Transizione ecologica e digitale, oltre 100 milioni per sostenere le imprese e l'economia calabrese
Firmata la Convenzione tra la Calabria, Cassa Depositi e Prestiti e Associazione Bancaria Italiana. Vari: «Un nuovo strumento, grazie al quale le imprese potranno investire in innovazione e sostenibilità divenendo più competitive sui mercati internazionali»

CATANZARO – L'Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Calabria, Rosario Varì, ha presentato oggi, presso la Cittadella regionale, insieme ad Andrea Nuzzi, Direttore Business di CDP, e Maurizio Coppola, Presidente di ABI Calabria, un nuovo strumento che consentirà di attivare oltre 100 milioni di nuovi investimenti sul territorio regionale. Si tratta di un fondo, denominato FRI Calabria, istituito, per volontà del Governo regionale guidato dal Presidente Roberto Occhiuto, con la sigla della Convenzione tra Regione Calabria, Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Associazione Bancaria Italiana (ABI).
Il presidente Occhiuto evidenzia che «il governo regionale è impegnato a sostenere concretamente l'attrazione di nuovi insediamenti produttivi in Calabria e il rafforzamento delle imprese regionali. Dal mio insediamento abbiamo destinato ingenti risorse sull'innovazione e la transizione digitale per aumentare la competitività aziendale sui mercati italiani e internazionali. Con questa nuova iniziativa che mette in campo oltre 100 milioni di euro siamo certi di poter consolidare il sistema imprenditoriale calabrese e rilanciare in maniera sempre più convincente e tangibile la crescita economica nei nostri territori».
I dettagli sono stati illustrati dall'assessore Varì. «Con la misura che presentiamo oggi – dichiara Varì - la strategia regionale volta a consolidare ed attrarre insediamenti produttivi sul territorio si arricchisce di un nuovo strumento, grazie al quale le imprese potranno investire in innovazione e sostenibilità divenendo più competitive sui mercati internazionali e creando occupazione».
La misura, attivata per la seconda volta a livello regionale, è rivolta a imprese di ogni dimensione, piccole medie e grandi, che intendono favorire la transizione ecologica e digitale in coerenza con le sfide e gli ambiti individuati dalla Strategia di Specializzazione Intelligente regionale.
Attraverso il FRI Calabria le imprese potranno accedere ad un contributo in conto capitale, affiancato da un finanziamento agevolato[1] e da un prestito a tasso di mercato[2]. Spiega Varì: «Fatto 100 l'investimento, il 30% lo mette a disposizione, a fondo perduto, Regione Calabria, il 10% sarà a carico dell'imprenditore, il rimanente 60% sarà oggetto di un finanziamento per metà a condizioni agevolate - reso disponibile CDP - e per l'altra metà a tasso ordinario, con l'intervento quindi degli istituti di credito».
Nel dettaglio, l'iniziativa prevede la concessione, alle aziende selezionate dalla Finanziaria Regionale, Fincalabra, di contributi diretti a fondo perduto stanziati dalla Regione utilizzando fino a 35 milioni delle risorse del Programma FESR FSE e del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021-27. A questi fondi si aggiungono i finanziamenti agevolati concessi da CDP a valere sul FRI con una dotazione complessiva di ulteriori 35 milioni, in affiancamento a prestiti, di pari importo e durata (fino a 10 anni), erogati dal sistema bancario a condizioni di mercato, per un totale appunto di 105 milioni. L'importo degli investimenti ammissibili per singolo progetto sarà compreso tra 750 mila e 25 milioni di euro.
«Questa misura – specifica inoltre l'assessore allo Sviluppo economico -, realizzata in collaborazione con CDP e ABI, che ringrazio, offre maggiori opportunità alle imprese calabresi, e a quelle che vorranno insediarsi in Calabria, di ottenere, in aggiunta al fondo perduto, credito agevolato per investimenti in diversi settori manifatturieri, del turismo e dei servizi, strategici per la crescita del PIL regionale».
Sulla base delle indicazioni del Bando regionale, che si prevede di pubblicare entro metà luglio, sarà possibile dare avvio all'iter di presentazione delle domande di accesso alla misura da parte delle imprese, presumibilmente entro metà settembre. Sui siti della Regione (www.regione.calabria.it), di CDP (www.cdp.it) e di ABI (www.abi.it) verranno indicati gli istituti di credito che aderiscono all'iniziativa. Tramite invece la piattaforma informatica di Fincalabra sarà possibile presentare le domande di ammissione alle agevolazioni per i progetti di investimento.
«Siamo particolarmente orgogliosi di lanciare in Calabria un'iniziativa così importante come il Fondo Rotativo per le Imprese, uno strumento molto efficace per supportare i piani di investimento delle imprese del territorio con finanza a lungo termine. La misura ideata in collaborazione con la Regione prevede la combinazione di risorse pubbliche e private nell'ottica di raggiungere un rilevante numero di imprese di piccola e media dimensione e generare un significativo "effetto-leva". Con questo nuovo intervento, Cassa Depositi e Prestiti conferma il proprio sostegno alla modernizzazione dell'ecosistema imprenditoriale del territorio e, coerentemente con il Piano Strategico 2025-2027, l'intenzione di ricoprire un ruolo sempre più importante a favore del tessuto produttivo del Mezzogiorno» ha dichiarato Andrea Nuzzi, Direttore Business di CDP.
«Questa Convenzione – ha dichiarato Maurizio Coppola, Presidente di ABI Calabria – rinnova e rafforza una collaborazione strategica tra banche, Istituzioni e imprese. È uno strumento concreto e rilevante per sostenere progetti di sviluppo e contribuire al rilancio della crescita regionale in una logica moderna di partenariato pubblico-privato. Queste misure offrono vantaggi tangibili in termini di incremento dell'impatto economico degli interventi e di maggiore selezione e sostenibilità dei progetti grazie alla compartecipazione delle banche al rischio. Inoltre, l'utilizzo di uno strumento nazionale rappresenta un ulteriore passo avanti in una strategia della Regione Calabria pienamente condivisibile perché evita la frammentazione delle risorse su strumenti diversi per ogni territorio che rischiano di creare confusione, duplicazioni e difficoltà operative, sia per le imprese che per il settore bancario».