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La dura vita di chi non ha scelta, quella dei randagi di Corigliano-Rossano: a che punto siamo?

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CORIGLIANO-ROSSANO - Il fenomeno del randagismo rimane una “piaga sociale” che dopo anni di scarsa attenzione può e deve essere combattuta con urgenza attraverso strumenti a livello regionale e comunale e quindi con un piano di contrasto lungimirante. Nonostante le attività di sensibilizzazione da parte del comune di Corigliano-Rossano, la Legge Regionale – che semplifica alcune procedure – sulla “Tutela degli Animali d’affezione e Prevenzione del Randagismo” proposta dal consigliere regionale, Giuseppe Graziano, e la grande attività svolta dai volontari purtroppo, questo territorio ancora stenta a trovare risultati migliori, in primis per la salute animale. 

Oltre alle sterilizzazioni importantissime per il contrasto del fenomeno, una struttura ed un pronto emergenza H24, che accolga tutti i randagi che vagano per la città in cerca di cibo, riparo e forse una carezza, sarebbe l’ideale per il benessere di tutti loro. Ideale non perché rappresenterebbe la soluzione al problema, ma darebbe perlomeno dignità e diritto di vita a questi animali, che siano cuccioli o già di una certa età.

 Il canile di Corigliano-Rossano è costituito da due enti: il canile sanitario, che a sua volta ha 20 box che diventeranno 40 in base al progetto definitivo approvato in Giunta dal comune di Corigliano-Rossano (di cui deve ancora essere fatta la gara d’appalto) come anche per la messa a norma e l’ampliamento del canile comunale che si trova attesa di approvazione del bilancio per stabilire le somme. 

«Per quanto riguarda la selezione delle associazioni con guardie zoofile – dice la consigliera comunale Liliana Zangaro – sono state fatte due manifestazioni di interesse: una prima per trovare un’associazione che si occupasse delle adozioni – prevedendo anche un rimborso spese fino a 10mila euro – ma nessuna associazione ha inteso partecipare perché la maggior parte delle associazioni di Corigliano-Rossano non sono iscritte per come prevede la legge nell’albo regionale; per quanto riguarda – invece – l’avviso pubblico del servizio di guardia zoofila per il controllo ed il censimento dei randagi, è stato affidato all’associazione ERA, operativa da circa un mesetto. 

In sostanza, chi vede un cane randagio per strada al momento cosa deve fare? «Bisogna fare la segnalazione distinguendo se sono interventi urgenti o se sono interventi ordinari. Per quanto riguarda le urgenze (cani feriti o incidentati o mordaci) bisognerebbe intervenire immediatamente e trovare il box. Tutti gli altri interventi vanno programmati». Come fare la segnalazione? La segnalazione va fatta ai vigili urbani che a loro volta devono contattare il veterinario reperibile il quale a sua volta deve contattare L’unità di cattura a servizio dell’azienda sanitaria. Il problema che si registra il più delle volte è che bisogna aspettare tanto per avere la disponibilità dei box da parte dei responsabili Asp del sanitario. L’altra questione è che le unità di cattura, pur essendo a servizio dell’Asp arrivano da Villapiana. C’è questo meccanismo che si inceppa e fa perdere tempo. 

«Tant’è che spesso e volentieri – continua Zangaro – le guardie zoofile o i vigili urbani restano per ore ad attendere riscontri che spesso arrivano addirittura il giorno dopo. C’è questa carenza dal punto di vista sanitario come per gli esseri umani, la stessa cosa. Il randagismo è una questione sanitaria, non ambientale e di degrado». Tutti gli altri interventi che siano cucciolate, abbandoni o cani malati tipo con la leishmaniosi vanno programmati. Questo cosa significa? Che L’unità di cattura va contattata ed agisce in base alla loro disponibilità essendo a servizio di decine e decine di comuni, circa 50 da Campana a Cassano, in continua emergenza e sottodimensionata in base alle reali esigenze. 

«Si fanno interventi a giorni alterni, con grandi sforzi e sacrifici perché Corigliano-Rossano ha anche un canile convenzionato a Cassano oltre a quello comunale per il quale abbiamo voluto una gestione diretta. Il problema principale sono gli abbandoni perché in un territorio grande come il nostro – in parte non urbanizzato – non è possibile monitorare tutto il territorio. La paggior parte dei cani ingressati sono maremmani (cani che si dedicano alla pastorizia) o cani che si tengono in casa finché “vanno di moda” e poi vengono abbandonati molto spesso senza microchip (che ormai è un obbligo che esiste dagli anni ‘90). C’è molta omertà e poca etica nel chi abbandona».  «L’altro lato della medaglia sono le sterilizzazioni che non vengono effettuate dal comune, ma dovrebbero essere fatte dall’azienda sanitaria provinciale gratuitamente che laddove non riuscisse ad eseguirle devono attuare convenzioni con i privati». 

In termini di adozione? «Ci attestiamo su una media annua di circa 150 adozioni al canile comunale (al momento ne risultano 571 totali) ed un terzo al canile comunale dove invece le adozioni sono molto meno e quindi c’è questo avvicendamento per cui “si svuota e si riempie”. Il collo di bottiglia però è caratterizzato dal canile sanitario dell’Asp che purtroppo di box ne ha 20 ed è sempre sovraffollato. Le guardie zoofile stanno facendo controlli a tappeto, facendo il censimento dei cani del territorio. Nonostante le attività di sensibilizzazione, contribuiti economici di 100 euro per le sterilizzazioni, ancora c’è chi abbandona sia cuccioli che cani già di una certa età. Per quanto riguarda i randagi non possiamo fare nulla invece a livello economico perché spetta all’Asp sterilizzarli gratuitamente». 

Intanto il tempo passa ed i randagi aumentano a dismisura continuando a vivere in condizioni precarie mentre meriterebbero solo una vita migliore. In attesa di risvolti positivi.

Veronica Gradilone
Autore: Veronica Gradilone

26 anni. Laurea bis in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Mi piace raccontare le storie, non mi piace raccontare la mia