Enzo Palazzo parla della candidatura di Cassano a Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2026
Il Centro studi Cresesm plaude con vivo compiacimento all'iniziativa promossa dall’artista concettuale e scenografo di Lauropoli e fatta propria da Sindaco e Giunta comunale
CASSANO JONIO - Il Centro studi Cresesm (Centro di Ricerche e Studi Economici e Sociali per il Mezzogiorno di Lauropoli) plaude con vivo compiacimento alla iniziativa promossa
dall’artista concettuale e scenografo di Lauropoli Enzo Palazzo: iniziativa che mira alla
candidatura di Cassano a Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2026, che è stata
sottoposta all’attenzione del Comune di Cassano con entusiasmo e, grazie alla disponibilità
del sindaco Gianni Papasso, anche la Giunta comunale l’ha fatta propria formalizzando la
richiesta indirizzata al competente Ministero della Cultura, Direzione Generale Creatività
Contemporanea.
Il Cresesm dichiara, inoltre, che resta a disposizione dell’artista per ogni
eventuale azione di promozione e sostegno alla lodevole iniziativa. Tale riconoscimento,
voluto dal Ministro della Cultura Sangiuliano, tende ad “incoraggiare e sostenere la
capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della promozione e
valorizzazione dell’arte contemporanea” e conseguenzialmente il bando finanzia progetti
culturali che prevedono attività come mostre, festival e rassegne, che mirino alla
realizzazione e alla riqualificazione di spazi e aree dedicate alla fruizione dell’arte
contemporanea.
Le candidature saranno valutate da una Giuria composta da cinque esperti di
comprovata fama nel settore della cultura e delle arti visive contemporanee, che esaminerà
i progetti pervenuti per poi selezionare tra questi un massimo di cinque città finaliste che
saranno invitate successivamente ad audizioni pubbliche. Infine, La Giuria proporrà al
Ministro della Cultura la candidatura ritenuta più idonea a essere insignita del titolo
di Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026, che godrà di un finanziamento di un milione di euro per la realizzazione delle attività previste nel progetto-dossier. Comunque entro il 15 settembre 2024 la Giuria del Ministero selezionerà cinque progetti finalisti, mentre
entro il 14 ottobre 2024 vi sarà l’audizione dei cinque comuni finalisti.
L’Amministrazione Comunale presentando il progetto-dossier di candidatura “Le Porte di
Sibari, le vie dell’arte”, proposto dall’artista Enzo Palazzo, mira a trasformare la città ed il
suo vasto territorio in un laboratorio culturale creativo, coinvolgendo, eventualmente, non
solo la comunità locale ma anche altri comuni limitrofi, unitamente ad associazioni,
movimenti, singoli artisti o gruppi di artisti in un vasto programma di arte contemporanea.
Tra l’altro l’ideatore della candidatura Palazzo, mira per sua formazione e libera scelta
artistica e intellettuale, alla diffusione dell’arte non solo nei “siti classici” come gallerie,
scuole, accademie, istituti, ma a installazione in siti specifici (che gli artisti contemporanei
preferiscono definire, direi quasi con una mania civettuola, site specific, come per sentirsi
magna pars fra i colleghi che operano a livello internazionale.
Palazzo quindi pensa già ad opere ideate, pensate, o schizzate per essere installate in un
determinato luogo o sito, in quanto l’artista nel pensale alla sua idea-progetto stabilendo
già la relazione che dovrebbe intercorrere tra l’opera e il luogo, l’ambiente specifico, non
solo paesaggistico o urbano ma anche antropico, culturale e storico-artistico.
In tale prospettiva, e quindi da tempo, Palazzo segue con entusiasmo obiettivi e desideri
di installare in luoghi specifici le sue opere: alcune sono state già realizzate, altri sono allo
stato embrionale, ma realizzate in scala. Lo stesso obiettivo persegue per tale progetto la
cui candidatura di Cassano non è stato ancora esaminato.
Le porte di Sibari. Le vie dell’Arte. Questa idea-progetto la incontriamo già nella omonima
pubblicazione di Palazzo, la quale si pregia della prefazione di Pierfranco Bruni.
«La porta di Sibari -chiarisce Palazzo- allude al mare e alla classicità ma indica precipuamente un atteggiamento, un modo di essere che fu proprio dei Greci: l’anelito alla partenza e all’avventura sotto qualsiasi forma, fisica o mentale, per un salto nell’ignoto. Tale porta dovrebbe essere collocata in luogo aperto e visibile a tutti: passanti, soggiornanti, turisti, anche a distanza».
E la Porta del Mare? «Il mare non è solo “natura” -chiarisce Enzo Palazzo- ma anche una
profonda valenza culturale avendo consentito la nascita e lo sviluppo delle più antiche
civiltà: memoria e patrimonio che non dobbiamo dimenticare o disperdere, che può
offrirci ancora molto lezioni da ascoltare e diffondere».
«La Porta del Sole, caratterizzata da una struttura formata da filamenti metallici che alludono
storicamente alla fitta vegetazione di questo lembo di territorio, natura selvaggia, per certi
versi ostile, fino all’avvenuta bonifica. È una esplosione di colori, la luce è acquoria,
guizzante, dai vividi riflessi, cangiante, nell’armonizzare il paesaggio col mare intimamente
connesso: dal verde riarso dell’agave a quello umido della sera quando la luna vi si specchia, nelle diverse striature che sembrano campi ondulati di spighe, mosse dal desiderio
sognante dello sguardo e della memoria. Oppure è il rosa-pesca, al momento del tramonto
in quell’unione tra cielo e terra, mentre il gabbiano solca velocemente le sue onde nel suo
biancore cinerino, squarciandone l’immobilità e creando incredibile attesa».