Nella storica Cattedrale di Rossano riparte un fecondo dialogo ecumenico
Durante la celebrazione eucaristica con rito cattolico greco-bizantino la parola “dialogo” è risuonata alta e forte sia da parte dell'eparca di Lungro, Monsignor Oliverio, sia da parte del vescovo Monsignor Aloise
CORIGLIANO-ROSSANO - Nell’ambito delle celebrazioni liturgiche dedicate alla Madonna dell’Achiropita (la tradizione vuole che sia stata dipinta non da mano umana) che si svolgono nella Cattedrale di Rossano, ho partecipato alla celebrazione eucaristica con rito cattolico greco-bizantino, ispirata alla Divina liturgia di S. Giovanni Crisostomo, presieduta da Monsignor Donato Oliverio, vescovo dell’eparchia di Lungro.
Ho rivissuto un momento di dialogo ecumenico tra la Chiesa latina e quella greca, unite nella fede in Cristo e nell'obbedienza alla Chiesa di Roma. E la parola dialogo è risuonata alta e forte sia da parte del vescovo "ortodosso" di Lungro, sia da parte del vescovo "latino", Monsignor Maurizio Aloise alla guida dell’arcidiocesi di Rossano-Cariati nella consapevolezza che più in generale, l’oriente ortodosso e l’occidente cattolico sono due «componenti essenziali complementari, dal punto di vista della cultura religiosa, della civiltà cristiana».
Se oggi in Calabria la vita religiosa dei cristiani è tornata a “respirare con due polmoni”, secondo la felice affermazione di Giovanni Paolo II, non può che essere positivo ed auspicabile, in un momento dai contorni incerti e così povero di visioni con la presenza tragica di una guerra nel cuore dell’Europa che sta pesantemente aggravando la diaspora del mondo ortodosso.
La storia passata ci parla di reciproco arricchimento e, appunto, di una complementarietà feconda. Il presente, e ancor di più il futuro, sembrerebbe richiedere un dialogo che sia altrettanto fecondo e che porti alla condivisione di “valori comuni”, affinchè i Cristiani trovino unità di intenti nella promozione della pace, della giustizia sociale, della libertà, specie nell’area del Mediterraneo che è ritornata centrale.
La mia ultima, in ordine di tempo, pubblicazione, “Il Monaco e l’Ebreo”, un saggio storico-filosofico attorno a due personaggi, San Nilo e l’ebreo, filosofo Donnolo, nel contesto tardomediovale, vuole essere una testimonianza sui primordi del dialogo interreligioso, sul quale, in parallelo, è stato ricercato, dopo la caduta di Costantinopoli e la diaspora del mondo ortodosso, il dialogo ecumenico. E la ripresa del dialogo ecumenico che parte dalla Calabria non può che essere salutato con favore.