La comunità di Amendolara festeggia i 10 anni di sacerdozio di don Nicola Mobilio
Un evento religioso sentito e partecipato. Durante la celebrazione il Vescovo ha espresso parole dense di affetto e di significato spirituale, sottolineando l'importanza di questo traguardo non solo per don Nicola, ma per tutta la comunità

AMENDOLARA - La comunità amedolarese si è riunita per celebrare questo importante traguardo: i dieci anni di sacerdozio di don Nicola Mobilio e per il Vescovo di Cassano è stata l'occasione giusta per gridare "No" alla guerra.
«C'è una pace che va costruita dal basso. Abbiamo tutti bisogno di pace, sono 56 Nazioni dove si stanno consumando scene di guerra.Mentre noi siano qua stanno morendo decine di uomini, donne e bambini. Non è accettabile tutto questo». Lo ha detto visibilmente preoccupato il vive Presidebte della Cei Mons. Francesco Savino che ha invitato ad alta voce la Pace, invitando i Capi di Stato a trovare un'intesa per fermare immediatamente la strage di vite umane.
Da parte sua, il sindaco Maria Rita Acciardi ha voluto fare gli auguri al giovane parroco, ringraziando il Vescovo di Cassano Mons. Francesco Savino per il suo forte legame con Amendolara, per la sua presenza assidua e costante nel territorio cittadino, nonostante gli innumerevoli impegni in Diocesi e alla Cei dove riveste il ruolo di Vice Presidente.
Acciardi nel suo discorso, ha fatto sue le parole di don Savino e, riferendosi alla platea assai folta, e allo stesso alto presule bitontino nonché ai tanti sacerdoti presenti, ha esclamato "Vi voglio bene", frase con cui il numero due della Conferenza Episcopale Italiana, è solito concludere le sue omelie nel rivolgersi ai fedeli.
La comunità parrocchiale Madonna della Salute di Amendolara Marina, ha ospitato la solenne celebrazione del decimo anniversario di ordinazione sacerdotale di don Nicola Mobilio. Un evento religioso sentito e partecipato, come scrive il Responsabile della comunicazione della Parrocchia Nunzio Bartolini, presieduto Monsignor Francesco Savino che si è augurato, scherzando con i chierichetti, come fa un padre con il figlio, che il paese sia fulgido di vocazioni. Alla celebrazione eucaristica hanno preso parte numerosi sacerdoti della Diocesi, i genitori di don Nicola, e l'intera Amministrazione comunale, in un clima di fraternità, raccoglimento e gratitudine per il cammino compiuto da don Nicola in questi dieci anni di ministero. Nella sua omelia, il Vescovo Savino ha espresso parole dense di affetto e di significato spirituale, sottolineando l'importanza di questo traguardo non solo per don Nicola, ma per tutta la comunità.
«Sono contentissimo, don Nicola, del percorso che hai fatto in questi dieci anni. C'è una felice provvidenza nel fatto che questo anniversario coincida con la memoria liturgica di San Barnaba apostolo», ha detto don Ciccio, richiamando la figura del santo che fu tra i primi organizzatori delle comunità cristiane e promotore dell'apertura missionaria della Chiesa.
«Anche il tuo ministero – ha proseguito il Vescovo – deve assomigliare, per quanto possibile, a quello di Barnaba: un prete che ha a cuore la dimensione missionaria, la trasmissione della fede e del Vangelo soprattutto verso coloro che ancora non conoscono Gesù". Mons. Savino ha poi ribadito che la Chiesa esiste per evangelizzare, ma che tale compito non riguarda solo il clero: «Tutta la comunità deve diventare evangelizzante, carismatica e ministeriale».
Rivolgendosi direttamente al sacerdote, il vescovo ha poi aggiunto con tono paterno: «Ho imparato a conoscerti in questi anni e constato in te una motivazione autentica e un entusiasmo che ti rende un prete che vive in Dio, un'esistenza dossologica, cioè orientata alla lode. Oggi più che mai abbiamo bisogno di uomini e donne entusiasti di Gesù, capaci di testimoniare la gioia del Vangelo. La tua vita, don Nicola, deve essere un inno alla gioia. La gioia deve essere la nota caratteristica del pentagramma del tuo essere sacerdote».
Il Vescovo ha infine consegnato tre parole chiave come guida per il cammino futuro: amare, chiedere perdono e rilanciare. «Amare come il tuo Eccomi, pronunciato dieci orsono con la grazia di Cristo, chiedere perdono per ciò che, anche involontariamente, potresti aver commesso, e rilanciare, cioè non vivere mai il tuo Ministero per abitudine. Non dare mai per scontato il tuo sì».