Ciminelli (Parco Secca di Amendolara) all'Unical: «Parchi marini calabresi come laboratori di innovazione tecnologica»
«La tutela non è un vincolo ma una risorsa identitaria. Se riusciamo a trasformarla in lavoro, in formazione e in innovazione, Amendolara potrà diventare un riferimento nel panorama nazionale e internazionale»
AMENDOLARA – «Se vogliamo davvero che la tutela ambientale, oggi valore costituzionale, produca effetti concreti sulle comunità, dobbiamo ripensare le leggi che regolano le comunità energetiche e riportarle vicino ai cittadini, ai territori, ai parchi che vivono ogni giorno il rapporto diretto con l’ambiente. È questa la prospettiva, inedita e non banale, condivisa con gli studenti dell’Università della Calabria: trasformare i Parchi Marini calabresi in laboratori avanzati di innovazione sociale, energetica e tecnologica, capaci di generare nuove economie sostenibili».
È quanto ha spiegato agli studenti dell’Ateneo di Arcavacata il responsabile del Parco della Secca ed ex Sindaco di Amendolara, Antonio Ciminelli, nel corso della lezione ospitata dal Dipartimento di Scienze dell’Amministrazione dell’UNICAL, su invito del professor Giancarlo Pompilio, durante la quale ha delineato il valore strategico dell’area marina protetta come motore di opportunità economiche, sociali e culturali per l’intero territorio dell’Alto Jonio.
Non è soltanto un presidio di biodiversità, la Secca di Amendolara è anche un Marcatore Identitario Distintivo (MID) della Calabria straordinaria, la rotta più plausibile seguita da Ulisse che approdò ad Ogigia, il regno di Calipso, provato dalle carte nautiche del XVII e XVIII secolo, che rende questo luogo un’infrastruttura naturale in grado di generare imprese, turismo, occupazione e percorsi di innovazione grazie alle future attività di fruizione sostenibile.
Il responsabile del Parco marino, nel solco tracciato dalla nuova governance dell’Ente Parchi Marini Regionali (EPMR) della Calabria, guidato da Raffaele Greco, ha ricordato anche come l’elevazione del principio di tutela ambientale in Costituzione imponga a tutte le istituzioni un salto culturale e amministrativo: non basta conservare, occorre produrre valore attraverso la conservazione. È questo il paradigma che Amendolara può interpretare con un parco che non blocca lo sviluppo, ma che lo crea, trasformando la bellezza in economia e la tutela in impresa.
Nella sua lezione alla platea attenta e letteralmente affascinata dal racconto del responsabile della Secca di Amendolara, Ciminelli ha inoltre delineato una visione moderna della gestione delle aree marine protette, fondata sull’uso di tecnologie avanzate: boe di superficie e sommerse per il monitoraggio continuo degli habitat, droni per il controllo delle imbarcazioni e delle coste, sistemi integrati per la prevenzione delle pressioni antropiche. «Strumenti, questi, - ha ribadito - che trasformano i parchi in sentinelle intelligenti del territorio. Un percorso nel quale l’Ente Parchi Marini Regionali della Calabria ha già dimostrato capacità di visione e rapidità operativa, come nel progetto delle paline che intercettano le reti fantasma: un intervento concreto, capace di coniugare ricerca, tutela e responsabilità».
Amendolara non è un luogo marginale, ma un crocevia culturale ed ecologico dove il mare incontra la storia e l’impresa incontra la sostenibilità. Grazie alla sua conformazione unica, alle sue praterie sottomarine e al suo valore simbolico, la Secca può diventare un modello nazionale di governance ambientale; un luogo dove sperimentare forme di partecipazione, educazione ecologica, turismo responsabile e nuove forme di imprenditorialità giovanile. «La tutela non è un vincolo – sottolinea oggi Ciminelli – ma una risorsa identitaria. Se riusciamo a trasformarla in lavoro, in formazione e in innovazione, Amendolara potrà diventare un riferimento nel panorama nazionale e internazionale».
Proprio grazie al lavoro di Ciminelli, il Parco della Secca trova nell’UNICAL una nuova cassa di risonanza per raccontarsi e progettare il proprio futuro. L’ex Sindaco ha concluso invitando le nuove generazioni a considerare Amendolara non come un’eredità immobile, ma come un cantiere di futuro, un luogo dove la tutela ambientale, l’innovazione amministrativa e la partecipazione dei cittadini possono convergere nella costruzione di un modello di sviluppo sostenibile capace di parlare al mondo.