Sanità in crisi nella Sibaritide: «Cure rimandante per la mancanza di azoto»
È quanto denuncia un cittadino del territorio riportando al centro il problema dei servizi sanitari inefficienti. L'impossibilità di curarsi costringe sempre più pazienti a viaggi inutili e onerosi
CORIGLIANO-ROSSANO - «Non si può stare zitti quando la sanità mette le mani nel portafoglio dei cittadini». Con queste parole, Franco Le Pera, cittadino del nostro territorio, ha deciso di denunciare pubblicamente una situazione che definisce «inaccettabile». La sua è un'accusa rivolta al sistema sanitario regionale calabrese «inefficiente», del quale ha sperimentato i disagi. La questione di cui si fa portavoce, in questa occasione, è la mancanza di azoto liquido nei poliambulatori della Sibaritide, elemento necessario per effettuare trattamenti di crioterapia.
Le Pera racconta che il 5 dicembre 2025, alle ore 8:30, si è recato al Poliambulatorio di Mirto Crosia per sottoporsi al trattamento di crioterapia: «Pensavo di essere fortunato, perché mi avevano assicurato che lì l’azoto liquido fosse disponibile, visto che in molte strutture scarseggia. Ma anche in questo piccolo paese – denuncia – il servizio non era garantito».
Deluso ma determinato a risolvere il problema, Le Pera si è rivolto nuovamente al sistema sanitario pochi giorni dopo. «Il 9 dicembre – spiega – sono andato al CUP di Corigliano Scalo. Mi hanno indirizzato al Poliambulatorio di Rossano. Alle 10 ero sul posto, ma anche lì il medico non ha potuto effettuare la crioterapia perché mancava l’azoto. Per la seconda volta ho viaggiato inutilmente, e la colpa è della cattiva organizzazione sanitaria».
Il cittadino si appella quindi direttamente al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, chiedendo un intervento immediato presso l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza: «La direzione sanitaria – afferma – continua a ignorare il diritto alla salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione. È un diritto fondamentale che non può essere negato, soprattutto da chi percepisce stipendi pagati con le nostre tasse, con accise e balzelli vari».
Le Pera critica duramente la classe politica, accusandola di non garantire i diritti costituzionali e di lasciare la sanità pubblica e la viabilità delle aree ioniche «nelle stesse condizioni di decenni fa».
«Mi sto sfogando – dice – perché voglio rivendicare i diritti che ogni giorno, noi calabresi, vediamo negati. Voglio essere tra quelli che chiedono un risarcimento per i chilometri che siamo costretti a percorrere per curarci. Alla fine, chi ci guadagna è sempre la politica: più viaggiamo, più consumiamo carburante».
La denuncia di Franco Le Pera mette in luce un problema noto ma ancora irrisolto che riguarda l’insufficienza dei servizi sanitari territoriali e il peso economico e psicologico che grava sui cittadini costretti a spostarsi per ricevere cure e assistenza sanitaria di base. Una vicenda che riaccende il dibattito sulla tutela del diritto alla salute e sulla necessità di un sistema sanitario più efficiente, accessibile e rispettoso dei bisogni delle comunità locali.