi la sistemazione, e poi ancora il cemento e infine il posizionamento della lapide. Tutto lavoro lugubre, che non tutti fanno e soprattutto per il quale nessuno si sofferma più di tanto e nessuno va per il sottile. Poi il momento topico: “quant’è il fastidio?” 500 euro con la “ricevutina” (non fiscale) e se vuoi la fattura il conto è di 660 euro (c’è da pagare quell’iva indigesta). Una stretta di mano che è come un contratto e un arrivederci il più tardi possibile. Tutto qui. Chi dovrebbe controllare, allora? Il Comune, ovviamente. Gli uffici su tutti. A meno che non ci sia una connivenza. Dal momento che il “traffico” delle ditte edili avviene sotto gli occhi di tutti. C’è di più, nel si dice che passa di bocca in bocca tra la gente, pare che i servigi di queste ditte edili privilegiate vada ben oltre. È risaputo da anni che lo spazio del cimitero è ormai esaurito e spesso si ricorre ad esumazioni (soprattutto nella zona monumentale dove sono seppelliti i morti in guerra o gente di cui non si ha più memoria) per far spazio a nuovi defunti. E qui il peso delle ditte edili sarebbe ancora più importante. Perché sarebbero loro (e solo loro) a sapere dove e come creare e accomodare spazi per nuovi tumuli e cappelle, magari “oleando” anche un po’ il favore con qualche regalo (capisci a me). Ovviamente in spregio ad ogni regola. Tutto questo avverrebbe, da decenni, nel cimitero cittadino di Rossano. Ora, la pentola scoperchiata nelle settimane scorse dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, sulla gestione del cimitero di Locri, avrebbe dovuto insegnare qualcosa. Soprattutto ai nostri amministratori che, sull’esempio del sindaco locrese Giovanni Calabrese, dovrebbero trovare il coraggio di denunciare questo mercimonio ignobile che avviene all’ombra del dolore della morte. Sempre che non siano coinvolti anche loro. Ma speriamo davvero non sia così.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.