«La Madonna "ha scelto" Sofferetti. Lo ha confermato anche Natuzza Evolo»
Il racconto dei pellegrini che, ogni diciannovesimo giorno del mese, si recano in questa piccola frazione di San Demetrio Corone, non per trovare "il sensazionale", ma per portare avanti questo «piccolo, grande progetto di Dio»
SAN DEMETRIO CORONE – La piccola chiesetta dedicata a San Michele Arcangelo è stracolma. Il profumo di incenso si mescola alle voci che intonano canti sacri. La Santa messa è finita da poco, ma le persone restano tra i banchi. Molti si spostano nelle stanzette dell'oratorio, adiacenti alla chiesa, e consumano un pranzo a sacco, qualche panino, tanti sorrisi.
È il 19 novembre, una domenica particolare per Sofferetti. Qui ogni diciannovesimo giorno del mese è speciale, perchè dedicato alla Santa Vergine. Quando capita che sia anche domenica, la festa raddoppia, perchè possono arrivare più pellegrini, liberi dagli impegni lavorativi.
Ma a cosa è dovuto questo afflusso di fedeli in un piccolo fazzoletto di terra calabrese? Qui, da quasi quarant'anni, si verificano degli eventi che per alcuni vengono classificati come semplici suggestioni, per altri come vere e proprie apparizione mariane (leggi qui).
«La Madonna ha scelto questo luogo, ma non lo dico io... me l'ha confermato la mistica di Paravati, Natuzza». Lo afferma in modo solenne Don Giovanni Cassiano, guida spirituale della comunità di Sofferetti da quarant'anni. «Oggi sono felice dell'arrivio dei pellegrini, perchè ho compreso che, grazie a loro, si può, ancor di più, operare pastoralmente. Tutta la comunità può arricchirsi mediante le confessioni e le comunioni: questo è ciò che conta».
Oggi... perchè inizialmente il parroco era restio ad accogliere questi pellegrini. «Tante volte abbiamo trovato le porte chiuse - spiegano con un sorriso - ma non ci siamo lasciati scoraggiare e oggi Don Giovanni ci accoglie a braccia aperte».
«La loro presenza apporta ricchezza spirituale, - continua Don Giovanni - loro, di tradizione cattolica romana seguono la Santa Messa celebrata con il rito greco bizantino. In fondo non è questo già un passo importante? L'unione delle chiese in un'unica Chiesa. Qui sono venuti a pregare anche 40 monaci provenienti dal Monte Athos. Questo è indubbiamente un luogo di ricchezza spirituale».
«Noi siamo dei fortunati - dice Giuseppe Conti che, dal 1989 con fede e costanza, si reca tutti i mesi a Sofferetti - perchè abbiamo conosciuto di persona Angelo Giannico e abbiamo potuto vedere di persona le "stimmate" sul suo corpo, abbiamo ascoltato le sue parole, abbiamo scorto in lui la luce di questo Progetto di Dio. Abbiamo "preteso" dei segni e li abbiamo avuti».
Lo stretto legame tra Sofferetti e Taranto è proprio dovuto alla storia di Angelo Giannico, un tarantino rimasto semiparalizzato a causa di un infortunio avvenuto negli anni ottanta. Nonostante fosse diffidente, il 19 settembre 1988, l'uomo si recò in pellegrinaggio in quel luogo noto per le presunte apparizioni della Vergine; lì sentì una voce che gli intimò di camminare, e così fece. Dopo questo episodio Giannico si recò ogni mese a Sofferetti dove, secondo quanto dichiarato dall'uomo, la Madonna continuò a comparire ogni volta. Nel periodo della Quaresima si verificò un ulteriore fatto inspiegabile. Sul corpo dell'uomo comparvero delle “stimmate” (ogni mercoledì delle ceneri) che sparivano inspiegabilmente una volta arrivata Pasqua.
Su quanto accaduto a Sofferetti e a Giannico la Chiesa non si è mai pronunciata ufficialmente, ma tutte le testimonianze e i documenti della vicenda sono stati consegnati nelle sedi opportune perchè possa essere valutata la veridicità di questi avvenimenti.
Tra i pellegrini troviamo persone di diversa estrazione sociale: un imprenditore, un'avvocatessa, padri di famiglia, gente semplice. Una fede trasversale che spinge decine di persone a spostarsi da una regione all'altra con il solo scopo di pregare e affidarsi alla Vergine Maria. «Non siamo alla ricerca del senzazionale, ma lavoriamo per portare persone a Dio, sempre con la mediazione del parroco» afferma Giuseppe.
«Avevo appena ricevuto il sacramento della confessione - ci rivela Carmela Germano, che a Sofferetti viene tutti i mesi da ventitrè anni - ma non avevo detto al parroco tutto quello che celavo nel mio animo. Angelo mi ha vista e mi ha detto di tornare nel confessionale. Aveva il dono di leggere nei cuori».
Ciò che sorprende, però, è che a fronte di tanti pellegrini provenienti da Taranto, pochi sono gli abitanti di Sofferetti che partecipano a questi rituali legati al diciannovesimo giorno del mese. «Nessuno è profeta nella sua Patria» ci spiega don Giovanni.
Lo stesso Angelo, ci rivela Giuseppe, non è stato creduto da molti membri della sua famiglia.
Ma alcuni giovani del posto stanno cercando di cambiare questo "atteggiamento di chiusura" di Sofferetto verso i pellegrini: «Ci stiamo prodigando per rendere la nostra frazione un luogo più accogliente».
Qui manca davvero tutto, perfino le indicazioni stradali, tanto che arrivare a Sofferetti è una vera caccia al tesoro.
Dopo la Messa e un pasto frugale (consumato nei locali adiacenti alla chiesa, perchè in paese manca un bar o un qualsivoglia punto ristoro) i pellegrini si preparano per recarsi in preghiera nel luogo della "presunta apparizione".
Una parte del percorso è in salita e non asfaltato e poi si giunge a destinazione. Il luogo è lontano dalle case abitate, tra gli alberi di ulivo e le querce. Un posto semplice, ma al contempo meraviglioso.
Alcuni pellegrini tolgono le scarpe, in segno di rispetto e devozione, prima di mettere piede su quella terra a loro tanto cara.
Non spetta a noi dire se in quel piccolo angolo nascosto avviene qualcosa di soprannaturale, ma sicuramente è un luogo di preghiere e testimonianze di fede.
«Gesù non ha bisogno di pubblicità, ma di testimonianze» dice Giuseppe, e questo è un messaggio più che condivisibile.