Ente Parchi Marini presenta i risultati del progetto Tecna Acoustic su Capo Vaticano
Il progetto mira a raccogliere dati sullo stato di salute di Coralligeno e Posidonia oceanica, due habitat tutelati. I fondali della ZSC Capo Vaticano sono oggetto di studi nel corso di questi mesi secondo rigorosi protocolli di monitoraggio

CATANZARO – «Se c’è oggi più di ieri una sfida strategica e di sviluppo sulla quale si gioca tutta la credibilità delle politiche pubbliche e del governo sempre più complesso tanto dei territori quanto dei Paesi e di vaste aree internazionali è quella della maggiore o minore capacità di misurazione, comparazione e valutazione di dati e numeri a supporto di decisioni e soluzioni sempre più adeguate ed efficaci. E se questo metodo di gestione della complessità ed in ultima analisi della fruibilità di risorse sempre più scarse vale in generale e coinvolge la stessa riconoscibilità democratica degli enti locali, vale a maggior ragione quando oggetto di analisi decisionali è la tenuta degli eco-sistemi e delle aree protette per una loro vivibilità economica e competitività anche turistico-esperienziale, alla luce soprattutto degli oggettivi cambiamenti climatici che stiamo registrando e misurando anche alle nostre latitudini».
È quanto dichiara Raffaele Greco, Direttore generale dell’Ente per i Parchi Marini Regionali Calabria che domani, venerdì 13 giugno, nella sede di via Roma, Tonnara di Bivona, alle ore 10,30 ospiterà l’evento di presentazione dei primi risultati del progetto Tecna – Acoustic – Fondali di Capo Vaticano che mira a raccogliere dati sullo stato di salute di Coralligeno e Posidonia oceanica.
Coordinati da Roberto Cosentino, Dirigente dell’Unità Valorizzazione e promozione del patrimonio naturale del Dipartimento regionale Ambiente, Paesaggio e Qualità Urbana, all’evento interverranno Luciana Muscogiuri, consulente scientifica per il progetto TECNA-ACOUSTIC dell'Ente per i Parchi Marini Regionali della Calabria; Cataldo Licchelli, biologo marino per la Cooperativa Hydra; Corrado Antonio L'Andolina, Presidente della Provincia di Vibo Valentia; Nicola Antonio Tripodi, Sindaco del Comune di Ricadi; Paolo D'Ambrosio, tecnologo del Dipartimento Infrastrutture di Ricerca per le risorse biologiche marine della Stazione Zoologica Anton Dohrn; Nico Barbuto, Fondatore dell'associazione Scuba World A.S.D.; Franco Saragò, Presidente del Circolo Legambiente Ricadi; Dario Giuliano, referente dell’Associazione Amici del Mare di Capo Vaticano.
All’interno del perimetro del Parco Marino sono presenti tre Zone Speciali di Conservazione (ZSC), un’area di grande valore ambientale: Fondali di Capocozzo − S. Irene, Fondali di Pizzo e Fondali di Capo Vaticano. Quest’ultima è oggetto di un importante progetto scientifico, finanziato dal National Biodiversity Future Center, con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, avviato a dicembre 2024 e che si concluderà ad ottobre 2025.
Il progetto mira a raccogliere dati sullo stato di salute di Coralligeno e Posidonia oceanica, due habitat tutelati. I fondali della ZSC Capo Vaticano sono oggetto di studi nel corso di questi mesi secondo rigorosi protocolli di monitoraggio previsti dalla Direttiva Marine Strategy e dai manuali dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
Il progetto Tecna Acoustic Capo Vaticano utilizza tecnologie avanzate che restituiscono informazioni ambientali geo referenziate, dettagliate, comparabili nel tempo ed oggettive. Nei primi mesi di progetto sono stati condotti survey con strumenti geo acustici (SIDE SCAN SONAR) per la mappatura di dettaglio degli habitat di fondo, visual census per la definizione dello stato di salute di Posidonia oceanica e transetti ROV per il monitoraggio dello stato di salute del coralligeno.
Contestualmente il progetto prevede la mappatura delle principali pressioni antropiche che minacciano questi habitat e la definizione di adeguate misure di conservazione. Lo studio delle condizioni degli habitat e delle pressioni che li minacciano rappresenta uno strumento indispensabile per una gestione efficace e sostenibile del sito, grazie all’identificazione di misure di conservazione specifiche che rispondano alle aspettative della Direttiva habitat.
Completa le azioni di progetto un’azione trasversale di comunicazione con la quale si intende sensibilizzare la comunità fruitrice (ragazzi, operatori turistici, turisti ed amministratori) in merito all’importanza di questi habitat e della loro conservazione non solo per la natura, ma anche per la salute e per l’economia delle popolazioni locali.