Addio a Rinaldo Chidichimo, il custode colto e visionario dell’Alto Jonio
Si è spento a 95 anni l’avvocato e intellettuale che fondò la “Torre di Albidona”, punto di riferimento culturale per un intero territorio. Il cordoglio del mondo istituzionale e il commosso saluto del sindaco Maria Rita Acciardi
AMENDOLARA – L’Alto Ionio perde una delle sue menti più raffinate e generose. Si è spento all’età di 95 anni l’avvocato Rinaldo Chidichimo, figura di spicco della cultura calabrese e per oltre un decennio – negli anni Settanta e Ottanta – direttore generale di Confagricoltura, ruolo che aveva ricoperto con visione, rigore e un’attenzione sempre lucida al progresso del mondo agricolo.
Studioso, saggista, pensatore, uomo di grande eleganza morale e intellettuale, Chidichimo ha lasciato un’impronta indelebile soprattutto grazie alla sua creatura più preziosa: la Biblioteca “Torre di Albidona”, un luogo di sapere e di incontro che lui stesso aveva costruito libro dopo libro, viaggio dopo viaggio, facendo spola tra l’Alto Ionio e Roma – città dove risiede una parte della sua famiglia e dove reperiva testi, volumi rari, persino opere dedicate al Casanova, divenute negli anni un piccolo gioiello della raccolta.
Con oltre 7mila libri, la “Torre di Albidona” è diventata negli anni un avamposto culturale d’eccellenza: uno spazio sempre aperto, generoso, vissuto da studiosi, amministratori, professionisti, appassionati, e spesso scelto come sede di dibattiti, convegni, riunioni e momenti di confronto che hanno segnato la vita culturale del territorio.
Il mondo delle istituzioni, della politica e dell’imprenditoria ha espresso profondo cordoglio. Confagricoltura, attraverso il presidente Massimiliano Giansanti, il direttore generale Roberto Caponi e la giunta confederale, ha ricordato come, sotto la guida di Chidichimo (1975-1988), l’organizzazione avviò una fase decisiva di modernizzazione e razionalizzazione, in linea con un Paese che stava cambiando rapidamente.
Tra i messaggi più sentiti, quello del sindaco di Amendolara Maria Rita Acciardi, legata all’avvocato da una sincera amicizia:
«Partecipo commossa al lutto di Pierluigi per la dipartita del carissimo papà», ha scritto, definendo Chidichimo un illuminato professionista, un appassionato cultore dell’identità socio-culturale della Calabria e del nostro Jonio, custode indomito dei valori ambientali e naturalistici del territorio. Parole che restituiscono l’immagine di un uomo che non ha mai smesso di difendere e raccontare la sua terra.
Profondamente toccato anche il ricordo dell’imprenditore turistico-balneare Luigi Sauve, amico di una vita: un messaggio lungo, struggente, quasi un testamento d’affetto e gratitudine. Sauve parla di Chidichimo come di un «maestro» e di un «lucido ambasciatore della Sibaritide», capace di credere fino all’ultimo nelle potenzialità del territorio, nella sua vocazione turistica, nelle battaglie per l’internazionalizzazione e perfino nel sogno – mai sopito – dell’aeroporto della Sibaritide.
«Ci mancherà la sua enciclopedica cultura – scrive – il suo humor, la sua amicizia e la sua incrollabile voglia di fare».
Con la scomparsa di Rinaldo Chidichimo, il territorio perde molto più di un professionista: perde una voce che ha saputo guardare lontano, una figura piena di grazia e determinazione, un intellettuale che ha dedicato un’intera vita a far crescere la sua terra con passione, studio e una visione che oggi appare ancora più preziosa.
La “Torre di Albidona”, con i suoi scaffali fitti di libri e di memoria, resta il suo lascito più vivo: un luogo in cui la sua presenza continuerà a parlare, incontrare, ispirare.