Finanziato il restauro della Panaghia. Sarà un “cantiere aperto” visitabile dal pubblico
L’Arcidiocesi di Rossano-Cariati è riuscita ad intercettare e partecipare, risultando tra i vincitori, del Bando, indetto dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania. La Fondazione coprirà il 75% dell’importo complessivo
CORIGLIANO-ROSSANO - Prosegue incessante l’opera di recupero e valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale della Arcidiocesi di Rossano Cariati. Nell’ambito di una progettualità di più ampio respiro, su impulso dell’Arcivescovo Monsignor Maurizio Aloise, grazie al sinergico lavoro tra l’ufficio diocesano per i beni culturali diretto da don Nando Ciliberti con la collaborazione dell’arch. Antonio Aprelino, la Parrocchia Maria Santissima Achiropita guidata da don Pietro Madeo e l’ufficio dell’economato diocesano diretto da don Fiorenzo De Simone, l’Arcidiocesi è riuscita ad intercettare e partecipare, risultando tra i vincitori, del Bando, indetto dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania, diretta dal dott. Carlo Cannataro, per la “Salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico-artistico delle regioni Basilicata e Calabria - patrimonio da salvare - Cantieri Aperti - per conoscere e amare l'arte”.
Il progetto selezionato riguarda l'intervento di restauro dei dipinti murali bizantini dell’abside, dei frammenti lapidei e di un dipinto ottocentesco su tela dell'oratorio della Panaghia. Stiamo parlando di uno dei monumenti maggiormente rappresentativi e caratterizzanti dell’arte bizantina che ha plasmato la stessa storia della chiesa e della città di Rossano, letteralmente incastonato nell’impianto urbano nel centro storico.
La finalità del bando era indirizzata proprio a valorizzare le domande di contributo aventi ad oggetto progetti che contenessero non solo gli elementi dell’urgenza dell'intervento al fine di scongiurare il degrado o il deperimento del bene oggetto del restauro, ma anche dell'importanza in riferimento al sentimento identitario e al contesto territoriale del bene.
La Fondazione coprirà il 75% dell’importo complessivo, mentre la restante parte del 25% della spesa sarà coperta dall’Arcidiocesi. Il progetto ha ottenuto l’autorizzazione da parte della Sovrintendenza dei Beni Culturali di Cosenza, diretta dalla d.ssa Paola Aurino, la cui alta sorveglianza sarà in capo all’arch. Nicola Ruggieri. Il cantiere di restauro, che sarà diretto dai restauratori Giovanni Piccirillo e Roberta Gori, si presenterà appunto come un “cantiere aperto”, visitabile dal pubblico che potrà seguire tutte le fasi del recupero dei beni.